SANITÀ: considerazioni a futura memoria

L'OPINIONE. «Cercare di deviare il discorso su sanità territoriale da sostituire a sanità ospedalocentrica è un mezzo di distrazione di massa se non si affrontano in via preliminare le piaghe del privato convenzionato e del clientelismo.»

SANITÀ: considerazioni a futura memoria

Vorrei cercare di mettere alcuni punti fermi sul discorso sanità affinché qualcuno che dice di voler mantenere una sanità pubblica per tutti, non utilizzi la comunicazione per deviare il discorso e l'azione su un binario morto.

Se la sanità deve dare risposte a dei bisogni, non è possibile trasformare questi bisogni in una fonte di guadagno, cioè trasformare la salute in merce.

Nella legge del 1978, per rendere il servizio sanitario universale per tutti, c'era un vulnus introdotto dai liberali di allora, il privato convenzionato. In pratica era possibile che questi privati attingessero ai fondi pubblici per erogare servizi. Così facendo si sottraevano fondi pubblici ai servizi pubblici. Ogni privato in quanto tale, mira al profitto. Quindi, in questa norma, è implicito che la salute può essere utilizzata come una merce.

Non bisogna essere contrari ad un privato che agisce con fondi propri e non attinge da fondi pubblici. É più che legittimo che questo possa esistere ed agire senza, però, interferire con il servizio da erogare a tutti i cittadini. É qualcosa in più da offrire a cittadini che vogliono spendere il loro denaro per servizi particolari.

Con il privato convenzionato e con l'idea che bisognava creare una concorrenza di mercato sulla salute, si è progressivamente destrutturato un servizio di tutti e si sta riducendo in macerie quello che era il nostro servizio sanitario nazionale.

LA SALUTE É UN BISOGNO E NON UNA MERCE DA TENERE SUL MERCATO DA VENDERE AL MIGLIOR OFFERENTE.

In questo modo si svilisce sempre di più la professione di medico ed il rapporto con il paziente, visto essenzialmente come fonte di guadagno

La politica ha usato come bancomat i fondi sanitari per le proprie clientele e per favorire il privato convenzionato di amici e parenti. Questo è il secondo grande problema da risolvere se si vuole organizzare un servizio sanitario per tutti. Infatti le scelte strutturali non venivano e vengono fatte in rapporto ai reali bisogni della popolazione ma in base a quelle che sono le diverse esigenze delle clientele. Anche la forza lavoro non viene distribuita in base ai reali carichi di lavoro ma in base alle appartenenze clientelari. Così abbiamo che i fondi vengono spesi senza dare risposte ai reali bisogni e si genera un debito senza fine.

Il debito sanitario é determinato dal privato convenzionato e dal clientelismo ed é questa la ragione per cui nessun politico vuole andare a fare un 'analisi sull'origine del debito sanitario.

Cercare di deviare il discorso su sanità territoriale da sostituire a sanità ospedalocentrica è un mezzo di distrazione di massa se non si affrontano in via preliminare le piaghe del privato convenzionato e del clientelismo.

In tutto questo non c'è alcuna critica sui livelli professionali del privato convenzionato o del pubblico che possono essere buoni o meno buoni.

Scrivo questo a futura memoria se davvero qualcuno vorrà riportare il servizio pubblico a condizioni decenti e non cederlo al mercato come sta succedendo.