Duecento associazioni nazionali e locali scrivono a Governo, Parlamento e Commissione Europea su grandi opere e Valutazione di Impatto Ambientale

MAMME PER LA SALUTE DI VENAFRO. La tutela di salute, clima, biodiversità e paesaggio passi per valutazioni ambientali di piani e progetti svolte con rigore, trasparenza e partecipazione: ecco le nostre proposte. Da Friday For Future al Forum dell’Acqua, da Italia Nostra a centinaia di comitati locali: Ministero dell’Ambiente gravemente inadempiente sulle norme europee, serve immediato stop a progetti fatti male dopo ammissioni del presidente della Commissione V.I.A. nazionale.

Duecento associazioni nazionali e locali scrivono a Governo, Parlamento e Commissione Europea su grandi opere e Valutazione di Impatto Ambientale
Foto di JuergenPM da Pixabay

Un ampio fronte di 200 organizzazioni nazionali e locali ha inviato una lettera aperta al Presidente Draghi, ai ministri della Transizione Ambientale e della Cultura, alla Commissione Europea e ai parlamentari di ogni schieramento per chiedere una rigorosa applicazione delle normative comunitarie sulle procedure di valutazione ambientale relative a piani e grandi progetti.

Queste dovrebbero essere realmente connotate da trasparenza e partecipazione del pubblico nelle scelte come richiesto dall'Unione Europea e al contrario di quanto avviene in Italia.

Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) e Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.): si tratta di procedure ancora poco note al grande pubblico che invece dovrebbero essere centrali nella vita del paese visto che riguardano impianti energetici, raffinerie, gasdotti, porti, autostrade ecc..

Associazioni, comitati, reti di cittadini, da quelle nazionali come Friday For Future, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, Italia Nostra e tante altre, alle reti "Per il Clima Fuori dal Fossile" e "Mamme da Nord a Sud" fino a una miriade di associazioni e comitati locali da tutte le regioni da anni impegnati sul territorio e che hanno esperienza diretta delle imbarazzanti procedure di VIA condotte dal Ministero dell'Ambiente, si sono ritrovate in questo appello che reclama garanzie per la tutela di diritti primari, da quello alla salute a quello della tutela del paesaggio, della biodiversità e del clima.

In Italia le grandi imprese, invece di affrontare la sfida di vedersi valutare pubblicamente i propri progetti come prevedono le leggi internazionali, vivono queste procedure come fastidiosi orpelli. È lì, invece, che si dovrebbe vagliare la qualità della progettualità di un paese. Continuano quindi a chiedere di stravolgere le regole in una continua gara ad abbassare l'asticella delle tutele, peraltro conducendo il paese a continui fallimenti. Basti pensare che le norme sulla V.I.A. sono cambiate nel 2017 con il D.lgs.104/2007 per introdurre la solita e vacua "semplificazione".

La situazione è...peggiorata! Invece di trarre le dovute conseguenze nel 2020 si è pensato a introdurre altre modifiche nel DL "Semplificazioni", immediatamente da noi denunciate. Dopo pochi mesi proprio chi ha pensato di beneficiare di tali leggi ora grida al loro fallimento!

Recentemente il Presidente della Commissione VIA nazionale, il Dr. Atelli, ha ammesso candidamente e autorevolmente che l'ingorgo di 600 progetti attualmente in valutazione presso il Ministero dell'Ambiente - molti da diversi anni - è dovuto al fatto che anche i progetti fatti male, superficiali o incompleti, sono incredibilmente e irritualmente ammessi alla procedura invece di essere respinti subito. Così perdono tempo tutti, dai cittadini interessati agli enti locali impegnati in estenuanti lungaggini. Un vero e proprio "accanimento" per usare le parole del presidente Atelli che spesso finisce con l'approvazione di progetti rattoppati a furia di integrazioni con i cittadini che presentano preziose osservazioni usati nei fatti come meri "correttori di bozze" svilendo così il rapporto con le comunità.

