Mega discarica di Bussi, la transizione verso la bonifica è allo zero percento delle acque, uno percento dei terreni/2

Altro che chiacchiere sceme da finti polli di Renzo, questa è la realtà che dovrebbe interessare tutti in questa vuota campagna elettorale. E più di qualcuno dovrebbe solo vergognarsi e chiedere scusa, altro che show propagandistici per chiedere ancora voti.

Mega discarica di Bussi, la transizione verso la bonifica è allo zero percento delle acque, uno percento dei terreni/2

Bussi, megadiscarica scoperta ufficialmente nel 2007 grazie al Corpo Forestale dello Stato guidato dal compianto Guido Conti ma conosciuta in alcuni palazzi governanti almeno da 3 anni prima, emblema della sporca storia dei rifiuti in Abruzzo degli ultimi decenni. Quindici anni dopo una situazione di inquinamento gravissima e una bonifica completamente ferma al palo – 0% delle acque, 1% dei terreni – come documentato e denunciato dal Forum H2O nelle scorse settimane. Una vicenda che dovrebbe essere priorità assoluta in questa campagna elettorale, mentre si propongono e ripropongono signori e signorotti. Ed invece silenzio assoluto mentre siamo inondati delle chiacchiere sceme da finti polli di Renzo che in alcune ore fanno finta di prendersi a pesci in faccia e in altre insieme continuano a sgovernare.

Abbiamo riportato nella prima parte quanto solo grazie agli ambientalisti, a privati cittadini, è emerso quest’estate sullo stato dell’arte. Una bonifica che, negli anni scorsi, è stata contrassegnata da una revoca (poi bocciata dalla magistratura amministrativa) dell’appalto per la bonifica con tratti più kafkiani di Kafka. Vicenda che ripercorriamo ripubblicando alcuni comunicati del Forum H20.

"Come sosteniamo da tempo a Bussi è in primo luogo il ministero il responsabile delle mancate bonifiche. Tra il 2013 e il 2015 fu l'allora Direttore Pernice a farci perdere due anni con un provvedimento privo di basi giuridiche bocciato già allora dal Consiglio di Stato.

Ora altri due anni persi per un altro provvedimento, quello dell'annullamento della gara per le bonifiche 2A e 2B ad opera del duo ministeriale Distaso-Lo Presi di cui dall'inizio avevamo denunciato le evidentissime falle con il contorno della mancanza di trasparenza. Anche stavolta il Consiglio di Stato ha bocciato senza appello i burocrati romani che dovrebbero garantire la bonifica. Questo il giudizio dei magistrati amministrativi, siamo curiosi di sapere cosa pensano i magistrati penali di questa ultima singolare operazione che ha rallentato se non fermato la bonifica delle discariche 2A e 2B con i veleni che sono usciti dal sito secondo l'ARTA. Tra l'altro vorremmo sapere a che punto è l'iter per la bonifica dell'area industriale" cosi il Forum H2O sulla sentenza del Consiglio di Stato sulle bonifiche a Bussi.
 

"Bene hanno fatto la regione, l'Arta e il Comune a impugnare un atto scellerato. Spiace che l'allora ministro Costa e l'allora sottosegretario Morassut abbiano avallato le scelte palesemente sbagliate dei loro dirigenti nonostante le nostre circostanziate segnalazioni e che in Abruzzo vi siano stati anche consiglieri regionali come la Marcozzi e Blasioli che non hanno appoggiato o, anzi, hanno ostacolato la nostra lotta. Chiedano scusa".
 

Lo scandalo delle mancate bonifiche a Bussi ieri a Titolo Quinto di RaiTre: una storia di "ordinaria follia".

E il giornalista del Corriere della Sera in studio propone sarcasticamente di censurare il servizio altrimenti la Commissione Europea non ci manda più un euro...

Simbolo dell'Italia che non vuole risolvere i problemi anche in vista del recovery fund.

