«Bisogna spegnere la prepotenza dell'uomo più che un incendio»

Siamo entrati nel terzo millennio, e dovremmo interrogarci sullo "stato della Terra", riflettere sui presupposti di valore e culturali, prima ancora che sociali ed economici, sui quali si fonda il mondo nel quale viviamo. Un mondo sempre più squilibrato, quasi capovolto rispetto ai veri bisogni dell'umanità.

«Bisogna spegnere la prepotenza dell'uomo più che un incendio»
Foto di stokpic da Pixabay

Ogni tanto è necessario ed opportuno fermarsi a riflettere. Lo si fa sempre meno, perchè si corre senza sapere perchè e verso dove.
Siamo entrati nel terzo millennio, e dovremmo interrogarci sullo "stato della Terra", riflettere sui presupposti di valore e culturali, prima ancora che sociali ed economici, sui quali si fonda il mondo nel quale viviamo.
Un mondo sempre più squilibrato, quasi capovolto rispetto ai veri bisogni dell'umanità.
Un mondo nel quale il venti per cento più ricco ha un reddito pro capite sessanta volte superiore a quello del venti per cento più povero.

Un mondo nel quale 180 milioni di bambini soffrono di denutrizione e 8500 di loro muore ogni giorno di fame.
Un mondo nel quale l'ingiustizia sociale cresce a dismisura, dissimulata e taciuta da quasi tutti i governi e dai grandi mezzi di comunicazione.
Un mondo dominato dall'egoismo dei singoli, dei gruppi sociali e dei popoli che vivono nelle nazioni più ricche.
Un mondo che ha elevato il profitto e il denaro, in tutte le loro possibili articolazioni, quali cifra di una agognata "crescita" senza un vero sviluppo.
Un mondo nel quale il criterio identificativo dei rapporti interpersonali e collettivi è la prepotenza dei forti nei confronti dei deboli.
Questo mondo non mi piace.
Lo so bene, posso fare poco per cambiarlo.

Ma ritengo doveroso suscitare la riflessione e diffondere consapevolezza.
Se queste diventassero patrimonio di molti forse, un giorno, i nostri figli e nipoti riusciranno nell'impresa.
Diceva Eraclito: "Bisogna spegnere la prepotenza dell'uomo più che un incendio"!