Il 90% dei progetti alla fine ha comunque l'OK: viene da chiedersi come mai se hanno tali e tante criticità ammesse dagli stessi valutatori. Escono quindi pareri con decine o centinaia di prescrizioni che, secondo la Commissione Europea, sono un segnale di scarsa qualità di progetti che non avrebbero dovuto avere alcun seguito venendo respinti al mittente.

Addirittura da tempo associazioni e ricercatori segnalano inutilmente al Ministero casi spudorati di copia-incolla, strafalcioni, errori. Addirittura studi di impatto ambientale fatti attraverso foto e senza recarsi sul posto nonostante i progetti spesso valgano centinaia di milioni di euro. Per non parlare, poi, delle verifiche dell'ottemperanza di tali prescrizioni sui cantieri, che, quando va bene, vengono fatte da funzionari seduti a Roma sulle carte inviate dai proponenti.

È ovvia la reazione dei cittadini che si vedono arrivare progetti che mettono a rischio la qualità della vita. Il paradosso di questa corsa al ribasso è che a farne le spese sono alla fine i progetti meritevoli di attenzione che rimangono invischiati nelle lentissime e farraginose procedure ministeriali. Insomma, ci si chiede perché mai un'azienda dovrebbe puntare su una progettazione di qualità in queste condizioni.

Nella lettera aperta si avanzano numerose proposte, alcune delle quali già operative da anni in alcune regioni che paradossalmente sono più celeri nelle valutazioni della burocrazia ministeriale, a riprova che trasparenza e partecipazione e un dibattito maturo sono caratteristiche di un paese più civile e che le scorciatoie delle cosiddette semplificazioni falliscono clamorosamente quando hanno l'obiettivo di favorire i soliti noti che vedono nel solo profitto il loro orizzonte occultando le problematiche oggettive nascoste in troppi progetti.

Ad esempio, è letteralmente scandaloso che un punto cardine delle norme europee, la cosiddetta "inchiesta pubblica " sui progetti più controversi, prevista dal Testo Unico dell'Ambiente fin dal 2006, non sia mai stata attuata dal Ministero dell'Ambiente al contrario di diverse regioni che l'hanno avviata sugli interventi di loro competenza. Evidentemente, vista la qualità dei progetti, dobbiamo pensare che nelle stanze ministeriali si ritenga opportuno evitare qualsiasi dibattito pubblico.

Le proposte delle associazioni vanno dalla pubblicizzazione degli ordini del giorno della Commissione V.I.A. nazionale alla possibilità di fare audizioni, cosa prevista in alcune regioni (purtroppo ancora poche) e che garantisce in tempi certi un sereno confronto tra le parti, con i media che potrebbero approfondire ad horas i pro e i contro dei progetti in questione. Tutto a costo zero, tra l'altro.

Necessario, poi, un controllo reale sul campo sui cantieri, che sia trasparente e partecipato. Indispensabile rivedere i pareri di opere approvate dieci anni fa che per un incredibile gioco di leggi e leggine hanno provvedimenti V.I.A. "highlander", senza scadenza, in palese contrasto con i principi comunitari visto che oggi le condizioni ambientali e sociali e le conoscenze scientifiche sono radicalmente cambiate.

Nel DL "Semplificazioni", paradossalmente, invece di rafforzare le strutture esistenti e aprirle alla trasparenza, hanno pensato bene di introdurre una seconda commissione, per i progetti del Piano Clima Energia. Altra complicazione più che semplificazione, come ammesso oggi dal Presidente della Commissione V.I.A.. Noi l'avevamo detto; ai problemi complessi come quelli propri di una procedura come la V.I.A. se si risponde pensando di dare risposte di questo tipo alla fine il sistema va in tilt come puntualmente avvenuto. Le associazioni come sempre sono aperte al confronto sulle regole: in un momento storico così delicato la partecipazione dei cittadini nelle scelte e la trasparenza sono fondamentali. Noi ci siamo.

