La libertà di esprimersi e la civiltà di agire

C'è chi capisce che le misure vanno prese, ma che poi si interroga sulla necessità del coprifuoco, dell'alzarsi da tavola in un ristorante alle dieci, del non poter comprarsi una bottiglia di vino dopo le diciotto. Ma che si mette comunque la mascherina, fa quel che gli viene richiesto senza per questo ritenersi un burattino nelle mani di qualcun altro. Chi sta alla regole perché ci viene chiesto di farlo e chi lo richiede ne sa più di opinionisti o politici che sparano a zero.

La libertà di esprimersi e la civiltà di agire

Esiste chi prende coscienza della difficoltà del momento e che si rende conto che non si può ignorare quel che viene detto da virologi, direttori sanitari e medici esperti. Chi prende atto dei numeri che parlano, dei dati che crescono e della mancanza dei mezzi per far fronte a tali numeri. Chi percepisce che la situazione non è delle migliori ma che è stanca, parecchio stanca, di sentire parlare solo di questa pandemia, stanca di vivere con l'ansia dell'incertezza. Stanca di avere pochi aiuti e di mancanza di organizzazione a questa seconda ondata che era più che prevista.

C'è chi capisce che le misure vanno prese, ma che poi si interroga sulla necessità del coprifuoco, dell'alzarsi da tavola in un ristorante alle dieci, del non poter comprarsi una bottiglia di vino dopo le diciotto. Ma che si mette comunque la mascherina, fa quel che gli viene richiesto senza per questo ritenersi un burattino nelle mani di qualcun altro. Chi sta alla regole perché ci viene chiesto di farlo e chi lo richiede ne sa più di opinionisti o politici che sparano a zero.

Ci sono quelli che hanno tra le mani l'evidente dramma economico che stiamo per affrontare, perché altre restrizioni non si sa se il Paese le reggerebbbe. O meglio, il Paese come istituzione si, il Paese inteso come popolazione, come popolo che la mattina si deve alzare dal letto per andare a lavorare e far stare in piedi, ognuno, nella sua realtà la propria attività o il  proprio nucleo familiare.

Ma detto ciò non vedo famiglie che sbraitano per strada, che manifestano come è successo a Napoli.
Lo dovrebbero fare? No
Avrebbero magari i motivi per farlo? Sì

Ma questo non giustifica nessun comportamento. Non c'è nulla che rende lecito il vandalismo, la maleducazione o l'inciviltà. Non c'è nessuna ragione, seppur valida, che renda lecito tutto questo. Nel momento in cui qualcuno esprime una motivazione valida in maniera scorretta ed incivile, passa inevitabilmente dalla parte del torto facendo volgere i riflettori non più alle sue motivazioni ma alla modalità con cui le manifesta facendo perdere, di conseguenza, potere nelle sue motivazioni stesse. E questo vale per qualsiasi contesto.

Questa è l'Italia che manca di cultura e di civiltà e ciò non dipende dal covid, dalle difficoltà  del momento ma da una mancanza sociale molto più profonda che spesso emerge in situazioni similari a quelle che abbiamo visto a Napoli. Un celebre autore affermava che "è più difficile mantenere l'equilibrio della libertà che il peso della tirannia".

E nel momento storico che stiamo attualmente vivendo, queste parole sembrano essere profetiche.