Ieri sera il programma Titolo Quinto ha dato ampio risalto al caso delle mancate bonifiche in val Pescara a Bussi sul Tirino, con le sue enormi discariche e il sito industriale che da 13 anni aspettano interventi risolutivi per far finire l'inquinamento.

L'inviato Gabriele Paglino ha ripercorso le principali tappe dell'intricata vicenda facendo risaltare come in tanti anni neanche un chilo di rifiuti sia stato portato via, con lo Stato centrale, rappresentato dal Ministero dell'Ambiente, inerte davanti ai responsabili dell'inquinamento, in questo caso Edison che ha ereditato quanto fatto da Montedison.

Il pezzo era all'interno della puntata che trattava del recovery fund e della capacità dell'Italia di spendere i finanziamenti in arrivo dall'Europa.

In studio, dopo la prima parte, il giornalista Goffredo Buccini del Corriere della Sera, colpito dalla situazione, ha proposto sarcasticamente di censurare il servizio affinché non venga visto oltralpe perché altrimenti "non ci daranno un euro".

Ecco, dobbiamo ringraziare un Ministero dell'Ambiente che nel 2008 decise di avocare a sé tutte le competenze per poi fermare di fatto tutto, con la piccola parentesi che si aprì con la dirigente D'Aprile che cercò effettivamente di procedere più speditamente, tanto da aggiudicare la gara poi annullata, secondo il TAR illegittimamente, dai suoi successori, Distaso e Lo Presti.

Ora il Ministero dell'Ambiente, non contento dei ritardi, ha pensato pure di proporre ricorso al Consiglio di Stato sulla gara di appalto che avrebbe consentito di rimuovere tutti i rifiuti e i terreni contaminati, rimettendo poi tutte le spese anticipate dallo Stato sul conto di Edison, come peraltro già fece il commissario con successo per i primi interventi sulla Tremonti.

Davanti a questo disastro generale che si aggiunge a quello ambientale non possiamo non evidenziare l'inerzia della Magistratura, che dopo essere riuscita a far andare in prescrizione il processo per disastro ambientale e avvelenamento delle acque, ora da un lato ci sembra guardare dall'altra parte rispetto alle bonifiche che non vengono effettuate e alla situazione di inquinamento diffuso che ne deriva e dall'altro tiene fermo incredibilmente il procedimento civile per il risarcimento del danno.

Noi continueremo a lottare ma il principio "chi inquina paga" sembra essere sconosciuto da queste parti grazie ad un Ministero dell'Ambiente del tutto inefficiente ed inefficace che in tutti i siti nazionali di bonifica spesso ci sembra più intento a mettere i bastoni tra le ruote alle attività necessarie per il risanamento rimandando di fatto quelli che sarebbero obblighi miliardari per le grandi aziende multinazionali che stanno lasciando questa eredità di veleni al paese.

Bussi, clamorosa lettera del Ministero dell'Ambiente: proposta la revoca dell'appalto da 45 milioni di euro per la bonifica delle discariche 2A e 2B.

Quadro desolante: RUP non manda le carte al ministero nonostante i solleciti, il Ministero si dimentica di relazionare alla Presidenza del Consiglio e non può più accedere ai fondi.

E sulla trasparenza sull'analisi di rischio di Piano d'Orta si torna indietro: siamo invitati alla conferenza dei servizi ma non possiamo vedere subito le carte per produrre le osservazioni in tempo come avveniva da anni.

Forum H2O: ministero in piena confusione. Si calpesta la Convenzione di Aarhus sulla partecipazione e si rischia di non avere la bonifica e di dover pure pagare danni milionari.

Appello al Ministro Costa: intervenga in prima persona.

"Revoca dell'aggiudicazione" della gara da 45 milioni di euro per la bonifica delle discariche 2A e 2B vinta dall'ATI Dec-Deme. Questa la clamorosa proposta del Ministero dell'Ambiente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell'Economia, in una lettera che il Forum H2O è in grado di divulgare.