LETTERA APERTA DI 200 ASSOCIAZIONI/COMITATI SU VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (VIA) E ALTRE VALUTAZIONI AMBIENTALI Presidente Consiglio dei Ministri Commissione Europea - DG Ambiente Ministro della Transizione Ecologica Presidente della Commissione VIA nazionale Direzione Generale per le Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali - Ministero dell'Ambiente Ministro della Cultura Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio - Ministero della Cultura Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati Presidente della Commissione Ambiente del Senato Parlamentari della Repubblica Italiana Conferenza Stato - Regioni e province autonome Conferenza permanente Stato - Città e Autonomie locali Corte dei Conti ISPRA Istituto Superiore di Sanità

Siamo 200 associazioni, movimenti e comitati che da decenni si occupano di ambiente e salute in Italia. Da tempo ci confrontiamo, anche avanzando proposte operative e di riforma troppo spesso sono rimaste inascoltate, sullo stato di attuazione delle direttive europee concernenti le valutazioni e autorizzazioni ambientali e, in particolare, la Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), la Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.), la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) e l'Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.). Cogliamo l'occasione della nascita del nuovo Governo e dello sconcerto che ha suscitato in noi la lettura di un intervento su "Il Sole 24 Ore" del 19 febbraio del Dr. Atelli, attuale presidente della Commissione V.I.A.- V.A.S. del Ministero dell'Ambiente, per tornare a stigmatizzare le gravissime inadempienze del nostro paese circa la corretta applicazione delle norme comunitarie su queste materie che si riverberano poi negativamente sul livello di tutela di diritti costituzionali quali quello della tutela della salute e del lavoro (basti pensare, ad esempio, alle condizioni di insicurezza e salubrità del luogo di lavoro). Da tempo segnaliamo le inaccettabili carenze dei progetti ai quali il Ministero comunque consente di andare avanti nella valutazione quando dovrebbero essere rigettati immediatamente senza impegnare per anni cittadini, enti locali e organizzazioni.

Le procedure sono così diffusamente minate da gravi irregolarità che in questi anni siamo addirittura arrivati a diffidare esplicitamente il Ministero dell'Ambiente dall'usare i cittadini impegnati nelle osservazioni come veri e propri "correttori di bozze" dei progetti, dei piani e dei programmi sottoposti alle valutazioni ambientali. Infatti troppo spesso le preziose osservazioni depositate dai cittadini, dagli enti locali e dalle associazioni sono surrettiziamente usate per rimediare - nella stragrande parte dei casi solo formalmente - a gravissime lacune documentali.

Ebbene, ora arriva una candida ammissione nelle parole del Presidente della Commissione V.I.A. a confermare la bontà nelle nostre critiche.

Poiché stiamo parlando di progetti del valore di miliardi di euro che spesso cambiano in peggio la vita di migliaia di persone, vale la pena riportare integralmente un passaggio dell'intervento del Presidente Massimo Atelli "Riguardo alle lungaggini apparenti, una parte importante dipende dalla presentazione di progetti sin dal principio “problematici”.

Non tanto perché semplicemente di qualità inferiore alle attese, ma perché addirittura con importanti carenze strutturali, rispetto alle previsioni di legge. In questi casi, l’alternativa è tra fare un’applicazione letterale e un po’ formalistica della legge, con uno “stop alla partenza” (senza quindi neppure far partire il countdown della tempistica legale, sinché il progetto non raggiunga un accettabile stadio di completezza), oppure, invece, farsi in certa misura carico delle attese del Paese - laddove, beninteso, un buon progetto nell’immediato non si “veda” ancora nitidamente, ma lo si possa tuttavia ragionevolmente “intravedere” - assumendo un atteggiamento proattivo, attraverso le integrazioni del progetto originario da parte del proponente.

Sennonché, accade ancora troppe volte che, nel secondo caso, l’atteggiamento della Direzione ministeriale (che esamina il progetto in prima battuta) e della Commissione venga frainteso, e si risolva nell’aspettativa da parte del proponente di una sorta di dovuto soccorso istruttorio, quando non addirittura di situazioni al limite dell’accanimento terapeutico." Singolare a dir poco il passaggio sulle non meglio specificate "attese del paese", che non vorremmo siano forse più da intendersi come "attese del proponente", visto che spesso questi progetti hanno comportato danni ai territori con l'unico scopo di fare profitto.

