LETTERA APERTA al Sindaco di Catania Salvo Pogliese

ETICA PUBBLICA. «Hai impugnato tale sospensione, ritenendo che la legge Severino abbia aspetti di incostituzionalità. Il Tribunale civile ha accolto tale tesi rimettendo la questione alla Corte Costituzionale. Nel frattempo la tua sospensione è venuta meno e sei tornato a fare il sindaco. Questa, in estrema sintesi, credo sia la questione sotto il profilo giuridico. Ma esiste anche un altro profilo, sul quale intendo soffermarmi. È quello che io definisco ETICA PUBBLICA.»

LETTERA APERTA al Sindaco di Catania Salvo Pogliese

Mentre sono in corso anomali e assolutamente inopportuni festeggiamenti per il tuo momentaneo rientro sulla poltrona di sindaco, desidero ricordarti l'art.54 della Costituzione Italiana.

Art.54: "Tutti i cittadini hanno il DOVERE di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con DISCIPLINA ED ONORE, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge".

Andiamo con ordine. Una Procura, un Gip e un Tribunale hanno ritenuto che tu abbia commesso il reato di peculato mentre eri deputato regionale. E, con sentenza di primo grado, sei stato condannato ad una pena di circa 4 anni di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici.

Non conosco gli atti e pertanto non esprimo alcun valutazione in merito. Ci sarà un processo di Appello, ed eventualmente anche uno in Cassazione.

Solo allora sapremo se sei colpevole o innocente in via definitiva. In virtù della c.d.legge Severino, approvata in Parlamento anche con i voti del centrodestra, al quale tu aderisci, sei stato sospeso dalla carica di sindaco.

Hai impugnato tale sospensione, ritenendo che la legge Severino abbia aspetti di incostituzionalità. Il Tribunale civile ha accolto tale tesi rimettendo la questione alla Corte Costituzionale.

Nel frattempo la tua sospensione è venuta meno e sei tornato a fare il sindaco. Questa, in estrema sintesi, credo sia la questione sotto il profilo giuridico.

Ma esiste anche un altro profilo, sul quale intendo soffermarmi. È quello che io definisco ETICA PUBBLICA.

Torno all'art.54 della Costituzione.

- La fedeltà della quale si parla significa rispetto di lealtà verso le istituzioni dello Stato.

- La disciplina vuol dire rispetto del complesso di norme che regolano i componenti di una comunità.

- L'onore significa consapevolezza dei propri doveri e di un comportamento morale e civile ineccepibile, senza ombre e sospetti.

Significa dovere di lealtà, di rettitudine, e di coerenza con gli impegni assunti quando si è prestato giuramento. Significa godere di unanime stima e rispettabilità. Detto questo, non vi è alcun dubbio che sul piano strettamente giuridico sei tornato in modo legittimo a fare il sindaco di Catania, ma sul piano ETICO ritengo di no. Pesa comunque una grave condanna di primo grado, che offusca tutti quei requisiti previsti dall'art.54 della Costituzione.

E i due piani non sono sovrapponibili. Se fosse capitato a me mi sarei dimesso il giorno stesso della sentenza di condanna del Tribunale. Ma abbiamo sensibilità etiche molto diverse, e una diversa idea del rispetto che bisogna portare ai cittadini di questa città.

Sono certo che questa lettera, qualora la dovessi leggere, la riterrai carta straccia.

Ma sentivo il dovere di scriverla. Ne va dei valori nei quali ho sempre creduto e della mia dignità di uomo e di cittadino.

 

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