Fermarsi a pensare

L'OPINIONE. «Giorni fa rileggevo alcuni scritti di un famoso etologo, Konrad Lorenz, il quale elencava "gli otto peccati capitali della nostra civiltà": sovrappopolazione, devastazione dell'ambiente, concorrenza con se stessi, morte dei sentimenti, rottura con la tradizione, indottrinamento, armi nucleari. Sono passati 50 anni, ma l'analisi di Lorenz resta attuale.»

Fermarsi a pensare
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Le prossime festività natalizie saranno diverse da tutte le altre. Minore socialità con parenti ed amici e drastico mutamento di antiche consuetudini.
Tuttavia, se vogliamo, potrebbero anche essere l'occasione per cogliere una opportunità: FERMARSI A PENSARE.
Giorni fa rileggevo alcuni scritti di un famoso etologo, Konrad Lorenz, il quale elencava "gli otto peccati capitali della nostra civiltà": sovrappopolazione, devastazione dell'ambiente, concorrenza con se stessi, morte dei sentimenti, rottura con la tradizione, indottrinamento, armi nucleari.
Sono passati 50 anni, ma l'analisi di Lorenz resta attuale.

Una società sempre più ricca per pochi, e sempre più povera per molti.
Una società di sprechi crescenti e sempre più sofisticati, nella quale si producono pacificamente immani strumenti di distruzione.
Un universo tecnologico con la possibilità di un totale annientamento, e un mondo ancora pieno di deficienze, miseria, povertà, sofferenze, pena, violenza e crudeltà.
Il progresso ha in larga parte superato gli antichi rapporti di dipendenza dalle persone,  ma ha creato nuove subordinazioni: dalle cose, dalle istituzioni, dai poteri anonimi.

Alcuni esempi.
Con la crescente "liberalizzazione" della politica, della scienza, della cultura, della sessualità, si è andata affermando una nuova forma di schiavitù sotto il giogo del consumismo.

Con il moltiplicarsi delle offerte aumentano i desideri individuali e, al contempo, la manipolazione delle coscienze da parte di pianificatori e persuasivi occulti.

Con il potenziamento dei mezzi di comunicazione si verifica una sempre più stretta dipendenza da società multinazionali che li controllano.

Con l'estendersi della democrazia vi è anche il rischio di un controllo sociale da parte dei detentori del potere.

Con l'imporsi dell'attenzione ai dettagli una perdita di significato dell'insieme.

L' elenco è ancora lungo, ma una prima considerazione si può fare: è in atto un processo di disumanizzazione della persona. Parrebbe non vi sia speranza.
E invece esiste una via d'uscita.

Accrescere la conoscenza e la consapevolezza  di ciascuno e di tutti, ridare un "senso" unitario all'esistenza individuale e collettiva, costruire un nuovo umanesimo.
Avviare, così, un percorso di autentica liberazione. Lo strumento per tutto ciò lo indicavo all'inizio:
FERMARSI A PENSARE.