Abruzzo, sulla salute mentale è tempo di cambiare

L’Osservatorio regionale sulla salute mentale Abruzzo, a cui aderiscono diverse associazioni e sindacati, promuove una serie di proposte alla Regione Abruzzo per una svolta di dignità e rispetto. Che è possibile sostenere con una petizione online.

Abruzzo, sulla salute mentale è tempo di cambiare
fonte: Osservatore Salute Mentale Abruzzo

«Muoversi per la salute mentale: maggiori investimenti per la salute mentale» è stato il tema della Giornata mondiale per la salute mentale, supportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che cade dal 1992 il 10 ottobre. Due anni dopo l’istituzione della giornata i promotori decisero di scegliere ogni anno un tema diverso, scorrendo l’elenco degli ormai ventisette temi posti all’attenzione fioriscono intenzioni, riflessioni e la ricerca di un mondo in cui vengano riconosciuti i diritti alla salute, alla dignità e al rispetto a persone troppo spesso colpite dallo stigma e dai pregiudizi sociali. Senza che istituzioni, politica e larga parte della società civile siano riusciti ad andare oltre, a portare avanti concreti passi di civiltà e umanità.

Non per commiserazione, pietismo o sfoggio di coscienze ma perché i diritti devono essere per tutti o sono solo privilegi. Negati troppo spesso per disinteresse, scarsa lungimiranza, incapacità di visione. La salute mentale è la plastica dimostrazione di tutto questo. E davanti l’incapacità di raccogliere in pieno l’eredità di Basaglia e di applicare finalmente le leggi nate dal suo impegno crescono persino le spinte per tornare indietro.

Ogni passo indietro, ogni passo in avanti non compiuto, ogni incapacità di progredire è una sconfitta delle istituzioni, della società e di tutti. In Abruzzo Altri Orizzonti, Arci, 180 Amici L’Aquila, Cosma Odv, Percorsi, Cgil, Cisl e Uil promuovono l’Osservatorio Salute Mentale Abruzzo. In occasione della giornata mondiale di quest’anno, in una conferenza stampa a L’Aquila, hanno lanciato una serie di proposte e una petizione per chiedere maggiori investimenti e di unirsi per «una salute mentale di comunità». Un dossier articolato e approfondito sostenuto anche da una petizione che è possibile sostenere e firmare online.

«Le malattie della mente come tutte le altre malattie, non devono ledere la dignità delle persone che ne sono colpite né costituire un elemento di esclusione dall’ambiente in cui vivono, la casa, il quartiere, il luogo di lavoro», perché ciò sia riconosciuto e diventi concreto «lo scopo del nostro impegno e in generale il lavoro delle Istituzioni che si occupano di malattia mentale non sia quello di trovare dove collocarli, ma di aiutarli a vivere con dignità la propria vita» esordisce l’Osservatorio Salute Mentale nell’articolato dossier di proposte. Un cambio di paradigma, un radicale spazzare via pregiudizi, politiche inefficaci e vecchie che non garantiscono diritti e dignità e un impegno comunitario nuovo è la proposta dell’Osservatorio. Con i servizi sanitari che non devono essere una mera fornitura di terapie farmacologiche o di psicoterapie ma portare al centro la persona e la sua famiglia, interlocutori attivi e partners del trattamento.

Una rete di soluzioni abitative differenziate, inclusione lavorativa delle persone con problemi di salute mentale, una diversa formazione degli operatori, coordinamento all’interno del mondo della Sanità tra Centri di Salute Mentale, CentriDiurni,Residenze Psichiatriche, SPDC e per una parte degli interventi anche Neuropsichiatria Infantile, integrazione tra il mondo della Sanità, i Servizi Sociali dei Comuni, i servizi per l’Impiego e il mondo delle imprese profit e non profit. Sono queste alcune delle proposte presentate dall’Osservatorio che sottolinea come esistono leggi che già vanno in questa direzione, «ultimo il Decreto del presidente del consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 sulla Definizione e l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, che agli articoli 26 e 33 si occupa di persone con disturbi mentali e indirizza verso un approccio multidisciplinare».  Sulla pagina facebook dell’Osservatorio è disponibile il video della conferenza stampa per conoscere e approfondire l’intero dossier e tutte le proposte.

«I cittadini abruzzesi che devono gestire una malattia mentale hanno diritto agli stessi livelli essenziali di assistenza degli altri cittadini italiani» inizia il testo della petizione, un principio basilare e che dovrebbe essere scontato di civiltà. Dovrebbe perché, denuncia l’Osservatorio, «oggi non è così» e nella regione adriatica «la situazione per le persone che soffrono di una malattia mentale si va facendo sempre più insostenibile», una realtà che una regione che si vuol definire civile non può accettare. Per far finire quest’intollerabile ingiustizia è urgente e necessario un diverso sistema di cura, che «agisca su tutte quelle che sono le forme della vita sociale in generale, la famiglia, il lavoro, l’abitare, il tempo libero, la vita della comunità» e «sposti le risorse dalle rette ai budget di salute finalizzati ad attuare il Piano Terapeutico Individuale (P.T.I.) per ogni persona presa in carico da un Centro di Salute Mentale». Esistono le leggi che stabiliscono tutto questo ma perché diventino concrete occorrono risorse, programmazione, valutazione e monitoraggio da parte della Regione Abruzzo.

Perché tutto questo accada l’Osservatorio per la Salute Mentale chiede alla Regione con questa petizione che «venga dedicato alla salute mentale il 5% delle risorse del Fondo Sanitario Regionale attingendole sia da quanto si deve risparmiare  in rette sia da quelle finalizzate agli investimenti provenienti dalle risorse del Recovery Fund e da altri Fondi Europei che dovessero aggiungersi» e che le priorità nell’utilizzo di questi fondi siano la promozione di «una rete di servizi territoriali: borse lavoro e altri servizi di inclusione lavorativa, assistenza sanitaria integrata da quella sociale a domicilio, soluzioni abitative appropriate, Centri Diurni pubblici, attività integrative del Terzo Settore» e il potenziamento dei «Centri di Salute Mentale rafforzando il personale dal punto di vista quantitativo e arricchendolo di tutte le figure professionali (Psichiatri, Assistenti Sociali, Psicologi, Infermieri ma anche Tecnici della riabilitazione ed Educatori)». In quest’ottica, aggiungono i promotori della petizione, «è importantissimo che si dia continuità al sistema delle borse lavoro introducendo gli elementi migliorativi stabiliti già nel 2018 dal Governo Regionale con la Delibera 178, in particolare istituendo nel Bilancio Regionale un Fondo dedicato».

L’Osservatorio ripropone alla Regione stessa la richiesta di istituire una Tavolo tecnico realmente rappresentativo sulla Salute Mentale, che tramite le associazioni siano considerati interlocutori privilegiati nelle scelte famiglie e, quando possibile, gli stessi utenti e che «venga impressa  una forte spinta alla integrazione tra il mondo della Sanità, quello dei Servizi Sociali dei Comuni, dei servizi per l’Impiego  e del mondo delle imprese profit e non profit».