Ricordare le vittime dell’uranio impoverito, giustizia per i soldati «ignorati»

«Migliaia di militari italiani (e decine di migliaia civili) si sono ammalati o sono morti per l’esposizione all’uranio impoverito utilizzato dalla Nato per esportare “democrazia e diritti umani”. Questi militari attendono ancora giustizia».

Ricordare le vittime dell’uranio impoverito, giustizia per i soldati «ignorati»
fonte: pagina facebook Maurizio Acerbo

In queste settimane in molte città, nell’ambito di un percorso nazionale, alle celebrazioni ufficiali per il 4 novembre si sono aggiunti omaggi al «milite ignoto». Ovvero soldati morti uccisi durante la Prima Guerra Mondiale che non è mai stato possibile identificare. Oltre questi soldati «ignoti» esistono, tra di noi, in questi decenni, a cento anni dalla «Grande Guerra», soldati che si son sacrificati per lo Stato italiano e che sono totalmente ignorati.

Lo hanno denunciato nei giorni scorsi il segretario nazionale e il responsabile Pace di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo e Gregorio Piccin.

«Vogliamo ricordare che migliaia di militari italiani (e decine di migliaia civili) si sono ammalati o sono morti per l’esposizione all’uranio impoverito utilizzato dalla Nato per esportare “democrazia e diritti umani” – hanno dichiarato Acerbo e Piccin – Questi militari attendono ancora giustizia, mentre il Questore di Roma nei giorni scorsi ha negato alla loro associazione A.N.V.U.I.  Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito l’autorizzazione per un presidio davanti a Montecitorio».

I due esponenti del PRC definiscono oscena la retorica sul 4 novembre perché «chi governa il nostro paese ha gettato nella pattumiera il ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione» e «invece delle retoriche militariste sarebbe doveroso ricordare i milioni di vittime militari e civili come monito per il presente ed il futuro». Un presente in cui «non molto rispetto si è mostrato per soldati inconsapevoli esposti all’uranio impoverito senza protezioni» denunciano, così come nella Prima Guerra Mondiale «la truppa è stata usata come carne da cannone».   

«Non facciamoci fregare dai guerrafondai in doppio petto di ieri e di oggi – è l’appello di Acerbo e Piccin – Continuiamo a ripudiare la guerra e a esigere una politica di pace e disarmo».

«I proiettili all’uranio impoverito sono stati usati per la prima volta dalle truppe alleate durante la Guerra del Golfo nel 1991, con effetti e conseguenze devastanti – è la testimonianza del Dr. Siegwart-Horst Guenther raccolta nel libro «Uranio impoverito: il metallo del disonore», una pubblicazione in Italia datata vent’anni e che ancora oggi si debba lottare per avere giustizia è indicativo della vergogna assoluta – All’inizio del mese di marzo 1991, trovai alcuni proiettili in una zona di combattimento irachena che avevano la forma e le dimensioni di un sigaro ed erano straordinariamente pesanti».

Guenther notò dei bambini, racconta nel libro, giocare con alcuni di questi proiettili, uno di loro morì di leucemia e verso la fine del 1991 diagnosticò «una malattia finora sconosciuta nella popolazione irachena, che era provocata da disfunzioni renali ed epatiche».

Durante i tentativi di analizzare questi proiettili, allora sconosciuti ed estremamente tossici e radiottivi, la polizia ne sequestrò uno, lo portò via con enormi misure di sicurezza per conservarlo «in un deposito appositamente schermato».

Il contatto con munizioni all’uranio impoverito, «in particolare per i bambini», causa «un considerevole aumento di malattie infettive causate da forti immunodeficienze in grande parte della popolazione; frequenti episodi di vasti herpes, anche nei bambini; sindromi simili all’AIDS; Una sindrome finora sconosciuta provocata da disfunzioni renali ed epatiche; leucemia e neoplasmi maligni; deformazioni congenite causate da difetti genetici, riscontrabili anche in animali» riportò Guenther nel libro «Uranio impoverito: il metallo del disonore». Risultati simili alla «descrizione clinica della cosiddetta Sindrome del Golfo nei soldati statunitensi e britannici e nei loro bambini. Le deformazioni congenite provocate da difetti genetici sono identiche nei bambini americani e iracheni».

In un dossier dell’associazione PeaceLink si riporta che le ricerche per l’uso militare di materiale radioattivo iniziarono nel 1943, l’annuncio della produzione dei primi proiettili con uranio impoverito è del 1978, nel luglio 1990 un rapporto della Science Applications International Corporation descrisse i rischi radiologici ai quali sono esposti i soldati sul campo di battaglia se respirano polvere di uranio impoverito, durante la seconda guerra del Golfo tra il gennaio e il febbraio dell’anno successivo in Kuwait, Iraq ed Arabia Saudita furono rilasciate 286 tonnellate di uranio impoverito.

Sono solo alcune delle date e dei terribili numeri della strage causata dall’uranio impoverito su cui, prima in Italia, fu proprio l’associazione eco pacifista a far luce la prima volta nel maggio 1999 pubblicando un dossier che arrivò fino al Parlamento Europeo. Nel 2016 il Ministero della Difesa fu condannato per omicidio colposo: la Corte d’Appello di Roma lo ritenne colpevole di «condotta omissiva» in relazione alla morte del caporalmaggiore Salvatore Vacca. «Su PeaceLink sedici anni fa pensammo di mettere la mappa digitale dei Balcani, con i punti dove era stato usato l’uranio impoverito. Allora non c’erano le Google Maps.

Francesco Iannuzzelli  costruì le mappe digitali  on line dei bombardamenti che vennero prese d’assalto dai familiari dei militari. Il sito di PeaceLink collassò – ricordò nell’occasione il presidente dell’associazione eco pacifista Alessandro Marescotti – Organizzammo conferenze. Si avvicinavano timidamente i familiari dei militari e chiedevano se veramente l’uranio impoverito fosse pericoloso. Capimmo che non avevano avuto alcuna informazione dal ministero della Difesa».

 

Dossier Kossovo con all’interno un ampio capitolo sull’uranio impoverito

http://web.peacelink.it/kossovo/dossier.html

La storia dell’uranio impoverito (fino al 2000)

https://www.peacelink.it/disarmo/a/1241.html

Usi dell’uranio impoverito

https://www.peacelink.it/disarmo/docs/3772.pdf

 

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata