La memoria corta del BelPaese

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Una sentenza penale definitiva ha confermato la vicinanza di Andreotti con Cosa Nostra e lo ha ritenuto responsabile di favoreggiamento sino alla fine degli anni '80.»

La memoria corta del BelPaese

Sono stati in molti a ricordare i 10 anni dalla morte di Giulio Andreotti. Esponenti del mondo cattolico ed eredi di quella che fu la Democrazia Cristiana lo hanno quasi glorificato! Riporto, testualmente, alcuni appellativi:

"padre costituente, statista, politico cattolico, uomo del dialogo".

E, per chiudere, un'affermazione dello stesso:

"nella vita politica mi sono sempre ispirato alla difesa dei più deboli"!

Per quanti non lo ricordassero, in un Paese che perde facilmente la memoria storica ed è incline al revisionismo, ritengo giusto ed opportuno fare chiarezza.

Il generale Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia, definì la corrente andreottiana in Sicilia la più inquinata dalla presenza mafiosa. Ne furono esponenti di primo piano Salvo Lima e Vito Ciancimino, noti politici mafiosi. Ad essi aggiungo gli esattori delle imposte cugini Salvo, e potrei continuare per qualche pagina elencando personaggi della stessa risma.

Una sentenza penale definitiva ha confermato la vicinanza di Andreotti con Cosa Nostra e lo ha ritenuto responsabile di favoreggiamento sino alla fine degli anni '80.

Reato dichiarato prescritto.

I miei criteri di valutazione, pertanto, sono diversi da quelli dei numerosi "laudatores" di Andreotti.

Chi ha intrattenuto per anni rapporti con la mafia, ne ha ricevuto consenso elettorale ricambiandolo in favori, non merita alcun buon ricordo.

E certamente non è stato un "buon cattolico"! Tutto il resto non conta.