Amianto gettato a bordo strada

Rifiuti di ogni tipo gettati ovunque ai confini tra Vasto, San Salvo e Cupello, micro discariche alimentate costantemente da incivili.

Amianto gettato a bordo strada


Periferie assediate da discariche abusive di ogni tipo. È quanto nel 2008-2009 denunciammo sul sito di PeaceLink Abruzzo sulla situazione a Vasto.

Sono passati quasi vent’anni ma la situazione, nonostante denunce ripetute, continue e costanti, è probabilmente anche peggiorata. La zona nord della città, il confine con San Salvo e Cupello è tra i luoghi più assediati dall’inciviltà e da personaggi che così facendo commettono gravi reati ambientali.

È una piaga comune a tanti luoghi delle periferie vastesi. In alcuni punti l’esasperazione dei residenti può portare a forme di protesta dai toni alti. In contrada Lebba (una situazione da noi documentata già tre anni fa) fa qualcuno, per protestare per lo stato in cui l’inciviltà ha deturpato la zona, ha scritto “discarica” sul cartello stradale. In via Acquedotto delle Luci sotto un cavalcavia autostradale, in pochi metri, è stato gettato di tutto. E una mano anonima ha espresso con un cartello di cartone l’esasperazione cittadina. 

La galleria che pubblichiamo oggi è una galleria di foto che documenta la situazione sulla strada che da contrada Sant’Antonio a Vasto conduce verso Cupello e poi la svolta verso San Salvo. Rifiuti di ogni tipo e, a bordo strada, anche lastre di amianto. Come è accaduto su via Salce, la situazione da noi ripetutamente documentata in questi anni. Nonostante vari interventi di pulizia e bonifica e di messa in sicurezza e consolidamento della strada anche in questi giorni, come documentano alcune foto, c’è chi ha sfoggiato la sua vergognosa inciviltà. 

Nel febbraio 2012 l’Abruzzo fu colpito da una fortissima nevicata. Nelle prime ore il TGR Abruzzo realizzò un’intervista entrata nella storia di questa regione e che portò alla nascita di un personaggio iconico e indimenticabile, Giustino da Chieti.

Poche parole tra saggezza popolare e capacità di adattamento ad ogni avversità che, oltre ad essere entrato per sempre nell’immaginario collettivo, possono portare ad una riflessione semplice quanto immediata: ci sta lu cummun, ci sta la province (riprendendo il dialetto espresso da Giustino) e non solo ma ci stanno soprattutto il rispetto e la civiltà. E un po’ di civiltà e rispetto ciascuno non farebbe male a nessuno e, anzi, farebbe bene a tutti.