Antonio Ingroia: «il primo nemico è la rassegnazione»

INTERVISTA. Antonio Ingroia, ex PM e oggi avvocato antimafia, presidente di Azione Civile, si candida a sindaco di Campobello di Mazzara, nella terra di Matteo Messina Denaro: «la sfida principale è quella di essere ambiziosi e convinti che le cose davvero possono cambiare».

Antonio Ingroia: «il primo nemico è la rassegnazione»
Conferenza stampa presentazione

Campobello di Mazara, poco più di 11.000 abitanti in provincia di Trapani, è tra i comuni siciliani chiamati al rinnovo del sindaco e del consiglio comunale il 4 e 5 ottobre prossimi. L’autonomia regionale consente alla Regione Sicilia di scegliere una data diversa rispetto alle disposizioni nazionali.

Una cittadina – si presenta sul sito istituzionale -  con «secoli di storia, paesaggi di rara bellezza e il parco archeologico delle Cave di Cusa, un sito unico al mondo per le sue peculiarità», accogliente per turisti e visitatori, «a vocazione prevalente agricola che vanta estesi campi coltivati a ulivi secolari a cui si affiancano vitigni, agrumeti e mandorleti», collegata dalla rete stradale ed autostradale a pochi chilometri dai principali poli turistici e a circa un’ora d’auto dal capoluogo siciliano.

A pochi passi sorge Castelvetrano, il comune di origine del latitante mafioso per eccellenza, Matteo Messina Denaro. La procura di Marsala per vari anni è stata guidata da Paolo Borsellino, al cui fianco iniziò l’attività da magistrato Antonio Ingroia. E quest’anno Ingroia, avvocato antimafia e presidente del movimento politico nazionale Azione Civile, grazie all’unità d’intenti di vari movimenti civici e politici locali si candida a sindaco nelle elezioni comunali che si terranno tra meno di un mese. 

Dott. Ingroia, dopo l’annuncio della sua candidatura a sindaco di Campobello di Mazzara alle prossime comunali di ottobre alcuni organi di stampa nazionali hanno fatto riferimento ad una sua «terza vita politica», dopo le esperienze considerate negative di Rivoluzione Civile e Lista del Popolo. Può raccontarci la sua attività politica di questi anni e di Azione Civile?

«È una sorta di semplificazione giornalistica, spesso anche a fini denigratori su alcuni risultati elettorali negativi omettendo quelli positivi. Si fa riferimento alla Lista del Popolo, dove peraltro ci siamo presentati in alcuni collegi e quindi da questo punto il risultato non ha valore, e mai alle elezioni europee quando L’Altra Europa con Tsipras (2014), nella quale Azione Civile era tra i promotori, elesse tre rappresentanti al Parlamento Europeo. In quelle elezioni in particolare Azione Civile puntò su Barbara Spinelli. Così come non si fa spesso riferimento al referendum costituzionale (2016), quando Azione Civile fu tra i maggiori promotori del no a quella che definii «contro riforma costituzionale Renzi-Boschi». Anche in quell’occasione abbiamo vinto e Renzi subì una fragorosa sconfitta, promise che avrebbe smesso di fare politica ed invece è rimasto in sella. Cercando addirittura l’anno scorso di rubarci il nome di Azione Civile, movimento politico che nel 2013 realizzò un risultato unico nella storia insieme ad altri soggetti politici: in poco più di un mese raccolse 800.000 voti circa, non entrando in Parlamento solo per colpa di una legge elettorale incostituzionale che permise a partitini che ottennero poco più di 100.000 voti entrarono solo grazie a quella legge elettorale.

Azione Civile in questi anni è stato soprattutto un movimento politico di sollecitazione, di opinione e per la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, impegnato in battaglie importanti rispetto alle quali la partecipazione elettorale – referendaria o politica – costituisce solo l’iceberg di un lavoro sui territori che ha dato e continua a dare risultati e soddisfazioni, portando alla diffusione del movimento su tutto il territorio nazionale. Sicuramente con un forte radicamento in Sicilia, come dimostra questa consultazione elettorale nella quale Azione Civile insieme ad altri soggetti ha espresso la mia candidatura a sindaco a Campobello di Mazara. Una cittadina di grande significato dal punto di vista simbolico e non solo: terra di mafia, di Matteo Messina Denaro, dove si prova anche una sfida per cercare di valorizzare le straordinarie risorse economiche locali. A partire dall’agricoltura e dal turismo, che può far leva sulle bellezze ambientali del territorio. Così come Marsala dove abbiamo confermato l’accordo con il locale Movimento 5 Stelle e appoggeremo il candidato sindaco da loro espresso, candidatura che sarà presentata ufficialmente lunedì 7 settembre».