Ricordiamo che a febbraio 2018 la gara, partita nel 2015, era stata aggiudicata all'ATI. A quel punto, secondo la legge, rimanevano 60 giorni per la stipula del contratto. Ad oggi non solo tale sottoscrizione non è avvenuta, nonostante le diffide del Comune di Bussi, ma scopriamo che il Ministero propone addirittura di annullare l'intera operazione rischiando di far perdere le uniche somme già disponibili per la bonifica, denari stanziati con una legge del Parlamento.

 La nota, a firma della nuova dirigente Luciana Distaso, ha passaggi che riteniamo letteralmente desolanti.

In due punti si sostiene che il Responsabile Unico del Procedimento, l'Ing. Bentivoglio del Provveditorato alle Opere Pubbliche, avrebbe "lasciate inevase le plurime richieste di trasmissione di tutta la documentazione di gara agli atti del Ministero".

La dirigente rivela altresì che il Ministero avrebbe omesso di trasmettere entro giugno 2018 la relazione sulle attività commissariali svolte alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, cosa che avrebbe di fatto bloccato, in assenza di una proroga, la possibilità di accedere ai fondi della contabilità speciale (!). A scusante si sostiene che la precedente dirigente D'Aprile si è dimessa a febbraio 2018.

A questo punto ci viene da chiedere se non vi fossero più dirigenti al ministro (uno su tutti, il Direttore) e la continuità amministrativa a Via Cristoforo Colombo, sede del ministero, non esista al contrario di tutti gli altri enti pubblici italiani.

La gara, secondo il Ministero, dovrebbe essere annullata perché, oltre a questi incredibili problemi operativi e amministrativi, nel frattempo la Provincia a giugno 2018 ha individuato in Edison il responsabile della contaminazione per le discariche 2A e 2B e, quindi, della messa in sicurezza e della bonifica.

Peccato che Edison abbia fatto ricorso al TAR e che da parte di questa società per non vi sia neanche uno straccio di progetto di intervento perché, appunto, ritengono di non essere responsabili. Ovviamente si prevede un lungo contenzioso, con ogni probabilità anche davanti al Consiglio di Stato.

A questo punto noi facciamo la seguente considerazione, che ci pare logica: visto che in ogni caso l'intervento pubblico sarebbe fatto in danno al responsabile, se Edison perde il ricorso si vedrà addossare le spese di intervento e lo Stato riprenderà ogni denaro anticipato; se, invece, lo vince non dovrà nulla ma almeno nel frattempo avremmo ottenuto almeno la bonifica. Ci vuole tanto?

Tra l'altro si rischia pure la beffa, di non avere la bonifica e di dover pure pagare il vincitore della gara, visto che, con una revoca a 11 mesi dall'aggiudicazione e con strafalcioni amministrativi di questa portata, lo Stato si esporrebbe a richieste di risarcimento milionarie.

Dulcis in fundo, si torna indietro pure sulla trasparenza e sulla partecipazione.

Pochi giorni or sono, il Ministero ci ha invitato alla Conferenza dei Servizi per la revisione dell'Analisi di Rischio del sito inquinato di Piano d'Orta. Un documento fondamentale per capire a quali problemi sono eventualmente esposti i cittadini. Finora bastava mandare un'email di richiesta, essendo stati appunto invitati a partecipare, per ottenere la trasmissione immediata dei documenti online.

Ora, cambio di rotta. Ci hanno risposto che bisogna fare accesso agli atti, per il quale ci vogliono fino a 30 giorni. Peccato che il ministero abbia dato proprio 30 giorni per raccogliere i pareri!

Ci viene da dire: o al Ministero finora hanno sbagliato oppure stanno prendendo un granchio adesso. Per noi è la seconda.

