Tracimano fogne terroriste e violente

In Belgio semina il terrore da settimane un estremista nero armato che minaccia scienziati e altre persone,in Italia si sono registrati atti incendiari contro luoghi della scienza e della medicina. Mentre i neofascisti solo nelle ultime settimane sono scesi in piazza due volte a Roma. Nonostante anche la magistratura da anni ha documentato quel che sono. Nonostante siano rimasti oltre due mesi il silenzio sui manifesti di Forza Nuova a Vasto non è mai stato scalfito dai «democratici e progressisti» di governo ma, a quanto pare, non di lotta.

Tracimano fogne terroriste e violente

Jurgen Conings è un nome sconosciuto a quasi tutti in Italia. Eppure, a non moltissimi chilometri nel cuore dell’Europa, da settimane è al centro delle cronache. Soldato belga vicino ad ambienti dell’estrema destra, armato e datosi alla macchia, è considerato dalla polizia belga una minaccia alla sicurezza nazionale: la vita di almeno una decina di persone, tra cui un eminente scienziato, è a rischio. C’è il forte sospetto che Conings abbia rubato munizioni (tra cui missili anticarro) in una caserma. Segnalato la prima volta nel 2015, l’anno scorso era stato inserito dalla struttura nazionale belga anti terrorismo nel database degli «estremisti potenzialmente violenti» dopo la pubblicazione di alcuni post sui social network particolarmente violenti.

La magistratura belga sta indagando su di lui per terrorismo, tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco, l’Interpol ha spiccato un mandato di cattura contro di lui. Dopo l’esplosione della pandemia Conings è diventato punto di riferimento dell’estremismo di destra in quella dinamica che sta sfruttando l’emergenza sanitaria ed economica per rafforzarsi per scopi sempre più apertamente eversivi. Due settimane fa almeno tre manifestazioni, a cui hanno partecipato centinaia di persone, sono state organizzate in Belgio a supporto di Conings, il gruppo facebook da cui è partita l’organizzazione - «Tutti per Jurgen» - prima di essere cancellato aveva raggiunto in pochissimo tempo i 50.000 iscritti.

Supporto a Conings è stato espresso da esponenti dell’ex gruppo neonazista «Sangue, suolo, onore e lealtà». Parole che ci rimandano alla cronaca delle ultime settimane anche in Italia, quasi identiche ad una delle parole d’ordine con cui ad inizio maggio un nuovo movimento neofascista nato da una costola di Forza Nuova tentò di scendere in piazza a Roma. Manifestazione poi tenutasi nelle settimane successive a cui il 29 maggio è seguita una manifestazione di Casa Pound. Ennesime manifestazioni in cui, come da oltre un anno stiamo documentando, l’estremismo nero sta sfruttando l’emergenza sanitaria ed economica in maniera eversiva. In Belgio nel mirino di Conings c’è soprattutto uno scienziato, in Italia negli ultimi mesi abbiamo avuto minacce di morte e anche attacchi incendiari contro istituti scientifici e medici. Ma non solo. Perché il neofascismo rappresenta sempre più, e con la pandemia sta emergendo e si sta rafforzando, una minaccia eversiva violenta e armata sempre più.

Sono i fatti di cronaca, le inchieste delle forze dell’ordine e della magistratura, a documentarlo sempre più. Dopo l’aggressione all’allora euro parlamentare Eleonora Forenza e ad altri militanti di Rifondazione Comunista è sotto processo a Bari Casa Pound con l’accusa di violare il divieto costituzionale di «ricostituzione del partito fascista».

Anni prima a Napoli fu un’inchiesta condotta dal magistrato Catello Maresca a documentare le minacce e la violenza di un altro gruppo riconducibile allo stesso movimento. Nel novembre di due anni fa la Corte d’Assise di Napoli assolse i militanti neofascisti dalle accuse di «associazione sovversiva» e «banda armata». Quanto emerso dall’inchiesta,  al di là della conclusione processuale resta consegnati alle cronache e agli atti. «Da me in facoltà ci sta una che non la tocca nessuno, non la guardano nessuno perchè non so di quale tribù fa parte. Tribù ebraica», «io a questa la devo vattere (picchiare). O la picchio o me la chiavo e gli faccio uscire il sangue dal culo. Però davanti a tutta la facoltà», «Che ne sai che è ebreo?» con risposta «Tiene la kippa in testa» a cui segue la replica«Vogliamo appicciare il negozio?», «da mo a un anno noi qua andiamo a finire con i mitra in mano» a commento dell’omicidio di due senegalesi a Firenze commesso da un ex iscritto al movimento, «Napoli deve avere bombe a mano e quant' altro» durante la fase organizzativa di una manifestazione di piazza poi vietata dal questore.

Sono passati 8 anni e intanto abbiamo avuto infiltrazioni nelle curve e nelle periferie sempre maggiori, la strage di Macerata, le aggressioni violente di Castellino per cui è stato condannato nei mesi scorsi, l’omicidio di Fermo, assalti e incendi in nome della «resistenza etnica» e parole d’ordine simili e uno sterminato elenco di violenze di chiara matrice neofascista e neonazista. C’è molto, tanto, troppo da denunciare e raccontare ma non avviene, in un silenzio che puzza di omertà e complicità. Che continuiamo e continueremo a squarciare senza tregua. Nel Paese in cui è presente l’unico giornalista in Europa, Paolo Berizzi, sotto scorta per minacce neofasciste e neonaziste.

Castellino e Roberto Fiore nel dicembre 2020 avevano dichiarato lo scioglimento di Forza Nuova per confluire in un nuovo movimento – Italia libera – guidato da Carlo Taormina. Eppure nei mesi scorsi sono apparsi manifesti, con indicato il numero di cellulare dello stesso Castellino, di propaganda di Forza Nuova.

L’abbiamo ripetutamente documentato a Vasto, come riportato in due articoli. Manifesti comparsi poco dopo la metà di febbraio, secondo alcune segnalazioni che abbiamo ricevuto, e rimasti anche fino al 23 aprile affissi sugli spazi pubblici. Oltre due mesi e mezzo dopo il nostro primo articolo non si sono registrate reazioni di sorta da chi sfila il 25 aprile, definendosi «democratico e progressista»  e «antifascista».

Nonostante verosimilmente quei manifesti siano rimasti affissi  quasi cinquanta giorni oltre gli usuali periodi di affissione. Vergogna su vergogna, possibile che in una città come Vasto non c’erano successivi manifesti che li coprissero?

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