La macelleria della sanità pubblica è un’ingiustizia che non si dimentica

«I morti sono sulla coscienza di chi ha distrutto la sanità pubblica» denunciò il 31 marzo dell’anno scorso sulle nostre pagine Antonio Ingroia, ex pm e oggi avvocato antimafia e presidente di Azione Civile. Un’intervista che oggi ha superato le 100.000 letture, migliaia e migliaia sono nelle ultime settimane. A dimostrazione dell’attualità e della sete di verità e giustizia su quest’ultimo anno e mezzo.

La macelleria della sanità pubblica è un’ingiustizia che non si dimentica

L’Italia è un Paese senza memoria. Tantissime volte questa frase viene ripetuta e sottolineata. Una memoria offesa, gettata, strumentalizzata, taciuta. Il grido di giustizia che troppe volte ancora cade nel vuoto di un Paese di trame e stragi, di un Paese sporco che appare sempre irrimediabile ne appare la conferma più drammatica. Ma è una verità non totale, monca. Perché l’Italia è Paese di smemorati di Collegno in servizio permanente non certo per colpa di fato o destino. È un Paese senza memoria ma ripiena di pigri e pecore. Che considerano la schiena dritta solo un problema ortopedico e non sanno vivere senza padrini e padroni, senza uomini forti e capobastone.

L’emergenza sanitaria, sociale e politica che stiamo vivendo da ormai un anno e mezzo non si sottrae a questo gioco degli specchi e dei poteri, delle verità artefatte e delle omertà reali. Approfondire, studiare, costruire capacità di denunciare, ragionare mettendo in moto (quando c’è, cosa non scontata) la materia grigia, rimanere indipendenti e coraggiosi è più raro del «Gronchi rosa». Nel Paese senza memoria, di pigri e greggi l’impegno e la lotta per verità e giustizia sulle settimane tra fine febbraio e marzo, sulle prime mancate zone rosse ad Alzano, sulla mancanza di un piano pandemico aggiornato e sull’aver totalmente ignorato quello esistente dovrebbe essere primo e vitale interesse. Ma così non è.

Lotta a cui aggiungere il coraggio, senza sconti di squallide consorterie, di ricordare come l’Italia è arrivata a quelle drammatiche settimane. Su come la sanità pubblica è stata devastata in nome dell’ideologia neoliberista e privatizzatrice, delle mazzette e delle clientele, dei favori agli amici degli amici e delle lobby. Eppure questa sete di verità, giustizia, coraggio, indipendenza esiste e riemerge costantemente. Il 31 marzo dell’anno scorso Antonio Ingroia, ex pm e oggi avvocato antimafia, presidente del movimento politico Azione Civile denunciava sulle nostre pagine che «i morti sono sulla coscienza di chi ha distrutto la sanità pubblica». «Questa tragedia è un macabro atto d’accusa nei confronti della classe politica che ha governato l’Italia negli ultimi decenni a colpi di privatizzazioni speculative sempre più spinte a disprezzo della tutela della salute» le sue parole in un’articolata intervista in cui si è soffermato su vari temi tra cui come in quelle settimane gli interessi dell’economia sono prevalse su quelle della salute e su un’Europa sempre più tiranna ed espressione delle lobby finanziarie e di alcuni Stati. Azione Civile in un comunicato del 20 aprile 2020 attaccò «ben precise scelte politiche scellerate e inaccettabili» in cui alla «impreparazione con piani contro le pandemie nazionale e regionali rimasti nel cassetto e apparati statali non all’altezza» si aggiunsero «pressioni di lobby confindustriali tese solo a proteggere i propri profitti impedendo da subito l’attivazione di zone rosse in Lombardia nelle prime aree colpite sono il più grande atto d’accusa nei confronti delle classi dirigenti di questo Paese.

La vita e la sicurezza dei cittadini sono stati sacrificati per il profitto di pochi». «Gli operatori della sanità pubblica si trovano in una situazione indecente e vergognosa mentre con le strutture private si contrattano collaborazioni pagate a peso d’oro, sono sempre più allo stremo e in pericolo, costretti a turni massacranti e senza protezioni e controlli, gli ospedali e le Residenze per anziani sono diventati focolai con centinaia di morti – il durissimo stato d’accusa del movimento politico – Altro che show televisivi e patetici battibecchi, questa drammatica evoluzione è una vergogna che ricade interamente su di loro e che dovrebbe portarli ad andare a nascondersi e non occupare nessun posto di responsabilità.

Neanche da amministratori del pianerottolo del proprio condominio». Tutto in un quadro in cui i costi delle inchieste sulla sanità di varie regioni (precedenti e anche successive)  «sono stati pagati interamente dai cittadini mentre dalla Lega al PD si sono sempre riciclati al po

Con regioni come l’Abruzzo, denunciò l’11 novembre 2019 Azione Civile «dove ci sono migliaia e migliaia di cittadini lontanissimi da ogni ospedale, disabili e malati costretti a sacrifici immani per cure sempre più a rischio, malati oncologici gravissimi che per oltre due lustri hanno visto negato il loro diritto a fornirsi di medicinali vitali nella farmacia più vicina e quindi costretti a recarsi in ospedale, dove quasi sempre si son sentiti rispondere che il farmaco non è disponibile e dovevano quindi recarsi in una qualsiasi farmacia sotto casa». Una regione dove mentre la sanità pubblica veniva devastata dai tagli sono continuati i finanziamenti cospicui a pioggia alle cliniche private: «la sanità pubblica è sempre più a rischio ma il tesoretto per lor signori conosce solo aumenti. E non dimentichiamoci mai che proprio dai finanziamenti alle cliniche private scaturì Sanitopoli» sottolineò il movimento politico fondato e presieduto da Antonio Ingroia.

L’intervista ad Antonio Ingroia ha costantemente attirato l’attenzione dei nostri lettori e di chi ci segue, ripresa e citata da tantissimi altri in quelle settimane e nei mesi successivi. Diciotto mesi dopo la nascita del nostro giornale resta l’articolo più letto, migliaia e migliaia le letture solo nelle ultime settimane. Diventate oggi oltre 100.000, primo articolo in questo anno e mezzo a superare questo traguardo. Che resta e resterà sempre un punto di partenza. Ringraziando Antonio Ingroia, costantemente gradito e acuto interlocutore del nostro giornale, e i tanti con cui abbiamo potuto studiare, approfondire, denunciare, documentare il Paese sporco e compromesso, oggi sottolineiamo queste 100.000 letture come garanzia che continueremo, che resteremo sempre spina nel fianco e cane da guardia, come nella tradizione del giornalismo indipendente, del Potere. Senza lasciare tregua ad assassini di ogni risma, padrini, padroni e capi bastone.

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L'intervista ad Antonio Ingroia del 31 marzo 2020 che ha superato le 100.000 letture

«I morti sono sulla coscienza di chi ha distrutto la sanità pubblica»

INTERVISTA. Parla Antonio Ingroia, già magistrato in alcune delle inchieste e processi più importanti della storia repubblicana: «Negli anni ho maturato considerazioni sempre più negative su questa Unione Europea, l’Europa di fatto è stata soprattutto tiranna ed espressione delle lobby finanziarie e di alcuni Paesi. Nulla a che vedere con l’Europa dei popoli e dei diritti sognata da Altiero Spinelli».