Quello che teorizza il presidente della Commissione, peraltro un soggetto meramente tecnico, ci pare sfociare in distinguo tra progetti piuttosto arbitrario dovendosi invece applicare le norme a garanzia della terzietà che deve contraddistinguere il buon andamento della pubblica amministrazione.

Norme che prevedono di rispedire al mittente un progetto superficiale o, peggio, incompleto, cosa che peraltro non impedisce al proponente di ripresentarlo una volta rivisto adeguatamente. A tal proposito giova ricordare che la Commissione Europea, aprendo una procedura di pre-infrazione contro il nostro paese sulla Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.; spesso, tra l'altro, lo stesso progetto è assoggettato sia a V.Inc.A che a V.I.A.) ed evidenziando la necessità di garantire una qualità "minima" a tutti gli studi alla base della valutazione, già nel 2015 (report della Commissione allegato alla nota della presidenza del Consiglio dei Ministri DPE 3253 del 27/03/2015) scriveva "Studi molto carenti non dovrebbero essere "riscritti" dall'Ente Valutatore o essere approvati con un eccessivo numero di prescrizioni, ma dovrebbero essere considerati irricevibili o determinare una Valutazione negativa".

Nel nostro paese, invece, il numero di prescrizioni al provvedimento di V.I.A. spesso è stato considerato come sinonimo di qualità della valutazione stessa! Basta leggere i pareri della Commissione V.I.A. nazionale per scoprire come i tanti "Sì" siano spesso accompagnati da una vera e propria valanga di prescrizioni, spesso concepite in modo tale da portare a valutare gli impatti successivamente attraverso altri studi, evidentemente mancanti all'origine, che però in questo modo sfuggono al confronto pubblico. Insomma, la Commissione Europea ha chiesto in questi anni l'esatto opposto di quanto ha messo finora in pratica il Ministero, in cui, nonostante quanto sopra riportato, il Presidente della Commissione quasi a mo' di autocensura si affretta a dire al giornale confindustriale che "Va detto che i No ci sono, ma, nel reale, si attestano da tempo su circa il 10% dei casi."

Viene da chiedersi, se si ammettono criticità così diffuse, quale sia la qualità di questo 90% di progetti approvati...

Questa strategia con ogni evidenza è fallita, per stessa ammissione dei protagonisti principali, Confindustria - i cui soci pure hanno beneficiato di questo andazzo vedendosi approvare ogni tipo di progetti per lunghi anni - e i rappresentanti del Ministero dell'Ambiente. Alla fine la verità è venuta a galla: il Ministero dell'Ambiente finora tratta allo stesso modo progetti fatti male e quelli fatti bene, senza operare quel filtro previsto dalla legge volto a premiare le proposte progettuali più meritevoli. Ottenendo, così, un appiattimento verso il basso che certo non fa bene al paese in quanto in questo modo non si distinguono più gli interventi utili da quelli che impattano negativamente sulla qualità dell'ambiente e della vita dei cittadini e che sono, quindi, insostenibili. D'altro lato, quest'atteggiamento benevolo volto a premiare i peggiori se non i veri e propri furbi ha connotato finora il comportamento del Ministero dell'Ambiente, come testimoniano le modifiche apportate in questi anni al Testo Unico dell'Ambiente D.lgs.152/2006.

Pensiamo all'introduzione della Valutazione di Impatto Ambientale fatta a sanatoria e "a posteriori", con possibilità addirittura di mantenere aperti impianti privi della valutazione; alle multe ridicole rispetto al valore dei progetti che non fungono da deterrente; alla mancanza di verifiche sul campo e terze sull'ottemperanza alle prescrizioni; alla sostanziale segretezza per il pubblico - ma non per il proponente - dei lavori della Commissione V.I.A., quando esistono casi - si veda la Regione Abruzzo - in cui le commissioni V.I.A. che si occupano dei progetti di scala regionale dimostrano che si può lavorare senza alcun ritardo, come invece avviene a livello nazionale, assicurando costante partecipazione e trasparenza. In quella regione, ad esempio, da 10 anni si pubblicano preventivamente online gli ordini del giorno della commissione; vengono inviati per email anche a tutti i consiglieri regionali per assicurare il dibattito democratico; infine sono sempre assentite le audizioni in Commissione, cosa che non avviene, addirittura anche per i rappresentanti istituzionali, nella Commissione V.I.A. nazionale.

