Grave perdita per l'ambientalismo, è scomparso Massimo Scalia

LEADER antinucleare, cofondatore di Legambiente e dei Verdi.

Grave perdita per l'ambientalismo, è scomparso Massimo Scalia
Massimo Scalia

Il 12 dicembre 2023, a 81 anni, è morto Massimo Scalia, docente di Fisica e Matematica all'Università "La Sapienza" di Roma, uno dei padri dell'ambientalismo italiano, fra i protagonisti dei referendum contro l'energia nucleare del 1987 e del 2011.

Cofondatore di Legambiente e dei Verdi, è stato parlamentare alla Camera dei Deputati (1987-2001), dove ha promosso la legislazione su fonti rinnovabili e risparmio energetico (Leggi 9 e 10 del 1991) e sul bando dell’amianto (1992).

Massimo Scalia, insieme a Gianni Mattioli, si schierò da subito a fianco del Molise nel 1978 nella lotta contro le due centrali nucleari da 1000 MW ciascuna che il governo voleva costruire sulla costa a Campomarino.

Quando nel 2018 decidemmo di scrivere il libro "Quando i Molise fermò il nucleare" - affermano Aldo Camporeale e Enzo Gallo - edito da Solfanelli, ci mandò una sua preziosa testimonianza dal titolo "La protesta contro il nucleare in Italia e in Molise" di cui riportiamo un breve brano, per ricordarlo e testimoniare il forte legame fra Massimo Scalia e la nostra regione.

Il 19 maggio 1979, un mese e mezzo dopo l’incidente di Three Miles Island a Harrisburg, sfilava per le vie di Roma la prima manifestazione nazionale contro il nucleare.

Per Aldo Camporeale e Enzo Gallo: Eravamo quarantamila, chi ci avrebbe mai potuto credere! Ad aprire il corteo, subito dopo i Montaltesi, avvolti in ampi mantelli, con cappellacci e bastoni da pastore, c’erano i giovanotti del Molise che scendevano giù per Via Cavour improvvisando i passi di una danza battagliera. Spesso ci chiediamo, per cose che ci hanno impegnato intensamente, se ne valeva la pena. Quando si tratta dell’affermazione di valori, non c’è dubbio. Che si vinca o si perda. E di valori sociali, culturali e umani era carico quel nostro movimento. Abbiamo avuto in più la soddisfazione di partecipare a una “danza” mondiale che in questi quarant’anni ha faticosamente aperto la strada alla green economy e, al suo interno, alla rivoluzione energetica.

L’ardua lotta contro i cambiamenti climatici e le loro drammatiche conseguenze ha trovato proprio nella nostra “antica” ricetta la leva per tentare una mitigazione del fenomeno; e la UE ha deciso in questi giorni che, entro il 2030, cioè poco più di dieci anni, un terzo dei consumi energetici venga coperto da fonti rinnovabili. Insomma, abbiamo cose non banali da raccontare ai nostri nipoti. Che, probabilmente, non le vorranno giustamente sentire. In ogni caso, abbiamo fatto il nostro e talvolta, permettetemi, pur nell’asprezza e nella fatica della battaglia ci siamo anche divertiti.

Massimo Scalia - Roma, 20 giugno 2018