Nasce un nuovo format: l'autointervista

Risponde con questa nuova modalità il presidente del Senato Ignazio La Russa, dopo la puntata di Report dell'8 ottobre, smentendo tutto e minacciando REPORT di «denuncia preventiva».

Nasce un nuovo format: l'autointervista

foto tratta da Wikipedia

“Hanno ripreso la tomba di mio padre e come hanno fatto ad entrare nella cappella lo devo ancora capire, che è chiusa a chiave. E accusandolo di aver chiesto i voti a un bandito di Caltanissetta, per avere i voti di Forza Italia.

Se c'era una cosa del genere mio padre piuttosto si sparava pur di non chiedere i voti per Forza Italia; se c'era una cosa del genere ti pare che la magistratura almeno un fascicoletto non lo aprisse, che non lo interrogasse, che non gli facesse un avviso di garanzia? Nulla di tutto questo: vergogna! Calunniatori schifosi!

Quando parlano di mio padre mi arrabbio, è la persona più onesta che ci stava. In 110 anni non è mai stato raggiunto non dico da un avviso di garanzia ma neanche da uno sfioramento su questioni legali. Credo che la Rai dovrebbe mettere a disposizione mia e della Vigilanza tutto il girato. Siccome io li sto per querelare avrei il piacere che emergesse quello che hanno o non hanno messo in onda.

Ho detto ai miei avvocati di studiare bene tutto. Vedremo se la Rai ci darà il girato integrale ma probabilmente faranno cortine di fumo.”


Interviene così il presidente del Senato Ignazio La Russa ospite di “E' sempre Cartabianca” su Rete 4, martedì 10 ottobre. Ma cosa è successo?


Report, domenica 8 ottobre, ha mandato in onda un'inchiesta sulla famiglia La Russa. È l'inizio della nuova stagione 2023/2024 e già è record di ascolti, nonostante lo spostamento del programma a domenica sera invece del lunedì sera.

Si è parlato dei “miracoli politici” del presidente La Russa e di tutte quelle persone di Paternò, la sua città di origine, che avrebbe “inserito” nei ruoli che contano di politica, CSM (come membro laico e quindi decide le carriere dei magistrati in Italia) e imprenditori.

Si è parlato dei presunti rapporti tra il padre Antonino e Michele Sindona (il banchiere della mafia e mandante dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli) tramite le aziende di Michelangelo Virgillito, imprenditore paternese emigrato a Milano negli anni '20 divenuto ricco per grazia divina e che ha chiamato con se la famiglia La Russa a Milano.

Luigi Ilardo, foto dal web

Poi si arriva al 1994, quando l'ex capomafia di Caltanissetta Luigi Ilardo, fa il nome di Antonino La Russa al colonnello dei carabinieri Michele Riccio e inizia a venire a galla ciò che fino a quel momento era rimasto invisibile della famiglia La Russa. Ilardo rivela al colonnello che:

a Caltanissetta avevano ricevuto indicazioni che per la Sicilia orientale si doveva votare per il senatore La Russa Antonino e Vincenzo La Russa”.

afferma il colonnello Riccio.

Le informazioni che Luigi Ilardo consegna al colonnello Riccio sono sconvolgenti: riguardano le nuove relazioni tra cosa nostra e la politica da dopo le stragi di Capaci e via d'Amelio. La mafia si sta organizzando per le elezioni del 1994 e le decisioni finali su chi appoggiare in Sicilia orientale vengono prese durante una riunione svoltasi tra i vertici del clan all'inizio di febbraio del 1994 proprio a Caltanissetta.

“E' nato questo supporto che bisogna dare a Forza Italia. Per la Sicilia orientale dovevano appoggiare Vincenzo e Antonino La Russa, perché avevano contatti con loro da tempo.

La famiglia La Russa aveva da tempo contatti con cosa nostra e lo avevo già scritto nel rapporto Grande Oriente

- dice il colonnello Riccio ai microfoni di Giorgio Mottola di Report e continua

Io incontro Ilardo e lui mi dice che ci sono stati nuovi contatti con i La Russa, Vincenzo e Antonino, e che avevano dato nuove rassicurazioni che, qualora avessero ricevuto un sostegno elettorale, avrebbero mantenuto le promesse nei confronti di cosa nostra.”

Quell'anno alle elezioni non si presenta Antonino La Russa ma sarà Vincenzo a presentarsi con il CCD (centro cristiano democratico) nella Sicilia orientale, a Paternò, dove verrà eletto con 15 punti di scarto dal candidato della sinistra.

I fratelli La Russa non saranno mai indagati a seguito delle dichiarazioni di Luigi Ilardo. Report invia una serie di domande al presidente Ignazio La Russa il quale risponde infuriato, incitando alle fake-news, che non c'è stato nessuna vicenda legale nei confronti del padre e dello zio e minaccia di querelare Report.

Però c'è un dato di fatto: il nome dei fratelli La Russa è realmente presente nel rapporto “Grande Oriente” stilato nel 1996. Inoltre si scopre che Luigi Ilardo era un dipendente di una società legata alla “LiquiGas”, stessa società dove al vertice c'era proprio Antonino La Russa a Milano.

Per ultimo si è analizzato sul come è possibile che se un cittadino lombardo chiama al centralino per prenotare una visita medica o delle analisi, rispondano a Paternò: grazie ai La Russa.

in copertina Ignazio La Russa e Sigfrido Ranucci, foto dal web