Per non parlare del fatto che incredibilmente esistono provvedimenti di V.I.A. "highlander", cioè emanati anche dieci anni or sono, magari su procedimenti avviati quasi venti anni fa in un contesto sociale, ambientale ed economico totalmente diverso, e senza scadenza oppure della pervicace volontà dell'apparato ministeriale di non attivare procedure, pure previste dalla legge, di riesame di provvedimenti al mutare delle condizioni ambientali (si è arrivati al paradosso che un comune, S.Benedetto del Tronto, ha proposto ricorso al T.A.R., vincendo, per superare il lassismo della burocrazia ministeriale rimasta impassibile anche davanti al terremoto che nel 2016 aveva colpito le Marche e che aveva evidenziato la superficialità di un parere di V.I.A. favorevole per uno stoccaggio gas sotterraneo in un sito fortemente vulnerabile e densamente abitato). A livello nazionale, nonostante fosse prevista da 15 anni, il Ministero dell'Ambiente, al contrario di quanto realizzato da diverse regioni, non ha mai voluto affrontare l'esame di un progetto attraverso la cosiddetta "inchiesta pubblica".

Eppure tale strumento partecipativo nasce proprio per supportare le decisioni sui progetti più rilevanti e controversi, che, logicamente, dovrebbero essere più numerosi tra quelli da decidere a scala nazionale rispetto a quella regionale.

Viene da pensare che l'apparato ministeriale non solo sia più lontano dal paese reale ma voglia scansare il più possibile il confronto serrato e pubblico sui contenuti dei progetti. Si pensi, ad esempio, alle scelte in campo energetico sul gas dove è quasi un tabù parlare delle perdite di metano lungo la filiera tali da far perdere ogni vantaggio rispetto a petrolio e carbone per l'impatto sui cambiamenti climatici, trascinando così il paese verso una politica industriale che sarà spazzata via dalle sempre più numerose ricerche che evidenziano il gravissimo limite di questa fonte energetica.

Oppure sulla necessità di garantire lo sviluppo delle rinnovabili in un contesto di pianificazione adeguato a mitigarne gli impatti preferendo procedere con l'esame dei singoli progetti senza aver alcun quadro d'insieme, di fatto annullando la possibilità di valutare adeguatamente quell'effetto cumulo che già si sta manifestando in diverse aree del paese.

D'altro lato il Ministero ha continuato ad ignorare anche appelli che provenivano dal mondo scientifico sulla scarsa qualità dei progetti e delle valutazioni. Ad esempio, oltre 200 ricercatori, molti dei quali impegnati nelle università, dopo una serie di ricerche presentate al Convegno Italiano di Ornitologia, aveva ritenuto di inviare al Ministero una durissima mozione che stigmatizzava il bassissimo livello degli studi presentati dalle aziende, addirittura con il diffuso ricorso al "copia-incolla" che non veniva sanzionato neanche dopo specifiche segnalazioni. In tale appello si chiedeva appunto di respingere immediatamente gli studi carenti come previsto dalle leggi in materia e, più in generale, dai principi di base che regolano il funzionamento della pubblica amministrazione (https://cio2015.wordpress.com/2015/10/08/gli-ornitologi-dicono-la-lorosu-procedure-di-v-i-a-v-inc-a-in-italia-monitoraggio-dei-rapaci-e-disturbo-sui-nidi/).

Ormai si moltiplicano anche le inchieste e le sentenze che stigmatizzano pesantemente il comportamento del Ministero dell'Ambiente su questioni che attraversano la materia delle valutazioni ambientali. Si pensi all'ultimo pronunciamento del T.A.R. Lecce su ILVA che rileva come la reiterata violazione delle prescrizioni dell'A.I.A. non abbia comportato alcuna sanzione come previsto dalla legge.

