La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/9

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 9^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/9

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)


LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

4.3 Mercoledì 11 febbraio 2004

Mercoledì 11 febbraio 2004 Attilio Manca non aveva impegni di lavoro né a Viterbo, né, probabilmente, a Roma. Per le ore 19.00 circa, però, aveva fissato due giorni prima un appuntamento con il primario di urologia dell’Ospedale Agostino Gemelli di Roma, il prof. Gerardo Ronzoni, appuntamento al quale, senza avvertire, non si era presentato.

In tutta la giornata dell’11 febbraio, nonostante i ripetuti sms e le chiamate effettuate da Loredana Mandoloni e da altri amici e colleghi, nessuno riceveva notizie da Attilio Manca.

Solo i genitori hanno dichia­rato di aver ricevuto, in mattinata, una telefonata dal figlio, durante la quale questi chiedeva loro di controllare e di riparare la motocicletta che si trovava nella casa di villeggiatura di famiglia, in località Tonnarella, affinché fosse pronta per agosto. Di questa telefonata non vi è traccia nei tabulati forniti dalle compa­gnie telefoniche, nè nell'elenco delle telefonate riportato nel cellulare di Attilio Manca ritrovato nel suo appartamento al momento del rinvenimento del cadavere.

Nelle settimane seguenti l’uccisione del figlio, i genitori di Attilio Manca scopriranno che la moto alla quale questi aveva fatto riferimento nell’ultima telefonata, parcheggiata nella citata residenza estiva a Tonnarella (contrada a metà strada tra i comuni di Terme Vigliatore e di Furnari, entrambi in provincia di Messina), era perfettamente funzionante.

La assenza di riscontro documentale alle parole dei genitori di Attilio Manca non può però escludere la sussistenza della circostanza da loro riferita riguardo il contatto telefonico avuto con il figlio l’11 febbraio 2004 in ragione di alcune considerazioni che mal si conciliano con la assunta fallacità del loro ricordo.

In primo luogo deve rilevarsi che, secondo quanto riferito da Loredana Mandoloni e Maurizio Candidi, la madre di Attilio Manca riferì loro sin dalla mattina del 13 febbraio 2004 di aver parlato il precedente giorno 11 con il figlio Attilio, circostanza poi confermata anche dal di lei marito, il signor Gioacchino Manca.

La frequenza dei rapporti telefonici giornalieritra il medico e la famiglia, inoltre, è attestata dai numerosi contatti registratisi nei giorni precedenti: sei il 10 febbraio, sette il 9 febbraio, otto l’8 febbraio, sette il 7 febbraio e così anche nei giorni ancora precedenti. Appare quindi poco verosimile che i genitori di Attilio Manca non ricordassero con precisione l’ultimo contatto avuto con il figlio prima del suo decesso ed altresì, la estrema frequenza dei loro rapporti telefonici può far ragionevolmente ritenere che questi si sarebbero allarmati di un così prolungato silenzio.

Peraltro, nei tabulati telefonici dei coniugi Manca del 10 febbraio 2004 non è presente alcuna telefonata in orario coevo a quello della riferita telefonata dell’11 febbraio da loro riferita, per cui non è possibile neanche ipotizzare che i genitori di Attilio potessero aver confuso il mercoledì con il giorno precedente. Ostativa ad una ricostruzione che fissi il decesso di Attilio Manca nella notte tra il 10 e l’11 febbraio sono, poi, anche le dichiarazioni rese da Angela Riondino, vicina di casa del medico, che risulta aver riferito di aver sentito chiudere la porta di casa del suo unico vicino nella notte tra l'11 ed il 12 febbraio.

