I referendum e la democrazia formale

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Chi ha esercitato ed esercita il potere, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, non ha alcun interesse alla formazione ed elevazione culturale degli italiani.»

I referendum e la democrazia formale

Tra una settimana si andrà a votare per 5 referendum sulla giustizia dei quali la maggior parte degli italiani non conosce la esistenza.

E, fatto ancora più grave, non tutti coloro che lo sanno hanno letto i quesiti. E, fatto gravissimo, non tutti coloro che li hanno letti li hanno capiti.

Questo è un esempio, da manuale universitario, per spiegare cosa sia la democrazia formale.

E dimostrare come, uno strumento di democrazia diretta, possa essere svilito ed utilizzato in maniera demagogica per mera propaganda politica.

Una vera democrazia, quella sostanziale, vuol dire partecipazione e consenso consapevoli, capacità autonoma di giudizio e di scelta.

Da tutto ciò in Italia siamo ancora lontani.

Perchè, è bene dirlo, chi ha esercitato ed esercita il potere, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, non ha alcun interesse alla formazione ed elevazione culturale degli italiani.

Meglio che restino sudditi ignoranti, massa di manovra elettorale, funzionale agli interessi di pochi. 

Sempre gli stessi. La strada per diventare cittadini è molto lunga.

Conferma di ciò è una recente statistica: 

il 51% dei ragazzi di 15 anni non comprende ciò che legge, e il 21% degli adulti tra i 18 e i 65 è un ignorante funzionale.

Si aggiunga il dato che l'attuale governo, con scelta irresponsabile e politicamente criminale, ha deciso di ridurre da 4 al 3,5 per cento del PIL la spesa per l'istruzione, incrementando invece quella per la produzione di armi.

Il popolo, in una nazione civile, dovrebbe manifestare ogni giorno nelle piazze.

Invece no, ci siamo abituati a restare gregge. E chi ci conduce al pascolo non è il "buon pastore" del quale parla il Vangelo!