Oppure, sempre su ILVA, alla sentenza della CEDU che ha condannato l'Italia. Pensiamo al procedimento penale su TAP in cui l'incidente probatorio ha certificato che l'effetto cumulo con la restante parte della rete nazionale di trasporto del gas non è stato adeguatamente valutato dal Ministero nella procedura di V.I.A., cosa che però non ha comportato alcun provvedimento da parte ministeriale. La refrattarietà al confronto e alla selezione meritocratica e il ricorso al mantra delle "semplificazioni" alla fine ha portato a una situazione letteralmente disastrosa di cui le strutture ministeriali dovrebbero rispondere.

Arriviamo addirittura a paradossi quasi surreali come, ad esempio, il raddoppio della Commissione V.I.A. a cui, come previsto appunto nel DL "Semplificazioni" del 2020, verrà affiancata la Commissione che dovrà esaminare i progetti che ricadono nel PNIEC, ancorché non ancora individuati. Le associazioni avevano puntualmente contestato in un dossier tale proposta spiegando perché sarebbe stata una scelta inutile oltre che dannosa.

Ora, dopo appena otto mesi, anche il Presidente della Commissione V.I.A. nazionale lo ammette dalle pagine del quotidiano confindustriale. In questi anni, sia durante l'esame di singoli progetti sia in occasione delle cosiddette "riforme" del Testo Unico Ambientale, ad esempio quella del Decreto 104/2017 e del DL. "Semplificazioni", decine di associazioni hanno presentato proposte concrete, anche sottoforma di emendamenti, evidenziando tutte quelle criticità che oggi qualcuno vorrebbe strumentalizzare per ottenere l'ulteriore affievolimento delle tutele dei diritti di partecipazione, trasparenza e, in generale, del rigore con cui dovrebbero essere condotte procedure fondamentali per garantire che le attività economiche non siano dannose, in un paese in cui in molte regioni non si rispettano gli standard di qualità ambientale per l'aria, i suoli e le acque superficiali e sotterranee.

Peccato che queste posizioni retrive e, di fatto, come abbiamo dimostrato, anti-europee condannino il paese all'arretratezza impedendo quello sviluppo armonico necessario per assicurare la vivibilità dei territori ai cittadini di oggi e a quelli di domani. Riteniamo che il principio del "rigore" debba essere opposto alla sempre più vacua "semplificazione".

Che l'organizzazione debba soppiantare l'approssimazione. Quindi: fare realmente controlli creando, ad esempio, un archivio pubblico delle sanzioni elevate di facile consultazione; più partecipazione, assicurando le audizioni alla Commissione V.I.A. nazionale e la pubblicità negli ordini del giorno; pubblicando tutta la documentazione relativa ad un procedimento come già fanno alcune regioni e come sarebbe previsto dalla legge; introducendo sanzioni adeguate che fungano da deterrenza; facendo i controlli sulle prescrizioni sul campo e non sulle carte inviate dalle aziende; riesaminando i provvedimenti su segnalazione di intervenuti mutamenti ambientali da parte di enti e organismi scientifici; riformulando le norme sulla V.I.A. in sanatoria; assicurando una % di inchieste pubbliche sul totale dei progetti.

Queste sono solo alcune delle proposte che associazioni e comitati avanzano da anni. Siamo disponibili ad un confronto nel merito, anche serrato, affinché il nostro paese la smetta di utilizzare le scorciatoie invece di imboccare la via maestra del rispetto delle norme comunitarie in materia di valutazione e autorizzazione ambientale.

COMITATI/RETI/ORGANIZZAZIONI NAZIONALI Forum Italiano dei Movimenti per L'Acqua Friday for Future Italia Italia Nostra Onlus Medicina Democratica Onlus Rete Mamme da Nord a Sud Rete Per il Clima, Fuori del Fossile Ass. Peacelink Mountain Wilderness Italia Gruppo d'Intervento Giuridico odv Coordinamento nazionale Movimento Blu COBAS Confederazione dei Comitati di Base Ass. Fairwatch Associazione graspthefuture Magliette Bianche italiane zone SIN Redazione di "La bottega del Barbieri" Rete Commissioni Mensa Nazionale Mediterranean Raptor Migration Network CERM Centro Rapaci Minacciati ODV ALTURA (Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti) Redazione Emergenzaclimatica.it Associazione Forum Ambientalista O.d.V. Organizzazione di Volontariato per la difesa diretta della flora e fauna acquatica Care The Oceans Transform! Italia Associazione Antimafie Rita Atria Attac Italia

