Noi stessi e il possesso

RIFLESSIONI. «I rapporti personali, sociali e politici sono spesso regolati dall'interesse materiale, dalla legge della proprietà, del denaro, del profitto personali.  La furbizia e l'inganno sono ritenuti virtù.»

Noi stessi e il possesso
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Di rado ci poniamo domande sul "senso" della nostra esistenza. Diamo per scontato quanto la quotidianità ci impone di fare. Siamo prigionieri di noi stessi, in una corsa frenetica verso il possesso.
È proprio così: il nostro rapporto con gli altri e con la realtà è guidato dal desiderio e dall'ansia di possedere.

I rapporti personali, sociali e politici sono spesso regolati dall'interesse materiale, dalla legge della proprietà, del denaro, del profitto personali. 
La furbizia e l'inganno sono ritenuti virtù.

Ci si crogiola nella effimera soddisfazione di avere accumulato, nella speranza di continuare a farlo.
L'avarizia diventa, talora, un tragico destino di oppressione. Questo non è mai un percorso di serenità.
Alla inevitabile fine della corsa si avverte un inspiegabile vuoto, una indecifrabile frustrazione.

La ragione?
Abbiamo trascurato la ricerca di una identità nel profondo del nostro cuore e della nostra mente, per cercarla, invano, fuori di noi. Abbiamo realizzato, così, una completa spersonalizzazione.
Non abbiamo incontrato i nostri simili.
Sono giunto alla fine, e immagino che qualcuno potrebbe dire: per quale motivo tutto ciò?
Non vi è una ragione particolare. 

Mi è venuto di pensare e di mettere in comune quanto ho pensato. In ogni caso sempre meglio che pubblicare sulla politica italiana.
Sarebbe stato motivo di grande tristezza.