Borsellino: 'Immagino che ci sia anche qualcuno che consiglia i miei nipoti e l'avvocato Trizzino, probabilmente tra i Ros, che ho sempre condannato'

Sono state diverse, da ottobre ad oggi, le audizioni in commissione parlamentare antimafia di Salvatore Borsellino e del suo legale Fabio Repici e i commenti a seguito delle audizioni dell'avvocato Trizzino e di Lucia Borsellino

Borsellino: 'Immagino che ci sia anche qualcuno che consiglia i miei nipoti e l'avvocato Trizzino, probabilmente tra i Ros, che ho sempre condannato'

Su affariitaliani.it, Salvatore Borsellino rilascia un'intervista a seguito dell'audizione della nipote Lucia Borsellino e del suo legale Fabio Trizzino:

“Io immagino che ci sia anche qualcuno che consiglia i miei nipoti e l'avvocato Trizzino, probabilmente tra i Ros, che invece io ho sempre condannato, perché hanno grosse responsabilità morali nonostante le assoluzioni.

Ritengo che la strage di via d'Amelio sia stata un delitto di Stato, e non solo di mafia. Dicono che la mafia non può essere diretta da nessuno? Io invece dico che è stata utilizzata anche da pezzi deviati dello Stato, il cosiddetto 'deep-State', responsabile del golpe avvenuto tra il 1992 e il 1993 con il cambio degli equilibri politici.

Anche per questo motivo non capisco gli attacchi rivolti a magistrati come Scarpinato e Di Matteo, persone che hanno dedicato la loro vita, mettendola anche a repentaglio, a cercare di far luce sulle morti di Falcone e Borsellino. Si tratta di posizioni assolutamente sbagliate e inconcepibili.”

Poi sulle parole della nipote in riferimento alla presenza di un'agenda marrone, oltre quella rossa, afferma così:

“si tratta di una rubrica contenente numeri di telefono, di magistrati e familiari. Quell'agenda venne trovata nella borsa di mio fratello, e riconsegnata ai suoi figli.

Ma sinceramente non comprendo come mai dopo trent'anni loro abbiano deciso di consegnare una scansione alla Commissione antimafia, e cosa pensano che si possa trovare.

Anche perché immagino che di questa agenda, prima di essere riconsegnata, sia stata fatta una copia al tempo.”

Poi, riferendosi all'agenda rossa e trovandosi d'accordo con la nipote, afferma:

“sono certo che la mattina del 19 luglio 1992 Paolo avesse con sé l'agenda rossa. Dal 23 maggio di quell'anno, infatti, non si era mai separato da essa, la adoperava per trascrivere tutto ciò che non veniva verbalizzato negli interrogatori ai collaboratori di giustizia, per esempio di Gaspare Mutolo, Leonardo Messina.

E poi mio fratello annotava le proprie riflessioni. Quella sì che è un'agenda importantissima, la chiamo la 'scatola nera' della strage di via d'Amelio”.

In una delle audizione il legale Fabio Repici afferma che:

“L'analisi di una mole di documenti significativa, che ho portato alla vostra attenzione, mi consenta di dire serenamente, che la causale mafia-appalti la possiamo definire una sorta di pista palestinese su via d'Amelio se vogliamo richiamare il tentativo di depistaggio avvenuto per la strage alla stazione di Bologna

Continua dicendo

“Dissento anche dal mio assistito Salvatore Borsellino, secondo cui il dossier mafia-appalti potrebbe essere stata una concausa. Io dico che non è stata neanche una concausa: pensare che un generale e un tenente colonnello dei carabinieri si siano tenuti questo segreto fino al 1997 è una cosa inenarrabile.

Quando per la prima volta Mori e De Donno tirarono fuori le indagini mafia-appalti, fu per legittimi interessi difensivi.”

“La propaganda mistificatoria della realtà su mafia-appalti è la stessa che ne 1992-93 nascondeva la completa informazione sui curricula di quegli uomini: mi ha lasciato enormemente impressionato quando appresi che un noto geometra della provincia di Caltanissetta, Giuseppe Li Pera, era tornato a fare l'imprenditore, destinatario di sequestri di beni arrivato a confisca nel 2022 o 2023. la cosa che mi ha impressionato è che in quegli anni, nel 2018 al momento del sequestro, Li Pera aveva avviato in collaborazione con una società fondata dall'ex colonnello De Donno e con principale collaboratore Mori.

Percorsi che in origine avevano avuto un indirizzo, trovavano nuova connessone a decenni di distanza.”

(Li Pera uno dei principali indagati in Mafia e appalti).

immagine di Paolo Bassani

Altre cose sono state dette e portate alla conoscenza di tutti nelle audizioni seguenti:

“Le stragi del 1992 e del 1993 sono state stragi per abbattere la Prima Repubblica. Le stragi di Capaci e di via d'Amelio e anche le altre stragi hanno avuto come vittime non solo magistrati, poliziotti e comuni cittadini ma anche la Prima Repubblica. L'uomo che ha incarnato la Prima Repubblica si chiamava Giulio Andreotti e non c'è dubbio, come sentenze passate in giudicato hanno attestato, che la strage di Capaci ha avuto come primo e immediato effetto la impossibilità di Giulio Andreotti di ascendere al Quirinale, operazione che nei fatti non solo era possibile, ma probabilmente già in atto”,

ha sottolineato il legale, rimandando su questo

“alle dichiarazioni di chi secondo sentenze irrevocabili è stato il principale esecutore della strage di Capaci e cioè Giovanni Brusca”.

Poi, sempre il legale di Salvatore Borsellino, porta in vista l'interesse di Paolo Borsellino verso il collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero, il quale aveva parlato per primo ai carabinieri dei boss importanti come Marco Tullio Troia e Salvatore Biondino:

“Leggendo un'ordinanza di custodia cautelare io ho scoperto un dato che a me era sconosciuto e cioè che il 15 gennaio del 1992, quindi fra Capaci e via d'Amelio, ci fu una riunione di coordinamento di indagini fra le procure di Palermo e Caltanissetta in relazione al collaboratore di giustizia, Alberto Lo Cicero.

A quella riunione di coordinamento investigativo, scopro da questa ordinanza, ha partecipato Paolo Borsellino. Qual è il punto? Il punto è che questa ordinanza mi ha dato la plastica dimostrazione di quanto ancora oggi noi siamo portati fuori strada da false piste, dai depistaggi compiuti nascondendo elementi di prova. Non c'è un processo nel quale si sia accertato cosa ha fatto Borsellino tra il 23 maggio e il 19 luglio 1992”

immagine di copertina presa da 19luglio1992.com

 

 

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L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»