COMITATI/ORGANIZZAZIONI INTERREGIONALI Comitato per il territorio delle Quattro Province Coordinamento Puglia e Basilicata Movimento Blu FRIULI VENEZIA GIULIA No all'Incenerimento - Sì al riciclo totale dei rifiuti di Fanna (PN) TRENTINO ALTO ADIGE Ambiente&Salute di Bolzano Comitato Acquabenecomune di Bolzano PIEMONTE Comitato DNT LIGURIA Comitato Savonese Acqua Bene Comune Casa dei Circoli Culture e Popoli - Ceriale LOMBARDIA Comitato lecchese acqua pubblica e beni comuni Rete consiglieri informati -Lecco Comitato G.A.E.T.A. ODV Schivenoglia (MN) Comitato Mamme del Chiese Comitato per la Salute, la Rinascita e la Salvaguardia del Centro Storico di Brescia Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia Mamme contro l'Incenerito e fonti inquinanti - Mantova Associazione Ambiente e Vita ODV Villa Poma di Borgo Mantovano CIRCOLO AMBIENTE "Ilaria Alpi" Associazione eQual Basta veleni Brescia - tavolo provinciale Associazione Colognola per il suo futuro a.p.s. Comitato Cittadini Varallo Pombia CAAL - Comitato Antirumore Aeroporto Linate Ass. Noi, Ambiente, Salute O.d.V. - Viadana Comitato Terre di Zara VENETO Mamme No Pfas Coordinamento Acqua Brenta di Bassano del Grappa Italia Nostra Consiglio Regionale Veneto Pfas land (informazione e azione contro i crimini ambientali) Comitato Opzione Zero - Riviera del Brenta Comitato 0 Pfas - Padova Ecoistituto del Veneto "Alex Langer" - Mestre AmicoAlbero - Mestre VeneziAmbiente Medicina democratica Venezia WWF Venezia e Territorio Acqua Bene Comune Vicenza Comitato popolare "lasciateci respirare" - Monselice (PD) Movimento dei Consumatori di Venezia Associazione "Civiltà del Verde" - Vicenza Coordinamento del forum Asolano e Castellana Odg Comitato difesa ambiente territorio di Spinea Associazione Cittadini per il Lavoro, la legalità, la Salute e l'Ambiente CiLLSA - Ovest Vicentino PiazzolAmbiente Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Treviso Comitato veronese Acqua e Beni Comuni Cittadini/e di Montecchio maggiore contrari alla pedemontana CRIAAVE - No Raddoppio Aeroporto Comitato Terre Nostre Torretta EMILIA ROMAGNA Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell'Emilia Romagna Parents For Future Castelfranco Emilia Fridays For Future Castelfranco Emilia Coordinamento cispadano NO autostrada - SI strada a scorrimento veloce Coordinamento Provinciale Comitati Ambiente e Salute - Reggio Emilia Associazione TerraBlu o.d.v Cocompaer - Comitato per la Compatibilità Aeroporto-Città Coordinamento Ravennate "Per il Clima- Fuori dal Fossile" Comitato No Bretella-Sì Mobilità Sostenibile" - Modena-Reggio Emilia Associazione AMO Bologna Onlus Coordinamento dei Comitati contrari al Passante di Mezzo Rete Civica Aria Pesa - Bologna Italia Nostra - sezione Ravenna Associazione di promozione sociale NoCargoParma Amici della Pineta San Vitale e Pialasse - Ravenna TOSCANA Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps Comitato onlus Mamme No Inceneritore di Firenze Presidio No Inceneritori No Aeroporto di Firenze Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua VAS Vita, Ambiente e Salute Onlus SOS La Piana del Casone -Scarlino- Gr- Toscana Ass. Acqua Bene Comune Pistoia ODV Ass. Alleanza beni comuni Pistoia ODV Comitato Ambientale di Casale, Prato Coordinamento Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia Movimento La Libellula