«Gli Stati Generali? Una sorta di riunione segreta»

LA CRITICA. «Gli “Stati Generali” dovrebbero essere pubblici, aperti al pubblico che dovrebbe ascoltare ed essere protagonista delle proposte di rilancio per il Paese per poi costruire insieme ad esperti e politici le soluzioni per la nostra Italia. Invece no, il potere appare nelle mani di un’èlite che decide le sorti del nostro Paese».

«Gli Stati Generali? Una sorta di riunione segreta»
foto skytg24.it

Abbiamo più volte affrontato gli argomenti trattati dal nostro Governo. Abbiamo proposto soluzioni, ma nel momento in cui pensavamo che ci fosse una reale possibilità di attuazione del nostro programma al servizio del popolo, il Governo Conte, o meglio il Presidente Conte ha fatto marcia indietro.

Abbiamo espresso la nostra modesta opinione sugli “Stati Generali” indetti per discutere e decidere sul futuro del nostro Paese. La memoria della storia sembra essere cancellata oppure sembra far comodo non ricordare. Gli “Stati Generali” erano un’assemblea consultiva del Regno di Francia, convocata anche molto prima dai sovrani quando avevano bisogno di imporre tasse, dazi e tributi al popolo. Mentre la Rivoluzione Francese si preparava, durante lo svolgimento degli Stati Generali, supportati dalla Massoneria, oggi, in Italia, cosa sta accadendo? Quale fine ha questa riunione segreta? Ricordiamo che la Rivoluzione Francese gettò le basi per la costruzione di una società perfetta, atea e democratica. Ricordiamo che Luigi XVI convocò gli Stati Generali considerata la grave crisi economica del Paese facendo passare per “tiranno” proprio il popolo.

Le similitudini con i giorni d’oggi sono tante proprio alla luce dello svolgimento degli “Stati Generali” indetti dal Presidente Conte. Perché il Presidente Conte ha convocato gli “Stati Generali”? Con quale fine? Forse per fini personali? Forse perché si è reso conto che la sua maggioranza è debole e incapace di dare risposte alla popolazione e doveva dimostrare con gesti pomposi il suo “sguardo attento” al Paese?

L’emergenza Covid 19 da un lato ha paralizzato il Paese e dall’altro è servita al Governo per dare una parvenza di normalità e guadagnare tempo per concretizzare una ripresa economica difficile da realizzarsi. Perché scegliere Villa Pamphili, seppur sede istituzionale di alta rappresentanza della Presidenza del Consiglio e non il Parlamento, sede opportuna per discutere di politica e di società civile? Perché utilizzare Villa Pamphili con un dispendio di circa 700 uomini e donne della Pubblica Sicurezza che potevano tranquillamente lavorare per le nostre strade e garantire alla popolazione la tanto decantata sicurezza?

Alla luce delle domande e delle risposte che ognuno di noi si darà è certo che sembra di non vivere in una democrazia. Non amiamo le idee complottistiche, ma una cosa è certa, anche in una visione europea e mondiale più ampia, che un gruppo ristretto di persone sta distruggendo per poi ricostruire a discapito del popolo.

La ricostruzione la vivremo nella vita quotidiana, che sarà accettata come la meno peggio, su tutti i fronti, anche sulla nostra libertà e democrazia. Un esempio sono gli “Stati Generali” una sorta di riunione segreta, con fini segreti e conclusioni segrete, magari scritte in un nuovo Dpcm, strumento che in questi ultimi mesi non è stato ampiamente approvato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Noi, cittadini italiani, abbiamo il diritto di conoscere ciò che sta accadendo ogni singolo giorno e non solo a conclusione degli incontri degli “Stati Generali”, ossia fra 8 o 10 giorni. È inconcepibile tutto ciò. È incostituzionale che il Parlamento non abbia voce in capitolo, dove siedono parlamentari eletti dal popolo e pagati fior di quattrini dallo stesso popolo al quale non è rimasto solo il Voto come unica arma di democrazia. Gli “Stati Generali” dovrebbero essere pubblici, aperti al pubblico che dovrebbe ascoltare ed essere protagonista delle proposte di rilancio per il Paese per poi costruire insieme ad esperti e politici le soluzioni per la nostra Italia. Invece no, il potere appare nelle mani di un’èlite che decide le sorti del nostro Paese.

Si deduce, quindi, che il Governo ignori ed escluda il popolo, contravvenendo anche alle regole del Parlamento. Responsabili di questo sono anche tutte le forze politiche in essere che non si sono opposte abbastanza affinchè non avvenisse questa grave presa di potere nelle mani di un solo uomo. Le azioni arroganti del Presidente Conte, mascherate da eleganza, gentilezza e altruismo, si perpetuano da tempo anche “snobbando” il Parlamento come sede decisionale e rappresentativa del popolo. Il silenzio omertoso di questo Governo è inaccettabile, come inaccettabile è l’inadeguatezza e l’illusione di tutti i Dpcm degli ultimi mesi che hanno distrutto la nostra economia, la nostra cultura e la nostra società. Noi cittadini pretendiamo chiarezza e trasparenza, pretendiamo di vivere non in brutto film, ma in una realtà democratica, legale e costituzionale.

Facciamo un appello al nostro Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, da sempre garante della democrazia e unico sostenitore del popolo italiano, di richiamare all’ordine il Presidente Conte.

Adriana Colacicco e Gerardo Gatti, "Progetto di Vita"