Migliaia di barchette dei diritti per rappresentare il viaggio di Meter

L’iniziativa è stata lanciata online in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini. Proseguono incessanti e costanti l’impegno e le denunce dell’associazione, e le notizie di cronaca, contro gli orchi online. Nei giorni scorsi denunciate anche «pedomamme», un'operazione della Polizia Postale documenta casi di pedo-necrofilia.

Migliaia di barchette dei diritti per rappresentare il viaggio di Meter
don Fortunato Di Noto e la barchetta dei diritti

«Navighiamo insieme per approdare in porti sicuri, di benessere, garanti dei vostri diritti: questo lo slogan dell’iniziativa di Meter, che sceglie il simbolo della barchetta di carta per rappresentare il viaggio intrapreso da 20 anni con i più piccoli per garantire i loro diritti – è stato l’appello online di don Fortunato in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini- Meter chiede ai bambini di realizzare le barchette dei diritti creando una barchetta di carta da decorare, su cui scrivere un loro diritto. Una volta fotografata può essere inviata all’associazione che la condividerà attraverso i propri canali social su Facebook e Instagram».

«Migliaia le barchette realizzate da bambini/e e ragazzi/e – ha raccontato su facebook il successo dell’iniziativa lanciata in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini don Fortunato Di Noto - una meraviglia ai nostri occhi; un modo per sensibilizzare e "restiamo tutti bambini, per tutelare i bambini". Un grazie ai numerosi Istituti scolastici (ai docenti), alle Parrocchie (alle catechiste), alle mamme e ai papà che hanno stimolato e realizzato questa iniziativa. Noi continueremo... è una promessa fatta ai bambini, ai piccoli di questo mondo. Non riusciremo a salvarli tutti, ma tutti possiamo salvarli». Una buona notizia l’ha definita don Fortunato riportando subito dopo la «brutta notizia» che incessantemente e quotidianamente Meter denuncia da oltre trent’anni: «Un miliardo di minori nel mondo vittime di violenza sessuale, fisica e psicologica. Impressionante, questo fallimento e sconfitta dell'umanità, perché nel mondo sono 2,2 miliardi i bambini e gli adolescenti, che rappresentano il 31% della popolazione mondiale».

Don Fortunato riporta dati dell’Unicef già di sei anni fa che documentano come «l’infanzia non sta bene e se non sta bene è l'adulto che non riesce a proteggere, tutelare, accudire. No, non stiamo messi affatto bene. Un tragedia globale. A chi fa comodo tutto questo? A chi? - lo straziato interrogativo del fondatore di Meter - numeri che «richiamano ad un impegno: non frammentare l'azione di chi si occupa di infanzia. L’abuso è abuso (speriamo che almeno su questo siamo d'accordo!!)». Una riflessione a cui si aggiunge la notizia che solo il 19 e 20 novembre Meter ha «denunciato alle varie Polizie n. 58.000 video pedopornografici, allocati in una piattaforma web (un colosso del web). Vecchio e nuovo materiale con decine di migliaia di minori già abusati. Pedopornografi di tutto il mondo che impunemente abusano, trafficano di minori».  

Cinquanta perquisizioni contro una estesa rete di traffico di materiale pedopornografico con il sequestro di decine di terabyte è una delle tante notizie di questi mesi, «Un terabyte - l'indignata riflessione di don Fortunato del 5 novembre corrisponde a 1.000 gigabyte (GB) o 1.000.000 di megabyte (MB): foto e video di bambini abusati sessualmente. Milioni di bambini coinvolti. Materiale del passato e di recente produzione». Il 17 novembre scorso sono stati denunciati 22.542 video pedopornografici (bambini in tenerissima età, tutti di sesso maschile, che corrisponderebbero a decine di migliaia di minori) scoperti su un gruppo Telegram (ancora attivo) con 35 segnalazioni dettagliate a Polizia neozelandese, italiana e al server provider che ha assicurato l’invio alle autorità competenti per l’individuazione dei soggetti coinvolti. Sono 61.525 (dal 2002 al 2019) le segnalazioni che Meter ha inoltrato alla Polizia postale italiana e a numerose Polizie estere come ai server provider dove i pedopornografi organizzati attraverso i «servizi gratuiti di file hosting» utilizzano spazi per trasferire foto e video.

Un traffico enorme con milioni di bambini e bambine: dai neonati ai tredicenni, età preferita dai pedofili in tutto il mondo. 2652 video e foto che «corrisponderebbero a centinaia di donne ‘mamme’ che abusano dei loro figli» la denuncia di Meter resa nota lo scorso 26 novembre. Le pagine segnalate agli inquirenti erano «strutturate in diverse cartelle nominate: pedomam, familypedo, mamborn, ed altro», inquietante sottolinea l'associazione che « in diversi video alcune  ‘mamme’ erano identificabili (vivo visu) durante gli abusi sessuali sui bambini. Il fenomeno è criminale e molto più serio, richiede un intervento strutturato e consapevole che ci è sfuggito dalle mani, nonostante le indagini che portano alla individuazioni di alcuni soggetti e all’impegno per individuare le vittime, troppe e sempre di più piccole di età». Nei dodici giorni precedenti Meter «ha denunciato più di 100.000 video pedopornografici partendo da un rinomato social che divulgava, sparesi in tutto il mondo, una in quantificabile mole di video e foto, oltre che di iscritti tra i 1.300 utenti in uno e n. 850 in un altro e così via».

