Abruzzo, un inferno pianificato in maniera militare?

Agosto è iniziato con incendi, scoppiati quasi contemporaneamente, lungo tutta la costa abruzzese e nell’interno, tutte le province coinvolte. Colpite aree naturali tutelate, bloccate alcune arterie viarie importanti. Distruzione immensa, già sabato sera i primi incendi e la sera di domenica e la mattina di lunedì incendi ancora in atto. Trovati, da Pescara alla provincia di Chieti, numerosi inneschi, in tutti i luoghi vari focolai in sequenza. Un terrorismo mafioso di “menti raffinatissime” ha colpito al cuore l’Abruzzo.

Abruzzo, un inferno pianificato in maniera militare?
Rocca San Giovanni

(ANSA) Treni con ritardi di oltre 400 minuti sulla ferrovia adriatica, caselli autostradali chiusi, automobili bloccate per ore sulle statali e sulle strade interne. Pesantissimi gli effetti sulla viabilità a causa degli incendi che stanno letteralmente mettendo in ginocchio gran parte dell'Abruzzo. Anche la Tua, azienda unica del trasporto abruzzese, ha dovuto modificare i servizi di collegamento, in particolare per i roghi che hanno interessato Pescara e Fossacesia (Chieti). Scene drammatiche a Pescara per un incendio che sta devastando la zona sud della città e in particolar modo la Pineta Dannunziana e i colli vicini con tre punti di innesco differenti. Le fiamme hanno raggiunto le abitazioni e si è verificato il fuggi fuggi dalle spiagge: le scintille spinte dal vento hanno fatto incendiare le palme degli stabilimenti balneari. Un disastro di proporzioni inimmaginabili. […] Oltre a quello di Pescara, sono in corso numerosi incendi che coinvolgono gran parte del territorio provinciale. Un rogo sta creando particolari problemi a Farindola (Pescara): sono state evacuate 31 persone e un ristorante. Incendi sono in corso anche a Penne, Bolognano, Caramanico, Città Sant'Angelo e San Valentino in Abruzzo Citeriore.

I comuni colpiti in provincia di Teramo sono stati Montorio, Sant’Omero, Fontanelle di Atri, Mosciano Sant’Angelo, Campli e Valle Castellana. Roghi anche nella Marsica.  

VASTO. Primo incendio già nella serata di sabato, roghi tra Punta Penna e Vignola, in contrada Incoronata e in contrada San Leonardo.

MONTEODORISIO. Fiamme nei pressi delle abitazioni, case evacuate. Cinque focolai in contrada San Bernardino.

ROCCA SAN GIOVANNI. Distrutta la pineta di Vallevò da fiamme che sono proseguite giungendo fin sulla Statale Adriatica anche in piena notte

CASALBORDINO. Fiamme ogni 700-800 metri, nel tardo pomeriggio si è incendiato anche un mezzo dei Vigili del Fuoco

ORTONA. Diversi focolai, fiamme nelle contrade e sulla costa, il rogo partito da Fosso Peticcio ha minacciato le abitazioni, lambiti anche insediamenti industriali

VAL DI SANGRO. Vasti roghi che hanno lambito l’ex discarica e sono arrivate non lontane anche dalla zona industriale, fuoco fin quasi al fiume Sangro, strada bloccata all’altezza del comune di Mozzagrogna, statale SS 635 Val di Sangro avvolta dalle fiamme per ore. Autostrada chiusa tra i caselli di Lanciano e Vasto, nella serata del primo agosto sospese le corse degli autobus per i lavoratori della zona industriale della Val di Sangro.