Valle del Serchio Comitato Obiettivo Periferia Associazione Valdisieve Associazione di promozione sociale LiberaMente - Arezzo IBS Associazione "Inter-Rete Beni Comuni e Sostenibilità" Comitato contro l’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano - Siena Comitato Salute Pubblica di Piombino e Val di Cornia Presidio No Aeroporto Magliette Bianche di Massa Carrara Comitato Sorvolati Peretola -Brozzi – Quaracchi UMBRIA Coordinamento No Snam Comitato No Devastazioni territoriali Umbria MARCHE La Lupus in Fabula OdV (Fano) Ass. Ondaverde Falconara M Comitato Mal'aria Falconara M Ambiente e Salute nel Piceno Comitato NO Discarica Matelica e Comitato NO Pedemontana Matelica Trivelle Zero Marche Falkatraz Falconara LAZIO ATTAC-Roma Coordinamento Lazio del Movimento Blu Rete per la tutela della valle del Sacco (Retuvasa) Coordinamento Lazio del Movimento Blu Comitato Verde Liri Collettivo No al Fossile Civitavecchia Acqua Bene Comune Valle dell'Aniene Comitato SOLE Civitavecchia Comitato Alternativa Sostenibile Frosinone Bella e Brutta Salviamo il Paesaggio Frosinone CRIAAC - Comitato per la Riduzione dell'Impatto Ambientale dell'Aeroporto di Ciampino Comitato FUORI PISTA Comitato La Rinascita ABRUZZO Forum H2O Conalpa - Delegazione Silvi Ass. Nuovo Senso Civico A.P.S. I Colori del Territorio - Spoltore -Pe Ass. Ambiente, Territorio e Beni Comuni Barisciano (AQ) Il Martello del Fucino Ass. Paganeca Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus Associazione Conalpa (coordinamento alberi e paesaggio) delegazione di Giulianova Erci Team Onlus Associazione Il Salviano CSEN Ambiente Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali - CDCA Abruzzo Comitati cittadini per l'ambiente - Sulmona Orsa Pro Natura Peligna Comitato Azione Popolare Abruzzo Social Forum Comitato per la Difesa del Comprensorio Vastese Coordinamento No Hub del Gas CAMPANIA Coordinamento Campania Movimento Blu Associazione Big Brother Ambiente Ardea Onlus Mysocialdrug Odv Comitato No Fly Zone - Assoutenti Città Metropolitana di Napoli BASILICATA Associazione CITTA' PLURALE- Matera Ass. CovaContro Comitato mamme libere per la tutela dei figli di Policoro MOLISE Comitato "I Discoli del Sinarca" Mamme Salute Ambiente ODV Venafro Trivelle Zero Molise PUGLIA Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti - Taranto Apulia Terra Natura Zampe Onlus Associazione Giustizia per Taranto Terre del Mediterraneo - Bari Legamjonici Movimento No Tap Brindisi Manfredonia in Movimento Territorio Zero Capitanata Stigmamente aps Movimento Manfredonia Attiva Centro Museo del Mare Manfredonia Comitato No Compostaggio Erchie COANS Manfredonia Coord. NoEnergas FareVerde Puglia CALABRIA Stazione Ornitologica Calabrese Onlus SARDEGNA Assotziu Consumadoris Sardigna Italia Nostra Sardegna USB- Unione Sindacale di Base Sardegna Confederazione Sindacale Sarda - CSS Comitato riconversione Rwm Movimento Nonviolento sardo Manifesto Sardo Assemblea permanente Villacidro Zero Waste Sardegna Cobas scuola Cagliari Comitato No Metano Sardegna e No Megacentrale Guspini Cagliari Socialforum Comitadu NoNucle Noscorie Sardigna Libera ISDE Sardegna Rete Sarda in difesa della Sanità Pubblica Movimento Nonviolento Sardegna SICILIA Coordinamento per il territorio No Discarica Armicci - Bonvicino di Lentini Comitato Stop Veleni Augusta Priolo Melilli Siracusa.