La palude stagnante

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «Ho provato disagio e triste conferma che è in questo tipo di borghesia, ampiamente diffusa, che alligna la cultura della mafia».

La palude stagnante
Foto di Szilárd Szabó da Pixabay


Mi sono recato in pizzeria e casualmente alle mie spalle erano sedute tre coppie di mezza età. Ho capito che si trattava di professionisti, di certo un paio di medici, un avvocato e un ingegnere.
Parlavano liberamente, incuranti di chi fosse seduto dietro.

Il contenuto della discussione erano i soldi e come farne in misura maggiore; la carriera nel mondo della sanità pubblica e la necessità di coltivare alcune amicizie politiche.

È venuto fuori anche qualche nome. Tutto in chiave individualistica, sia nei toni del linguaggio che allo scopo di una crescente e competitiva affermazione sociale.
Nessuno spazio per i gravi problemi del mondo e del nostro Paese.

Ho provato disagio e triste conferma che è in questo tipo di borghesia, ampiamente diffusa, che alligna la cultura della mafia.
Sono convinto che da questa palude stagnante non potrà mai venire alcun cambiamento.

Solo le nuove generazioni rappresentano una speranza, e solo con loro è necessario e utile impegnarsi.
Molti adulti sono anime morte: senza valori, ideali e sogni.