Inferno era temuto e inferno è stato, terrore poteva essere e terrore è stato. Bruciava sui vestiti il vento caldo sin dalla mattina, temperature altissime e quasi impossibile persino respirare e muoversi all’aria aperta. E fiamme altissime già dalla sera prima avevano iniziato a colpire, ad affondare il colpo, a ferire al cuore i territori. Nella regione in cui un mese fa sono stati colpiti con pesanti tagli la prevenzione e la lotta agli incendi, nelle province in cui riserve naturali sono più sulla carta che nella realtà o sono vigilate solo grazie all’abnegazione di volontari, nel lembo d’Italia in cui 4 anni dopo gli incendi sul Morrone ombre criminali si stagliano sempre ma nessuna verità, nessuna giustizia, nessuna parola certa e documentata sui responsabili è mai arrivata, l’anno scorso intorno L’Aquila scoppiarono i primi maxi incendi di un mese che si chiuse con il maxi incendio nella Riserva di Punta Aderci a Vasto. Quanto accaduto in queste ore, gli incendi che hanno devastato lungo tutta la costa riporta ai fatti di quattro anni. Alle minacce di alto livello, ai disegni criminali che muovono mani e fili contro i territori d’Abruzzo. Dieci anni fa ci si batteva per tutelare e valorizzare le ricchezze della tanto decantata e sbandierata «costa dei trabocchi» e la risposta – violenta, menzognera, aizzata, volgare e arrogante – fu «metteremo fuoco a tutto se vi azzardate». E la Riserva di Punta Aderci, così come altre aree ambientali tutelate, furono colpite da incendi immensi. Mentre scorrono le immagini e le drammatiche notizie su questi ultimi incendi sbuca dagli archivi quanto scrissi il 16 agosto 2013 per l’Associazione Antimafie Rita Atria e PeaceLink Abruzzo, alcune delle aree, quell’anno come troppo spesso in questi anni, colpite allora sono le stesse di oggi

https://www.peacelink.it/abruzzo/a/38874.html

 

Un attacco criminale, violento, un disegno eversivo, più che mafioso, pianificato in maniera militare come la più raffinata organizzazione terroristica esistente, contro l’Abruzzo. E quanto questa regione ad alti livelli da sempre preferisce le lobby al bene collettivo, gli interessi di pochi a quelli di tutti, la speculazione e il saccheggio alla tutela. In uno Stato in cui,  come stiamo vedendo anche in queste ore con la «restaurazione dell’ingiustizia» sui reati ambientali, i reati ambientali tutto sono considerati tranne che gravi e da combattere seriamente. In cui abbiamo ai vertici della nazione e dei media sguaiati, volgari, ignoranti, schifosi negazionisti dei cambiamenti climatici. Nel Paese sporco dagli orrendi burattini, ci sono inchieste giornalistiche approfondite e documentate, nel taglio delle risorse e nella disorganizzazione peggiore possibile menti raffinatissime, colletti bianchi di alto livello, affaristi senza scrupolo e settori delle istituzioni che una volta erano definite «deviate» (una volta qualcuno disse che «i servizi segreti deviati non esistono, sono deviati per natura») lucrano e girano miliardi e potere anche sulla prevenzione e sugli appalti di aerei anti incendio.

Quattro anni fa la Direzione Nazionale Antimafia in una relazione semestrale lanciò il monito: termini come ecomafie sono ormai superate, le mafie e i colletti bianchi sono di livelli sempre più alti e raffinati, si sono fatti sistema. Di dominio, di potere, fagocitano interi settori economici, li deviano e decidono le sorti di territori. Quella che una volta era la zona grigia tra imprenditori, politica collusa, colletti bianchi e mafiosi oggi è molto ma molto più organizzata, dominante, di alto livello.

FOTO CASALBORDINO, CONTRADA SAN LEONARDO A VASTO E INGRESSO AUTOSTRADA CON AVVISO CHIUSURA CASELLO

ORTONA

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Sia maledetto chi accese il fuoco.

Sia maledetto chi nega il cambio climatico

Sia maledetto chi non decide

Sia maledetto chi semina cemento verticale e cancella giardini e boschi orizzontali.

Sia benedetto chi ferma l'incendio rischiando la propria vita.

Brucia la città che mangia la campagna.

Brucia il fiume che sparisce in un canale di cemento.

Brucia la spiaggia che diventa pizzeria, ristorante, piscina, discoteca, palestra.

Brucia l'albero, colpevole, perché rimase troppo vicino alle case, non si allontanò, non si arrese, incendiò.

Brucia il campo abbandonato che torna bosco

Brucia la collina bucata e trafitta dal tunnel.

Brucia l'asfalto che dal sottosuolo risalì granello dopo granello su strade e ponti.

Brucia la pineta: quel buco verde non provò vergogna in quella distesa di grigio cemento.

Bruciano le parole, che non si sanno dire

Bruciano le parole che non si fanno ascoltare in tempo di pace

Bruciano le parole di scherno che diventano pianto.

(il segretario provinciale di Pescara del Prc Corrado Di Sante, militante e attivista sociale, politico, ambientalista storico, sempre in prima fila con generosità e schiena dritta in un post facebook)