Dopo tre giorni dalla Cop28 di Dubay arrivano dichiarazioni e decisioni che potranno influire sulle scelte future dei governi

Ecco alcune dichiarazioni e un resoconto sulla Cop28 di Dubay.

Dopo tre giorni dalla Cop28 di Dubay arrivano dichiarazioni e decisioni che potranno influire sulle scelte future dei governi

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea.

La presidente del consiglio Giorgia Meloni a margine delle riunioni in un punto stampa ha preso posizione su alcuni temi scottanti nella lotta ai cambiamenti climatici:

nessuna preclusione sul nucleare, la grande sfida sarà la fusione. Sul nucleare bisogna essere pragmatici e tecnologici. Non ho preclusioni su tecnologie nuove, - sottolinea Meloni -se si può avere un risultato positivo sono disposta a parlarne.

Credo piuttosto che la grande sfida sarà la fusione nucleare e credo che l'Italia debba avere la capacità di pensare in grande,

ha aggiunto la premier italiana. Quanto alle fonti di energia rinnovabili

la tempistica deve essere sostenibile insieme al sistema sociale ed economico.

Sulle energie rinnovabili gli obiettivi sono chiari e condivisi, devono essere concordati con tutti, anche con le nazioni più rigide, ma la tempistica deve essere sostenibile insieme al sistema sociale ed economico. L'approccio deve essere pragmatico, - ha concluso Meloni - non ha senso puntare su obiettivi irraggiungibili.

La presidente Meloni nel corso del suo intervento in riunione plenaria, ha annunciato che l’Italia ha stabilito la cifra di 100 milioni di euro, in favore del nuovo fondo per i danni causati dal clima nei paesi più disagiati.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha annunciato nel corso del suo intervento alla Cop28, che

Nei prossimi due anni investiremo 2,3 miliardi di euro dal bilancio dell'Ue per sostenere la transizione energetica nel nostro vicinato e in tutto il mondo.

L'impegno globale sulle energie rinnovabili e l'efficienza energetica, comporterà l’integrazione di questi fondi con l'iniziativa “Global Green Bond” da un miliardo annunciata a giugno, per cui Von der Leyen ha anche ricordato che l'Ue e i Paesi membri sono impegnati ad investire "oltre 20 miliardi nella cooperazione energetica solo in Africa".

 

I 50 maggiori produttori di petrolio mondiali, fra questi anche i colossi ExxonMobil(statunitense) e la Saudi Aramco(Arabia Saudita), ridurranno tutte le loro emissioni, comprese quelle provenienti dal metano. Anche questo accordo è stato annunciato durante la Cop28, ma gli attivisti del clima non ci vedono chiaro, bollandolo come una mera "copertura". I 50 colossi petroliferi rappresentano un importante 40% della produzione petrolifera globale.

Se vogliamo accelerare i progressi dell'agenda sul clima, dobbiamo rendere tutti responsabili,

ha detto il presidente di Cop28, il sultano Al -Jaber, oltre che amministratore delegato di Adnoc, la compagnia petrolifera di stato egli Emirati Arabi Uniti.

Quanto al nucleare se ne continua a parlare e discutere anche alla Cop28.

Alexander De Croo, primo ministro del Belgio.

Nel marzo del 2024 il Belgio insieme con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) organizzerà il primo vertice mondiale sul nucleare.

Lo ha riferito il premier belga, Alexander De Croo, affermando che

stiamo ampliando due centrali nucleari, investendo 100 milioni in innovazione per i piccoli reattori Smr. E quadruplichiamo la nostra capacità di energia eolica offshore,

ha sottolineato DeCroo con non poca enfasi, secondo noi.

John Kerry, inviato speciale Usa per il clima

Sabato 2 dicembre in mattinata, circa 20 paesi tra cui Usa, Emirati Arabi, Francia e Belgio, hanno diffuso una dichiarazione congiunta alla Cop28, nella quale hanno chiesto di poter triplicare le capacità energetiche nucleari nel mondo entro il 2050, rispetto al 2020, in modo da ridurre la dipendenza dal carbone e dal gas, la principale sfida di questo vertice. John Kerry, inviato americano per il clima, a Dubai, ne ha dato notizia insieme a diversi leaders tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro belga Alexander de Croo.

Più defilati Cina e Russia, i quali pur essendo oggi i principali costruttori di centrali nucleari nel mondo, non hanno firmato l’accordo.

Rafael Mariano Grossi, direttore della Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA)

Grossi: escludere l’ energia nucleare sarebbe una "scelta obsoleta"

Sbloccare i finanziamenti mondiali in favore dell'energia nucleare. Ne è convinto sostenitore il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA) Rafael Grossi, argomentando ciò nel corso di una intervista all’agenzia giornalistica “France Press” a margine della Cop28. Per Grossi è un errore rifiutare il nucleare, che consentirebbe una consistente limitazione del riscaldamento climatico e l'abbattimento dei gas serra. La difficoltà maggiore per Grossi è finanziare l'energia nucleare:

Esistono disposizioni statutarie, a volte anche in alcune istituzioni di credito internazionali, che escludono il nucleare.

Credo che ciò sia totalmente obsoleto e che non corrisponda – sostiene Grossi - ad alcun criterio scientifico o tecnologico. Si tratta piuttosto, penso, di cose del passato.

Sul fatto che la Banca Mondiale non abbia finanziato progetti sul nucleare dal 1959, Grossi sembra ottimista

Penso e spero che ci sarà una evoluzione sui finanziamenti pubblici.

Il direttore dell'IAEA cita il caso degli Emirati Arabi Uniti

avevano zero nucleare una decina di anni fa e adesso contano su quattro reattori,

che oggi producono un quarto dell'energia elettrica consumata nel paese,mettendo in guardia chi considera i fallimenti di certi progetti per svalutare l'energia atomica. Alla domanda se i paesi meno sviluppati avrebbero i mezzi adeguati a proteggere le centrali, Grossi risponde sicuro

E' una domanda legittima, ma noi siamo stati creati per questo,

riferendosi all'IAEA. Ha continuato affermando che

un paese che intenda sviluppare un programma nucleare deve fare tutto un certo percorso e avere un accordo comprensivo di garanzie con la nostra agenzia.

Ciò significa che in linea di principio rischi di proliferazione non dovrebbero esistere.

Un cenno anche da parte di Grossi, a proposito delle tensioni manifestate da diversi ambienti sul futuro delle centrali ucraine a seguito dell'invasione russa:

Il problema è la guerra, non il nucleare.

 

 

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