In ricordo di Giovanni Tucci

ANPI MOLISE. «Aveva perdonato tutto e tutti e non c’era odio o risentimento nei suoi dialoghi ma una ferma condanna al fascismo, al totalitarismo, al razzismo, alla sopraffazione.»

In ricordo di Giovanni Tucci

«Stuck! Stuck! stuck!” era il grido di disprezzo che seguiva gli spintoni con i fucili con cui le guardie tedesche si rivolgevano a noi militari italiani nel campo di lavoro di Torum in Polonia. Quella parola significava “Pezzo! un pezzo un oggetto qualsiasi”. Da quel momento saremmo stati tutti “pezzi” non più militari, uomini e tanto meno persone».

Giovanni iniziava spesso così il racconto della sua esperienza di deportato come IMI (Internato Militare Italiano) agli studenti nei numerosi incontri svolti nelle scuole molisane. Instancabile oratore, parlava con il cuore e colpiva al cuore dei ragazzi: l’essere testimonianza è stato un obiettivo di vita. Con l’eleganza sobria ma impeccabile del suo vestire e l’immancabile papillon, narrava con voce calma e modulata, le atrocità vissute, tagliando di netto il mondo passato, grigio, buio con i vividi colori del presente e quelli del futuro.

Gli studenti lo seguivano in silenzio, attenti e a tratti commossi. Aveva perdonato tutto e tutti e non c’era odio o risentimento nei suoi dialoghi ma una ferma condanna al fascismo, al totalitarismo, al razzismo, alla sopraffazione.

Conoscere, imparare, essere sempre attivi nel sociale, ma soprattutto farsi una propria idea ed una opinione dei fatti; erano queste le esortazioni che rivolgeva ai ragazzi affinché tutto quello che è stato, non debba più ripetersi.

Lo scorso anno Giovanni ha girato per l’ANPI Nazionale una lunga intervista come ricordo e testimonianza per le future generazione. Il video farà parte di un portale che presto verrà messo a disposizione del pubblico. L’ANPI Molise terrà sempre presente, in futuro, la lezione di vita di Giovanni anche se, il suo parlare, la sua presenza, ci mancheranno immensamente.

ANPI Molise

Loreto Tizzani