Dedicando un commosso pensiero a Pino Scaccia, giornalista Rai scomparso il 28 ottobre e grande amico di Meter, don Fortunato ha ricordato alcune denunce dell’associazione che Scaccia raccontò nel 2012: «ventitre neonati stuprati e torturati nelle culle, nelle vaschette per il bagno», oltre 400 foto di bambini la cui età era stata stimata da Meter tra i nove mesi e i due anni. Nell’occasione Pino Scaccia sottolineò l’aumento di segnalazioni e denunce e la comparsa di «forme nuove, tecnologiche e virtuali» anticipando profeticamente quel che negli ultimi anni sta accadendo sempre più. Una delle ultime don Fortunato l’ha pubblicata il giorno prima. «Best Child Porn Collection. Pedofilia e pedopornografia. A molti di voi significa poco – ha scritto il fondatore di Meter sottolineando che «Meter in pochi minuti (26 ottobre 2020) ha denunciato centinaia di portali pedopornografici» e che «un solo portale conteneva n. 5.000 foto, significa n. 5.000 bambini violentati sessualmente».  «Non ci stancheremo di denunciare e chiedere indagini mirate per fermare questo scempio e individuare i bambini coinvolti – ha concluso don Fortunato - i portali li chiuderanno e saranno ri-pubblicati. Ma i bambini abusati resteranno per sempre abusati».

Un crimine orrendo e quotidiano, che durante e dopo il lockdown ha registrato un aumento esponenziale, come abbiamo già denunciato nei nostri precedenti articoli e don Fortunato e Meter stanno documentando costantemente da mesi. Il 12 novembre un'inchiesta della Polizia Postale di Genova e del Centro Nazionale di Contrasto alla pedopornografia online ha portato all'arresto di un 22enne per «detenzione di video e foto ritraenti bambini dai 0 ai 14 anni», sequestrati 10.000 video pedopornografici ottenuti su piattaforme di messaggistica e su cui aveva acquistato un abbonamento ad uno spazio virtuale per conservare e distribuire foto e video pedopornografici.

Il 14 novembre due arresti: un 42enne residente a Roma che aveva anche stampato alcune foto «raccapriccianti» che aveva appeso in camera da letto come quadri e a cui sono stati sequestrati oltre 1700 foto e circa 400 video, un 41enne residente a Cosenza e domiciliato a Roma per detenzione e divulgazione online di «immagini ritraenti minorenni tra gli 8 e i 14 anni nonché video dove venivano ripresi minori anche in tenera età in rapporti sessuali con adulti» a cui sono stati sequestrati oltre 7500 immagini ed oltre 640 video pedopornografici. Il 18 novembre è stato arrestato un impiegato romano, la Polizia Postale di Roma ha trovato nel suo pc 13.000 files di immagini e 150 video dal contenuto palesemente pedopornografico. Dipendente di un gestore telefonico, era in smart working e, durante l’orario di lavoro, scaricava attraverso la rete aziendale immagini a sfondo sessuale di bambine adolescenti, molti anche i video di atti sessuali con bambini.

Le indagini erano partite dal datore di lavoro insospettito dal flusso anomalo sulla rete. Il 21 novembre è stato arrestato un diciassettenne in Piemonte che adescava bambini online e li spingeva a produrre ed inviare immagini pedopornografiche. «A partire dalla scorsa primavera durante il primo lockdown – riporta un’agenzia ANSA - il giovane ha utilizzato la piattaforma del popolare videogioco Fortnite per contattare i bambini per poi spostare la comunicazione su Tik-Tok, Instagram e Whatsapp. È  stata la mamma di uno dei bambini (che hanno poco più di dieci anni) a presentare la denuncia che ha dato il via agli accertamenti».

Il 28 novembre è stato arrestato un 49enne di Genova, sposato e con figli «già grandi» sottolinea il comunicato della Polizia di Stato, che deteneva «circa 20mila video prodotti mediante lo sfruttamento sessuale di bambini di età compresa tra gli 0 e i 10 anni. Tra i video ritrovati molti di natura particolarmente cruenta e anche alcuni di pedo-necrofilia». L'operazione è scaturita «da una complessa indagine in ambito internazionale a cui hanno preso parte anche gli investigatori italiani coordinati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo) del Servizio centrale della Polizia postale e delle comunicazioni».

 

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