Processo contro Madonia per l’omicidio Agostino, inizia la requisitoria

Il Sisde in quegli anni consegnò proprio al Commissariato di San Lorenzo una lista dove venivano identificati e diversamente prezzati, i principali latitanti di mafia ricercati. Questo contribuì a creare e ad entrare in campo veri e propri “cacciatori di taglie” preposti alla loro cattura. L’accusa ritiene che fu proprio in quel contesto che si formò una squadra di investigatori di cui anche Antonino Agostino faceva parte. La squadra, esterna quindi al SISDE e con un contratto d’ingaggio specifico era adibita a “compiti peculiari extra ordinem, entrando in tal modo in relazione con personaggi e confidenti utilizzati dal medesimo Antinoro”.

Processo contro Madonia per l’omicidio Agostino, inizia la requisitoria

Umberto De Giglio, davanti al gup Alfredo Montalto, ha iniziato la propria requisitoria nel processo in abbreviato contro Nino Madonia.

Cardine della sua requisitoria la ricostruzione del contesto e dell'ambiente in cui operava Nino Agostino, ossia il commissariato San Lorenzo della Polizia di Stato.

Il Commissariato, diretto in quegli anni da Elio Antinoro, se da un lato sembra essersi distinto, proprio in quegli anni, per sua la dinamicità nell’attività di indagine e per la sua professionalità, ma secondo l'accusa era anche una “succursale dei servizi di sicurezza”.

 

Il Sisde in quegli anni consegnò proprio al Commissariato di San Lorenzo una lista dove venivano identificati e diversamente prezzati, i principali latitanti di mafia ricercati. Questo contribuì a creare e ad entrare in campo veri e propri “cacciatori di taglie” preposti alla loro cattura.

 

L’accusa ritiene che fu proprio in quel contesto che si formò una squadra di investigatori di cui anche Antonino Agostino faceva parte. La squadra, esterna quindi al SISDE e con un contratto d’ingaggio specifico era adibita a “compiti peculiari extra ordinem, entrando in tal modo in relazione con personaggi e confidenti utilizzati dal medesimo Antinoro”.

 

Dalle attività d’indagine compiute dalla Procura generale emergere l’operato di Agostino al di fuori dalle attività di servizio ufficiale con il ruolo di agente sotto copertura o infiltrato, partecipando ad attività che coinvolsero anche Emanuele Piazza e in alcune occasioni anche il poliziotto Guido Paolilli, che in passato è stato indagato per favoreggiamento in concorso aggravato ma, per avvenuta prescrizione, l’inchiesta fu archiviata dalla Procura di Palermo.

Sempre il Paolilli aveva rapporti personali con l’agente del Sisde Bruno Contrada che, a partire dal 1987, aveva assunto la direzione del Coordinamento dei Gruppi di Ricerca Latitanti.

 

La requisitoria di De Giglio ha inoltre determinato l’attività svolta da Agostino durante il periodo degli interrogatori che il dottor Giovanni Falcone realizzò a Alberto Volo, ex estremista di destra. In quei verbali, che finirono all’interno degli atti processuali per i delitti Mattarella, Reina e La Torre, Alberto Volo confermava la pista dei killer neofascisti per l’omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella. Lo stesso Volo rivelò, per la prima volta, l'esistenza di un'organizzazione segreta, denominata "Universal Legion".

 

Dalla sua descrizione emerge uno stretto legame con la Gladio, organizzazione paramilitare appartenente alla rete internazionale Stay-behind, organizzata per contrastare una possibile invasione nell'Europa occidentale da parte dell'Unione Sovietica e dei Paesi aderenti al Patto di Varsavia, ma in particolare della non-allineata Jugoslavia titina, attraverso atti di sabotaggio, guerra psicologica e guerriglia dietro le linee nemiche, con la collaborazione dei servizi segreti e di altre strutture.

 

L’esistenza di Gladio, sospettata fin dalle rivelazioni rese nel 1984 dall'ex membro del gruppo neofascista Ordine Nuovo Vincenzo Vinciguerra durante il suo processo, fu riconosciuta pubblicamente dal Presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti il 24 ottobre 1990, che parlò di una «struttura d’informazione, risposta e salvaguardia».

 

Sarà il sostituto procuratore generale Domenico Gozzo a proseguire la requisitoria nella prossima udienza, in programma il 18 dicembre. L'udienza preliminare per gli altri due indagati, il boss Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato, e Francesco Paolo Rizzuto accusato invece di favoreggiamento aggravato, riprenderà il 14 gennaio. La Procura generale ha già chiesto il rinvio a giudizio e alla prossima udienza dovranno intervenire le parti civili e le parti offese.