Contro i licenziamenti una vertenza generale: «OCCUPARE, ESPROPRIARE, NAZIONALIZZARE!»

PER UNO SCIOPERO GENERALE. L'intervento del PCL Molise: «Spremuti come limoni, poi gettati via come ferrovecchio. È il risultato degli ultimi anni di ripiegamento del movimento operaio italiano con riflessi anche nel Molise.  Le poche ore di sciopero dai vertici confederali proclamate a Temoli come del resto in Italia contro i licenziamenti, sono evidentemente insufficienti ed ipocrite.»

Contro i licenziamenti  una vertenza generale: «OCCUPARE, ESPROPRIARE, NAZIONALIZZARE!»

«I recenti inauditi licenziamenti alla Saint Gobain di Termoli sono emblematici per smascherare anche nel Molise la bufala secondo cui l'avviso comune tra Landini, Draghi e Bonomi avrebbe rappresentato una vittoria dei lavoratori e delle lavoratrici. Con lo sblocco dei licenziamenti i padroni non hanno perso tempo e anche nel Molise  se ne vedono le nefaste conseguenze

Non ne manda certo a dire il rappresentante del PCL Molise Tiziano Di Clemente che, con una nota, offre il suo punto di vista sulla situazione lavorativa molisana. 

«Il 30 giugno era una data garantita da Draghi a Confindustria ed i vertici sindacali hanno perpetrato l’ennesimo tradimento dei lavoratoriOgni volta le burocrazie sindacali portano a spasso i lavoratori tra ministeri, giunte regionali, consigli comunali, parroci, stampa locale, e ogni volta i lavoratori ne escono in condizioni peggiori e molto spesso in mezzo a una strada. Ogni volta si assiste alla parata di politici piccoli e medi di tutta la compagine parlamentare, che sgomitano per mettersi in mostra, lanciando appelli densi di oscena ipocrisia, tentando di innalzarsi sulle spalle dei lavoratori. 
Spremuti come limoni, poi gettati via come ferrovecchio. È il risultato degli ultimi anni di ripiegamento del movimento operaio italiano con riflessi anche nel Molise. 

Le poche ore di sciopero dai vertici confederali proclamate a Temoli come del resto in Italia contro i licenziamenti, sono evidentemente insufficienti ed ipocrite

 

«Di fronte all'onda d'urto dei licenziamenti annunciati - continua Di Clemente - occorre una svolta radicale di metodi d'azione, di organizzazione, di piattaforma. Sull’esempio della lotta iniziata alla GKN, nel segno di un fronte unico di classe, capace non solo di reggere lo scontro col proprio padrone nel Molise, ma anche di parlare alla generalità dela classe operaia molisana ed italiana.

Anche dal Molise occorre collegarsi in unità di lotta con i lavoratori e le lavoratrici della Whirlpool, Elica, Bekaert, ex Ilva, acciaierie di Piombino, Texprint, e ai lavoratori della logistica, che per le loro lotte combattive hanno subito forti repressioni e pagato con la morte di Adil, sindacalista del SI Cobas ammazzato durante un picchetto. Ma anche con gli altri che lottano isolatamente, a quelli che non hanno ancora voce ed quelli che si uniranno alla lotta.»

Ma in che modo? 
«Le fabbriche che licenziano vanno occupate, per impedire ai padroni di portar via i macchinari. 
Va organizzata la cassa di resistenza per sostenere la lotta prolungata. Va rivendicata la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio dell'azienda che licenzia per garantire il diritto incondizionato al lavoro. Va promosso anche dal Molise un coordinamento nazionale di tutte le lotte di resistenza, per fare di tante vertenze isolate una grande vertenza nazionale: per trasformare la debolezza di ognuno nella forza di tutti.

Va organizzato lo sciopero generale che dovrà essere prolungato e di massa!
Contro i capitalisti nazionali e internazionali e contro i loro governi, anche dal Molise,  va contrapposta l’unità di lotta della classe lavoratrice. Al fronte unico del capitale va contrapposto il fronte unico del lavoro!»