La sua candidatura e l’unità d’intenti con il movimento civico «Cambiamo Campobello», «Cento Passi» (il movimento di Claudio Fava) e il locale meetup del Movimento 5 Stelle come sono nati?

«Sono nati dai primi contatti formali con i quali gli esponenti di alcuni movimenti politici e civici locali hanno costituito questo comitato all’insegna di una politica nuova e del cambiamento, da cui il nome «Cambiamo Campobello», che mi hanno proposto questa candidatura. Una scelta che sta rivelando una sua forza chiamando una persona con la mia storia personale per dare un forte segnale di cambiamento, che in tutta la provincia di Trapani è necessaria. La mia storia personale è fortemente legata a questo territorio: dall’origine di alcuni miei familiari all’inizio della mia storia professionale da magistrato a Marsala, sostituto procuratore accanto a Paolo Borsellino. Sono stato anche un periodo commissario della provincia di Trapani. Conosco quindi bene le opportunità che questo territorio offre così come i limiti, le difficoltà e la totale inadeguatezza della classe politica che lo ha gestito».

Tra i promotori di «Cambiamo Campobello», la lista che promuove la candidatura a sindaco di Antonio Ingroia, ci sono quindi il consigliere comunale uscente Tommaso Di Maria e il locale gruppo del Movimento 5 Stelle. Il senatore 5 Stelle Santangelo, delegato per il coordinamento degli Enti locali del movimento, ha affermato che la lista non ha il loro appoggio ufficiale. «Nessuna autorizzazione all'utilizzo del simbolo è stata concessa sul territorio di Campobello di Mazara» ha dichiarato il deputato all'Assemblea Regionale Siciliana Antonio De Luca secondo cui «l'adesione del consigliere comunale uscente del Movimento 5 Stelle alla lista che vede Ingroia candidato sindaco è stata fatta a titolo puramente personale».  Di Maria aveva, in realtà, già reso noto di non aver mai ricevuto risposte alle sue richieste al Movimento 5 Stelle, dopo «mesi di attesa», e che quindi porta avanti il suo impegno con il meetup locale. 

Quali saranno le direttrici della campagna elettorale e dell’azione amministrativa di un futuro sindaco Antonio Ingroia?

«La sfida principale è quella di essere ambiziosi e convinti che le cose davvero possono cambiare, il nemico principale è la rassegnazione. Che non possa cambiare nulla, che in terra di mafia ci devi scendere a patti, che il cittadino deve fare piccoli accordi di bottega con il politico clientelare che ha amministrato oppure lasciare il territorio. Campobello di Mazara vive questa situazione: la popolazione va diminuendo anno dopo anno, i giovani scappano via cercando altrove opportunità.

Questo territorio ha grandi risorse, alla conferenza stampa di presentazione ho detto che Campobello è come una gemma incastonata nella roccia – una roccia fatta di mafia, corruzione, malapolitica, burocrazia, inettitudine, inadeguatezza, incompetenza – e la sfida è quella di tirare fuori la gemma dalla roccia e salvarla prima che sia troppo tardi. Una sfida che si può vincere con l’aiuto di tanti cittadini. Dobbiamo quindi essere convinti che si può vincere e convincere tanti cittadini a non rassegnarsi ed impegnarsi. Si può fare coniugando legalità e sviluppo, dimostrando che conviene la legalità collegata ad un progetto di sviluppo delle risorse del territorio. Non esiste vero sviluppo senza legalità e la legalità deve essere legata allo sviluppo. Ci sono progetti per cercare di attivare e potenziare un circuito virtuoso che colleghi turismo e industria locale, soprattutto nel settore agricolo e di trasformazione dei prodotti agricoli, realizzando un patto sociale tra lavoratori ed aziende sane per far si che i giovani non debbano più scappare da questo territorio».

Tornando alla sua storia personale, ai suoi detrattori che anche in questi giorni sono tornati alla carica, se li avesse davanti quali risposte darebbe?

«Potrei rispondere che in larga parte sono solo dei poveracci che attaccando me cercano di vivere di luce riflessa, si parla di molti di loro solo nel momento in cui mi attaccano. Sottolineo che non si è mai parlato nei grandi mass media nazionali di una cittadina come Campobello di Mazara prima d’ora se non in occasione di grandi retate ed operazioni di mafia. La mia storia da magistrato e il mio impegno politico, civile e sociale parla da solo, non ho bisogno di replicare a certe sciocchezze alimentate anche da meschinità, piccole invidie e cattiverie fine a se stessi».