QUEGLI SCONOSCIUTI CRIMINALI CHE NEL SUD PONTINO VENGONO A TRASCORRERE SOGGIORNI TRANQUILLI

L'OPINIONE DI PAOLA VILLA. E cade nel silenzio più tombale l'arresto di Tiberio Francesco La Torre, avvenuto ieri in quel di Maranola frazione di Formia. Nessun commento. Tutto tace.

QUEGLI SCONOSCIUTI CRIMINALI CHE NEL SUD PONTINO VENGONO A TRASCORRERE SOGGIORNI TRANQUILLI


 

Ma chi sono i La Torre? Chi è questa famiglia?

Clan sanguinario, violento e molto pericoloso del litorale domizio, di tutta quella parte di territorio della provincia di Caserta che affaccia sul mare. Tiberio Francesco La Torre è il cugino di Augusto La Torre, capo indiscusso ancora oggi del clan.

Augusto al quale vengono imputati una trentina di omicidi, centinaia di estorsioni, pestaggi ed intimidazioni, è in carcere dal 1996 e continua a rimanere il capo, continua a rimanere il punto di riferimento di tutta la famiglia La Torre. Nel 2003 diventa collaboratore di giustizia, ma la sua, è definita dalla DDA, una "collaborazione ambigua, motivata dall'ansia di protagonismo". Ecco perché non avrà mai giovato di "permessi premio" o altri benefici. Augusto non è né credibile né affidabile.

Nel 2018 in un colloquio in carcere con il figlio Antonio, altro personaggio di casa nel sud pontino prima di finire in carcere, dice: "D’Alessio deve sapere che anche se sto al 41 bis comando lo stesso e posso sempre far fare una brutta fine alle persone". Augusto La Torre pronuncia queste parole contro il pm della Dda di Napoli Alessandro D'Alessio.

Il clan in questi anni si è tenuto sempre vivo e attivo, cercando di restare pronto per quando il loro capo avesse fatto ritorno a casa. Augusto dovrebbe restare in carcere fino al 2033. In carcere Augusto si è laureato, pur vantando di collaborare, non ha mai dato elementi validi perché i giudici arrivassero al "tesoro" dei La Torre, ossia ingenti somme di denaro probabilmente messe su conti esteri.

Tiberio Francesco La Torre, arrestato ieri, era stato in carcere fino al 2020, poi scarcerato aveva ripreso la "vita di sempre", tra intimidazioni, estorsioni...vantando un cognome "importante", vantando familiari "pericolosi", vantando gesta e imprese "terrificanti".

Tutto questo vivendo nel tranquillo paese di Maranola, dove passava innocuo e non conosciuto.