DUBBIO E OSSERVAZIONE

DUBBIO E OSSERVAZIONE

In questi giorni mi è capitato di vedere un video in cui si parlava dei “giovani”. Di come sono trattati dai “grandi”, di come non vengono messi alla prova per paura delle loro limitate capacità e via dicendo. C'è un grosso “MA” del passato che incombe sulla nostra giovane società ovvero che le grandi menti del passato hanno fatto le loro scoperte ad età molto giovane: Einstein ha scoperto la sua formula a 21 anni ad esempio. Per citarne uno su tutti.

Oggi, mia figlia Francesca, 17 anni, mi ha fatto leggere un brano che ha scritto interpretando i pensieri di due grandi del passato: Galilei e Rovelli passando, poi, per Rousseau. Mi ha colpito la semplicità del suo ragionamento e, allo stesso tempo, l’aver colto nel segno le cose che due pensatori di epoche diverse avevano interpretato a loro modo… in un modo che, oggi, vuoi la tecnologia, vuoi le coccole dei genitori, i nostri giovani non sempre riescono a cogliere.

Ecco il suo testo:

«Galilei “la scienza procede per tentativi ed errori”Questa concezione della ricerca scientifica non è direttamente proporzionale al variare del tempo; infatti, il continuo interrogarsi, sperimentare ed ipotizzare, era proprio della scienza del 1600, così come lo è per gli scienziati di oggi. E ciò lo si può notare già dall’inizio di un brano del fisico Carlo Rovelli in cui, all’inizio si chiede quale sia il posto occupato dall’uomo nel mondo, per poi giungere ad una conclusione articolata: la complessità sta nel dubitare.

A partire dal XVII secolo, si parla della cd “rivoluzione scientifica”. Grazie a questo processo, le persone del “mestiere e non”, hanno cominciato ad osservare la realtà con occhi diversi, perché hanno iniziato a mettere in dubbio tutto ciò che era visibile e non.

Il dubbio, quindi, è la causa che scatena la voglia di conoscere e, di conseguenza, di arrivare ad una verità plausibile.

Questo è un po’ ciò che accade anche oggi.

La sete di conoscenza per mandare via ogni incertezza, porta gli uomini a chiedersi il perché delle cose e come si verificano.

L’elemento da correlare è l’osservazione.

In questo secolo è evidente che le persone sono distratte e, talvolta, non si cimentano troppo nell’osservare. Ma, se solo provassero a modificare questo aspetto minimamente, si renderebbero conto delle meraviglie che il mondo ci offre e, conseguentemente, riuscirebbero a comprendere il vero senso che si cela dietro la citazione di Rousseau c’è un libro sempre aperto per tutti gli occhi: la natura”.

D’altro canto, la ricerca non si ferma mai e, anzi, ogni essere umano ha la possibilità di osservare ciò che più lo affascina, interrogarsi su un aspetto in particolare e, magari, a seguito di ricerche, giungere ad una conclusione.

Si è sempre stati incerti su determinati argomenti, come la natura dell’uomo. Ma, come scrive Rovelli, “del mondo che vediamo siamo anche parte integrante, non siamo osservatori esterni” (non siamo eterni). Per cui, facendo parte di questa terra, ogni individuo ha la possibilità di pensare, andando oltre quelle che sono delle certezze e cambiare il mondo».

Oggi la nostra vita è davvero frenetica, non abbiamo tempo e, quel poco che abbiamo, spesso lo passiamo davanti alla tv, al pc, sui social e perdiamo di vista la vera osservazione del mondo. La natura oppure un libro, possono essere utili strumenti per cercare di arrivare a capire le domande eterne dell’universo. Ma in quanti hanno voglia di avere risposte?

I nuovi dubbi che attanagliano la nostra epoca sono troppo diversi da quelli del passato e, forse, questo aspetto potrebbe portarci a perdere di vista molti problemi che, ancora oggi, non hanno risposte.