Infatti, abbiamo cercato di spiegare alla neo-dirigente del Ministero che esiste addirittura l'obbligo di pubblicazione sul sito WEB del Ministero a favore di tutti i cittadini sia della convocazione della conferenza dei servizi sia della documentazione su cui si deve discutere, sulla base dell'Art.6 comma 2 della Convenzione di Aarhus. Non c'entra nulla il procedimento di accesso agli atti e i diritti dei contro-interessati!

Quando un ente deve prendere una decisione su questioni ambientali bisogna dare pubblicità per consentire la partecipazione. Se ci sono questioni di riservatezza (ad esempio, diritti industriali) allora si mette al massimo un omissis (e su un'analisi di rischio, documento obbligatorio per legge, dove sarebbero, poi, questi diritti?). Sarebbe come dire che nelle procedure di VIA i documenti per fare le osservazioni possono essere omessi integralmente...

Siamo arrivati al punto che, giusto per fare un esempio, tale semplice e basilare norma viene applicata per i procedimenti di bonifica dal comune di Pescara e dal Comune di Chieti che pubblicano on-line tutto a favore dei cittadini.

Evidentemente il Ministero dell'Ambiente invece di essere il faro della trasparenza in materia ambientale vuole essere il fanalino di coda e prendere lezioni dai comuni. A questo siamo arrivati.

Cosa aggiungere? Ah, sì, proviamo un grande sconforto.

Bussi, la novità ministeriale di giornata "revochiamo la gara da 45 milioni ma...non abbiamo le carte della gara!"

La dirigente Distaso poco fa ribadisce di non essere in possesso dei documenti.

Forum H2O "Kafka un dilettante in confronto al Ministero dell'Ambiente, mai vista una cosa simile nella pubblica amministrazione. Costa che dice?".

Ieri la conferma che il Ministero dell'Ambiente ha avviato ufficialmente la revoca della gara da 45 milioni di euro indetta nel 2015 per la bonifica delle discariche 2A e 2B a Bussi, operazione che prevedeva la totale rimozione dei rifiuti e dei terreni contaminati.

Oggi è lo stesso Ministero che conferma in una lettera altrettanto ufficiale che...non è in possesso dei documenti della gara che vuole revocare!

Infatti, a seguito dell'ennesima diffida della Stazione Ornitologica Abruzzese che aveva avviato un accesso agli atti il 29 ottobre 2019 con la legge che ne impone 30 agli uffici pubblici per far visionare i documenti, nonostante un ricorso vinto davanti al Responsabile anti-corruzione del Ministero, dopo 213 giorni la dirigente ministeriale del settore bonifiche Distaso continua ad affermare che i documenti non sono in possesso del ministero e li richiede ad altra pubblica amministrazione.

Meno male che il 23 gennaio di un anno fa il Ministro Costa proprio a Bussi aveva testualmente dichiarato alla stampa “I finanziamenti ammontano a circa 47 milioni di euro (così nella dichiarazione, ndr). Vorrei sapere chi ha messo in giro la corbelleria che non ci sono più. Anzi, a giorni parte l’assegnazione. Sono rimasto basito alla lettura: abbiamo solo dovuto cambiare capitolo di spesa”.

Dichiara Augusto De Sanctis del Forum H2O "Kafka in confronto al Ministero dell'Ambiente è praticamente un dilettante. In questi anni ne abbiamo viste molte ma un ministero dell'Ambiente che da un lato avvia ufficialmente la revoca di una gara da 45 milioni di euro e dall'altro dichiara di non avere le carte ci mancava. La fantasia della burocrazia non ha limiti. Verrebbe da ridere ma poi immaginiamo  cosa penseranno i giudici se mai esamineranno le carte di questa vicenda che espone lo Stato a cause milionarie. Poi ci viene in mente che la decisione del Ministero ritarderà di anni una bonifica sempre più urgente sia per l'ambiente sia per la salute dei cittadini. Allora il riso si spegne. Il Ministro Costa ha qualcosa da dire sull'operato dei suoi dirigenti? Quali sarebbero, ora, le corbellerie?"