La bellezza della piazza

L'OPINIONE. «Speriamo in una lotta francese che si estenda a macchia d'olio come successe nel '68.»

La bellezza della piazza

La bellezza di una piazza reale e non virtuale. Gente che si incontra, generazioni che si incontrano, parlano , discutono, ragionano e contestano il pensiero unico. Noi, invece, continuiamo a vivere su piazze virtuali, come leoni da tastiera. Mi chiedo: quale lobotomia di massa abbiamo subito per arrivare a questo?

Il grande fratello orwelliano è stato capace di arrivare ad ottenere questo drammatico risultato? È anche vero che non esistono formazioni politiche e sindacali in grado di coagulare quelle masse che si avvertono come un fiume carsico nelle viscere della società. Il dissenso non prende forma se non con l'astensione dal voto, cosa gradita dal potere perché gli permette di andare avanti nella difesa dei propri interessi senza grandi problemi.

Speriamo in una lotta francese che si estenda a macchia d'olio come successe nel '68. 

Non si può morire dietro ad un neoliberismo decadente che rischia di portarci alla distruzione atomica nel tentativo di sopravvivere.

Lucio Pastore