Appare opportuno evidenziare, altresì, come l’orario della chiusura della porta riferito dalla predetta Riondino sia sostanzialmente sovrapponibile con l’ora della morte di Attilio Manca indicata dal medico del 118, dott. Giovan Battista Gliozzi. 
Rimane tuttavia il contrasto tra le dichiarazioni dei genitori di Attilio Manca, pure sostenute da argomenti di carattere logico, e l’assenza di riscontro nei tabulati telefonici dei contatti riferiti.
Al riguardo deve, però, essere evidenziato che, analizzando la docu­mentazione processuale e, in particolare, gli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria per verificare l’esistenza del contatto dell’11 febbraio mattina, sembra che siano stati incrociati i dati delle utenze telefoniche in uso ai coniugi Manca e quella intestata ed
in uso a figlio Attilio, ma non quelli relativi all’utenza fissa dell’abitazione dei Manca.

Compare, viceversa, l’elenco dei contatti avuti i giorni 10 e 11 gennaio 2004 Verosimilmente una « svista », significativa della superficialità con la quale furono svolte le indagini dall’autorità giudiziaria di Viterbo.

Va inoltre sottolineato quanto espressamente riferito dalla Telecom Italia, in occasione della risposta alla richiesta dei tabulati telefonici inoltrata dall’A.G. viterbese.

La compagnia telefonica, infatti, segnala che « il tabulato potrebbe non documentare chiamate per problemi tecnici non prevedibili nè rilevabili. Telecom Italia, su richiesta delle singole Autorità, è a disposizione per effettuare apposite ulteriori elaborazioni ed estrazioni di dati che possano eventualmente integrare quanto contenuto nel presente tabulato».

Non risulta che la procura della Repubblica di Viterbo abbia mai richiesto integrazioni.

Deve poi evidenziarsi, quale ultimo elemento di particolare importanza riguardo il mancato riscontro sui tabulati della telefonata di Attilio Manca dell’11 febbraio mattina riferita dai suoi genitori, che dall’elaborazione dei tabulati telefonici richiesta dalla Procura della Repubblica di Messina, che ha aperto un procedimento parallelo su denuncia dell’avvocato della famiglia Manca (procedimento che sarà trattato nei successivi capitoli), è stato possibile conoscere l’esistenza di altre due utenze intestate al medico.

Si tratta di utenze non nella sua esclusiva disponibilità, visto che queste (come è possibile vedere dalla tabella sottostante) hanno avuto diversi contatti (la prima addirittura 894) con l’unica utenza conosciuta del Manca ed a lui certamente in uso esclusivo. 

Sarebbe stato utile richiedere una integrazione istruttoria alle diverse compagnie telefoniche interpellate ma, visto il tempo trascorso, non è più possibile.
Attilio Manca aveva poi intestata una terza utenza, verosimilmente a lui in uso durante i turni di notte in ospedale, poiché nella sua rubrica telefonica il numero era salvato sotto il nome «Mio Notte». 

Tornando all’11 febbraio e al « silenzio telefonico » che emerge dai dati in uscita dei tabulati dell’utenza in uso (40) ad Attilio MANCA, si può notare che questa alle 08:48:21 riceveva il primo di tanti contatti in entrata.
Questo lo schema acquisito dall’elaborazione dei tabulati dell’11 febbraio dell’utenza in questione: Come si evince dal tabulato sopra riportato, i primi contatti, dallo scadere della mezzanotte dell’11 febbraio 2004, sono SMS da parte dell’utenza nr. 4916, intestata alla « TIM – Gestione clienti prepagati».

Potrebbe essere utile accertare cosa possano segnalare questo tipo di messaggi e se possano essere ricondotti ad un tentativo di contatto verso un apparecchio cellulare in quel momento spento. E' facile comprendere l’importanza del dato, che potrebbe confermare il permanere in vita di Attilio Manca nella mattina dell’11 febbraio. 

 

L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI 

Omicidio Manca: «In questa storia ci sono anche gli apparati deviati dello Stato»

 

 

LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2

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- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/5

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/6

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/7

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/8


 

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ANTEPRIMA/1. Le parole della signora Manca (madre di Attilio): «Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»


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