L’ordine logico contro Piergiorgio

Una memoria da non dimenticare, la persecuzione contro Sandra e don Alessandro e, negli stessi anni, una persona sofferente e malata.

L’ordine logico contro Piergiorgio
funerale laico Piergiorgio Welby, fonte: Wikipedia

La trasmissione di Domenico Iannacone su Rai3 del Venerdì Santo è stata occasione per ricordare la vita e le persecuzioni subite da Sandra Alvino. Fondatrice dell’Associazione Italiana Transessuali. E cosa accadde, mentre si benediceva e accettava ben altro, contro altre persone. Come Piergiorgio Welby.

Proseguiamo il percorso nella memoria, in cui una memoria che deve tornare ad essere cammino reale ed attivo, ripartendo proprio da Piergiorgio Welby. E da come gli fu negato persino il funerale in nome di quell’ordine dall’alto che blandiva (e blandisce) i Potenti e perseguita i più deboli. Quell’ordine oggi fin troppo accettato anche in chi dovrebbe opporsi strenuamente ma si è accucciato su comodi e vigliacchi giacigli delle (in)coscienze.

Riproponiamo qui uno stralcio dell’articolo con cui si denunciava su PeaceLink la persecuzione contro Piergiorgio Welby ed altre persone.

"Sono io personalmente che ho preso quella decisione per un motivo di ordine logico ...il suicidio è intrinsecamente negativo..." (negare il funerale a Piergiorgio Welby)
(Camillo Ruini, vescovo, ex presidente della CEI)

Nessuna pietà per chi soffre. Ci sono motivi di ordine logico. E quindi un solo istante è bastato per spazzare via la sofferenza di un uomo e tutti i bei discorsi catechistici sulla pietà e sull'amore cristiano. Una donna viene violentata, abbandonata, è vittima della violenza di un uomo. Silenzio.

L'unica colpa è la sua davanti alla possibilità "dell'estrema scelta".

Muore un camionista a Teramo, in Abruzzo. Divorziato, risposato, non entra in chiesa. Muore Pavarotti, tenore di fama internazionale. Il funerale viene celebrato dal vescovo e diversi sacerdoti concelebrano con lui. Silenzi e omissioni, parole e condanne.

Per 20 anni questo refrain, nella persona dell'eminentissimo Cardinale Camillo Ruini, ha guidato la Chiesa Cattolica Italiana. Oggi che non è più presidente della CEI Ruini non riesce comunque a evitare di continuare sullo stesso solco. Deve continuare a far pesare la sua presenza mediatica davanti all'accondiscendenza di politici e giornalisti pendenti dalle sue labbra. Il minuto prelato continua a tuonare, a imporre dogmi di coscienza e morali.

Ma qualsiasi principio etico e morale se imposto, soprattutto se dall'alto di una cattedra e dell'arbitrio di un potere, è violenza. Violenza allo stato puro. Le parole di Ruini fanno paura, spaventano, violentano. Nella chiesa che santifica il confessore di Francisco Franco e dimentica il vescovo che sfidò la dittatura militare salvadoregna questa è la situazione. […]

Alcune settimane fa un politico italiano di un partito sedicente cattolico ha affermato che i politici italiani sono giustificati a frequentare le prostitute perché i loro stipendi sono troppo bassi per garantire anche le trasferte nella capitale alle famiglie.

Quindi in mancanza della propria moglie i poveri parlamentari devono rivolgersi altrove ... Né Ruini né altri moralisti italici hanno detto una sola parola. […]

Le ambiguità, le omissioni, i moralismi a buon mercato, lo sfruttare la propria posizione di potere è violenza. È  violenza allo stato puro. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e straordinaria voce profetica della Chiesa degli "ultimi" in Italia, ha affermato che Ruini non rappresenta nessuno.

Bisognerebbe spiegarlo ai baciapile dell'informazione omologata e accucciata che immediatamente hanno rilanciato le sue parole ...

[…] E in conclusione un'ultima nota: se una legge di quasi trent'anni va "reinterpretata" allora i Dieci Comandamenti, che sono molto più datati, vanno abrogati tout court?

3.continua

 

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