La paura al tempo del Covid: vivere non è stato mai così difficile

Ma la vita reale è un’altra, la vita reale ha delle sfaccettature che la fantasia non tange nemmeno.

La paura al tempo del Covid: vivere non è stato mai così difficile
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Non siamo in guerra, ma sembra di passare le giornate così: con la paura. Paura di uscire, di prendere un caffè, di salutarci, di fare un sorriso, di creare empatia con qualcuno e poi… dover rinunciare a lui o lei.

Ogni gesto che facciamo è dettato da un sentimento davvero brutto, ma non è così per tutti. Molti si divertono ancora, ridono, bevono dalla stessa bottiglia, fumano, si abbracciano, si baciano, si dicono cose all’orecchio, stanno insieme a gruppi, passeggiano… cavolo, questa sì che è vita (come dicevano in un vecchio film della Disney “Gli Aristogatti”).

Ma è una vita vera?

“Certo che sì” mi risponderanno in tanti, eppure “io” non ne sono tanto convinto. Vivere fregandosene del prossimo non è vita vita, ma è solo egoismo, egoismo dettato dalla voglia di esorcizzare il momento e credersi immortali.

Ieri leggevo di bambini in sala di rianimazione, di giovani che lottano per tornare alla vita, di ragazzi di 35/40 anni che non ce la fanno e che non hanno potuto salutare i loro cari… siamo sicuri che “baldoriare” senza fregarsene del prossimo sia la soluzione migliore in questo contesto e momento storico?

Non parlo solo di ragazzi (hanno l’ormone facile), ma anche di adulti che non rispettano POCHE e semplici regole dettate dal buonsenso: usare la mascherina, restare a distanza e lavarsi le mani.

Credo che la Scuola in questo abbia fallito, sì, non parlo della scuola al tempo del covid, ma della scuola di 30/40 anni fa, quando non ha insegnato a persone mature come avrebbero dovuto vivere ad una certa età, dando l’esempio ai giovani e creare così una società migliore.

Come nella politica, dove gli errori del passato si stanno mangiando la nostra Italia, anche gli errori del tempo che fu, stanno modificando il nostro modo di approcciarsi alla vita. Prima le cose erano difficili, molto più difficili di oggi, questo è chiaro, ma allora si viveva anche con meno frenesia, meno esigenze, meno tutto, quindi un pantalone, ad esempio, si passava da padre a figlio, da figlio a fratello, da fratello a fratello… oggi, invece, non passano tre mesi che già si deve cambiare e andare alla “moda”…

La moda è quel qualcosa che ci sta dando dei modelli sbagliati, delle sfaccettature della vita che non è la nostra: tutti vogliamo assomigliare a quell’attore o quell’attrice in quel determinato film perché “è fico!”. Ma la vita reale è un’altra, la vita reale ha delle sfaccettature che la fantasia non tange nemmeno.

E qui torniamo alle mascherine. Oramai ce ne sono di tutti i tipi: ma deve essere “Bella” altrimenti non la indosso! Oppure la indosso male, oppure…

Non può essere un oppure, perché la “tua” vita può intaccare la “mia” e la “mia” può intaccare quella di un’altra persona e così via all’infinito…

Il virus, fatto in laboratorio o “autoprodottosi”, ha una vita propria, vola e si rigenera ad una velocità assurda, varia, si muta e noi? Noi non possiamo far altro che CONVIVERCI. Ma la convivenza deve essere dettata dal buonsenso, un buonsenso che sembra non accompagnare nessuno, nemmeno i nostri capi della politica che, ad esempio, non hanno ancora deciso di riaprire un ospedale (per i più “quasi pronto”) come il Vietri di Larino per… cavolo, la risposta è sempre “NO”…

Eppure a giugno 2020 (sì sì a giugno 2020) in consiglio regionale si è votato per la riapertura, ma la votazione NON è stata accolta… e allora 110 Sindaci hanno preso in mano la situazione ed hanno chiesto a gran voce la riapertura, ma anche in questo caso 110 su 136 NON sono bastati per far iniziare i lavori di sistemazione di un ospedale “dismesso” qualche anno fa, ma che ha ancora i riscaldamenti accesi… ed oggi che si fa? Si decide di mandare i malati in “TENDE” o “CONTAINER” invece di un posto letto al caldo in una struttura “forse” più adeguata.

Bene, questo è quello che sta succedendo, questo è quello che ci aspetta: la paura!

La Scuola è un luogo sicuro? Sicuramente, perché ci sono tutte le accortezze, ma arrivarci a scuola che potrebbe creare problemi, e poi, siamo sicuri che i nostri ragazzi a casa si comportino sempre bene? Chi ci dice che un “pigiama party” non si possa tramutare in un focolaio covid e iniziare ad infettare anche amici che, a quel pigiama party, non sono andati?

E facciamo festa allora? Dai abbiamo 18 anni una volta sola!!! che fai non vogliamo invitare i nostri amici? I nostri parenti? La colpa però diamola sempre agli altri… noi siamo sempre i Santi che non facciamo nulla, diamola alla politica, è più semplice puntare il dito verso qualcosa che, per noi, non sta facendo nulla “per noi”, invece, sempre noi che facciamo?

Ho paura, sì, tanta, perché non pensavo di dover vivere una vita così a 47 anni… quasi!

 

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