«Ricorso al Tar unico strumento per fermare il Pos di Toma, il resto è lettera morta»

MONTENERO DI BISACCIA. La parola ai consiglieri di minoranza Nicola Palombo e Giulia D'Antonio. «Se questo strumento fosse approvato, sull’ospedale San Timoteo di Termoli si abbatterebbe una grossa mannaia, come in parte già sta avvenendo, con la chiusura o il ridimensionamento di molti reparti strategici (Emodinamica e Punto nascita su tutti), e di fatto il nosocomio sarebbe ridotto a poco più di un poliambulatorio.»

«Ricorso al Tar unico strumento per fermare il Pos di Toma, il resto è lettera morta»

«Ci troviamo di fronte all’improvvisa comparsa di questo Piano Operativo sanitario senza nessuna consultazione con le parti sociali, con gli operatori, con i sindacati. È stato calato dall’alto. Sembra, come ha detto di Toma, che sia stato voluto dai tavoli ministeriali, una cosa imposta nel momento in cui avveniva il commissariamento. Sempre secondo quello che dice lui è un punto fondamentale per andare avanti nel commissariamento».

Lucio Pastore, primario del pronto soccorso di Isernia

«Lo abbiamo ribadito in ogni sede privata e pubblica, ultima la seduta consiliare di ieri 29 novembre: riteniamo il Piano operativo sanitario firmato dal Governatore e commissario ad acta Donato Toma terribilmente dannoso per la sanità pubblica molisana e per quella del basso Molise in primis; leggendolo è facile vedere che è molto simile a quello dell’ex commissario Giustini e che non risolve affatto i problemi strutturali che affliggono il nostro sistema sanitario, come la mobilità passiva o la mancanza di servizi efficienti. Questo POS di fatto ristruttura alla base la sanità pubblica affidandosi a quella privata convenzionata, un modello che oltre ad essere svalutante per i servizi pubblici e i beni comuni si è dimostrato fallimentare: basti pensare al modello lombardo durante la pandemia». Queste le parole utilizzate dai due esponenti della minoranza del Comune di Montenero di Bisaccia

«Se questo strumento fosse approvato, sull’ospedale San Timoteo di Termoli si abbatterebbe una grossa mannaia, come in parte già sta avvenendo, con la chiusura o il ridimensionamento di molti reparti strategici (Emodinamica e Punto nascita su tutti), e di fatto il nosocomio sarebbe ridotto a poco più di un poliambulatorio.
L’altro versante - continunano i due rappresentanti -, che da monteneresi e per i monteneresi ci preme proteggere in misura anche superiore, è la Casa della Salute di Montenero, le cui sorti non sono ben chiare ma che di certo perderebbe la postazione del 118 – determinante nelle malattie tempo-dipendenti come ictus, infarti e grandi traumi – e probabilmente altri servizi fondamentali per Montenero. Non possiamo permetterlo, con la salute e la vita non si gioca.

Come consiglieri di opposizione, per difendere il territorio da svendite e interessi privati in continuità con tutta la nostra azione civica e politica, abbiamo presentato ricorso al Tar insieme alla Casa dei diritti di Termoli con l'avvocato Laura Venittelli, come hanno fatto anche altri colleghi delle istituzioni e tanti comitati civici; riteniamo fondamentale per degli amministratori schierarsi in modo concreto, con la propria faccia, e non solo in maniera simbolica. La conferenza dei sindaci che si esprime in modo contrario è sicuramente un evento positivo, ma non ha alcun potere di cambiare le cose – si pensi che non lo ha avuto nemmeno il Consiglio regionale che con una deliberazione ha chiesto l’annullamento del Pos: è ormai chiaro dunque che tutte le altre strade politiche e istituzionali per contrastarlo (si vedano l’intervento dei parlamentari e la richiesta di applicazione del decreto Calabria, per la quale pure ci siamo adoperati) sono state percorse e ad oggi l’unico modo rimasto per annullare questo Pos è, per l’appunto, fare ricorso e aspettare che si pronunci un giudice. Tutto il resto è lettera morta.»

 

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