Neomelodico nipote del boss zio Turi, evitata la doppietta. Ma ne è arrivato un altro

Sulla stampa locale importante riflettore sulla realtà che documentiamo da tempo, annullata la seconda data del concerto oggetto dei nostri articoli. Ma nella stessa sera altro concerto sempre nel vastese.

Neomelodico nipote del boss zio Turi, evitata la doppietta. Ma ne è arrivato un altro
Articolo del vicedirettore Antonino Dolce su Chiaro Quotidiano

Testi che inneggiano alla mafia, che trasmettono (dis)valori. È l’accusa lanciata contro alcuni neomelodici. Le mafie cercano di far propaganda, di infiltrarsi in ogni anfratto della società e rafforzarsi. E musica e social network sono leve poderose.

Il 13 agosto il sindaco di Nardopace, provincia di Vibo Valentia, ha annullato il concerto di Teresa Merante in occasione dei festeggiamenti in onore di “Maria Santissima della Montagna”. Nel provvedimento il sindaco Demasi scrive «atteso che dal programma si rileva che lo spettacolo consiste nell’esibizione di tale Teresa Merante, nota per avere cantato, durante vari concerti, brani inneggianti la sottocultura mafiosa» si ritiene «di annullare lo spettacolo per ragioni di ordine e sicurezza pubblica».  

Teresa Merante ha sempre rigettato, anche con comunicati e comunicazioni a redazioni giornalistiche compresa la nostra, le accuse che gli vengono poste di «inneggiare alla sottocultura mafiosa». Vicende ripetutamente documentate su WordNews.

La stessa sera era previsto, dopo il concerto privato a Casalbordino la sera del giorno dell’anniversario della strage di via D’Amelio, a Palmoli il secondo concerto nel vastese in poche settimane di Niko Pandetta. A poche ore dall’esibizione l’organizzazione ha annunciato l’annullamento. Le motivazioni non sono ufficialmente note ma il dato di fatto è incontrovertibile: in Abruzzo l’unica data di Pandetta rimane quella casalese, nello stesso giorno in cui tre anni fa si concludeva la seconda asta di riina jr, il giorno dell’anniversario della strage di via d’Amelio. Non aggiungiamo nulla a quanto già scritto e ribadito molteplici volte, il lettore si faccia pensieri e idee.

La sera del concerto annullato in Calabria a Merante e del concerto annullato a Pandetta la scena “musicale” nel comprensorio vastese non è rimasta “vuota”: a San Salvo, riporta la stampa locale, è andato in scena Tony Colombo. A lui e al suo matrimonio  inchieste, approfondimenti e articoli vari sono stati abbondantemente dedicati negli ultimi anni dalla stampa nazionale.

Lo ha ricordato il vicedirettore di Chiaro Quotidiano Antonino Dolce in un articolo pubblicato la mattina del 12 agosto. Dolce ha ripercorso quanto emerso negli ultimi anni e le prese di posizione su Colombo citando anche Pandetta e l'ultima novità giudiziaria che lo riguarda: indagato per una sparatoria avvenuta lo scorso 21 aprile a Catania, un articolo di Catania Today definisce il nipote del boss al 41bis Salvatore Cappello «mandante della sparatoria», la Procura avrebbe chiesto per lui l'arresto, richiesta rigettata in quanto non partecipò fisicamente dal GIP che ha però scritto nel provvedimento che «il quadro investigativo consente di ritenere sussistenti seri indizi di un suo concorso esterno sul piano morale» e che «è innegabile che quella notte la presenza di Pandetta sul luogo non sia stata, per così dire, statica».

In una provincia camomilla in cui tutto viene accolto e accettato nel silenzio, nel conformismo, nella normalizzazione (riina jr a Casalbordino tre anni fa è una delle emblematiche vicende di ciò ma l’elenco è lunghissimo come abbiamo ripetutamente argomentato in questi due anni e mezzo) è un articolo che rappresenta un segnale importante. Non tutti per fortuna si esercitano nell’arte delle tre scimmiette e ci sono giornalisti che fanno i giornalisti. Merito ad Antonino Dolce e a Chiaro Quotidiano!

La pubblicazione della notizia sulla pagina facebook di Chiaro Quotidiano ha suscitato sdegno, indignazione e moti di coscienza per lo “scenario musicale”. La reazione è stata poderosa ed immediata e chi considera tutto questo “normale” e difensori di questo neomelodume si sono scatenati. Tra le prime ad intervenire Marie Helene Benedetti, attivista sociale e civile da tanti anni in prima linea coraggiosamente, a cui esprimiamo la nostra solidarietà: contro di lei si sono scatenati attacchi personali e sconcertanti insinuazioni, per difendere personaggi come Colombo e Pandetta hanno – come si direbbe nel linguaggio comune – cercato di rigirare la frittata e trasformare il bianco in nero e il nero in bianco, il grano in pula e la pula in grano.

Questo accade nella provincia più provincia dell’impero, nel vastese e nell’Abruzzo in cui sottoculture, lavatrici, infiltrazioni e tanto altro – nel silenzio di quasi tutti e nell’accettazione complice e compromessa – sono ben presenti, sempre più consolidate e forti, da decenni.

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata