L'involuzione antropologica e culturale

L'OPINIONE. «Tra coloro che dovrebbero e potrebbero fornire un contributo per la emancipazione collettiva vi sono i giornalisti e gli intellettuali. Ma costoro, secondo una lunga tradizione italica, si rapportano al potere come al proprio materasso. Conoscono un solo monosillabo: SI! Vi sono, certo, alcune eccezioni; ma queste confermano la regola.»

L'involuzione antropologica e culturale
L'intellettuale Pier Paolo Pasolini

Il nostro Paese attraversa una fase particolarmente difficile. Prevalgono odio, violenza verbale e talora fisica, superficialità, disinformazione.
Avverto una sorta di involuzione antropologica e culturale.

In tale contesto il popolo diventa facile preda di demagoghi e ciarlatani. I processi formativi sono carenti e basso il livello di consapevolezza.
Tra coloro che dovrebbero e potrebbero fornire un contributo per la emancipazione collettiva vi sono i giornalisti e gli intellettuali.
Ma costoro, secondo una lunga tradizione italica, si rapportano al potere come al proprio materasso.
Conoscono un solo monosillabo: SI!
Vi sono, certo, alcune eccezioni; ma queste confermano la regola.

Ne consegue che la capacità di analisi e lo spirito critico risultano ampiamente assenti. Si rimane prigionieri di rappresentazioni scintillanti, quanto distorte.
Ciò che conta è il turbinio della scena.

La presenza degli spettatori non conta: lo spettacolo va avanti da solo. Dietro la quinte, tuttavia, opera un'attenta regia.
La partecipazione democratica è sempre più inerte.

Il filosofo Kant definiva tale inerzia come "ragion pigra", nel senso di "ogni principio il quale porti a considerare come assolutamente compiuta la propria ricerca sicché la ragione si metta tranquilla come se abbia pienamente terminato il suo compito".

Occorre recuperare la dignità e il coraggio di chiudere il sipario attuale, per poi riaprirlo sull'autentico spettacolo del mondo!