Niceta, continua lo sciopero della fame

Angelo Niceta, il Testimone di Giustizia giunto al cinquantacinquesimo giorno di sciopero della fame (con deperimento di 28 kg) per chiedere il RISPETTO DELLE LEGGI nel totale silenzio delle istituzioni, dell’informazione e delle associazioni antimafia, ha denunciato gravi anomalie da quando si trova sotto protezione e di vivere una situazione di grave indigenza economica, impossibilitato a sfamare se stesso e i suoi familiari, nonché a provvedere alle elementari necessità della vita (al seguente link si può leggere il testo integrale della petizione a sostegno di Angelo.

Niceta, continua lo sciopero della fame

Il Comitato di Cittadini che sostiene Angelo ha analizzato per la prima volta in dettaglio una delle tante anomalie verificatesi che certamente ha contribuito al determinarsi dell’attuale stato di cose (a questo link il relativo post su Meta con le immagini dei documenti citati: https://tinyurl.com/mr3nt2zz).

 

Il primo luglio del 2020 in sede di audizione davanti alla Commissione Centrale del Ministero dell’Interno presieduta dall’allora Viceministro all’Interno Vito Crimi, veniva comunicato ad Angelo Niceta che era stata deliberata una rivalutazione del mensile per il mantenimento conferito dallo Stato a tutti i Testimoni e Collaboratori di Giustizia italiani e che dal mese successivo (agosto 2020) tutti i Testimoni di Giustizia e le loro famiglie avrebbero ricevuto un assegno rivalutato secondo i parametri annuali Istat dal 2003 al 2019.

 

Un incremento non indifferente che, se applicato nei termini previsti, ed esposti dal Presidente Crimi, avrebbe portato ad un aumento dell’importo percepito mensilmente nell’ordine del 25%-30%. Nel caso di Angelo Niceta e del suo nucleo familiare, si sarebbe trattato di un presidio essenziale, considerato che il mensile corrisposto serve al mantenimento di 6 persone, tra cui 4 ragazzi che studiano, e che la somma erogata pro capite era ed è rimasta inferiore al reddito di cittadinanza.

 

Quanto comunicato ad Angelo Niceta in quella circostanza è confermato anche dallo “stralcio del verbale di riunione” della Commissione Centrale Ex Articolo 10 L. 81/1991 del 24 giugno 2020 (DOCUMENTO A), comunicato incidentalmente in data successiva ad Angelo Niceta e che pubblichiamo qui per la prima volta, nel quale, infatti, “valutata l’opportunità di adeguare” i parametri dell’assegno di mantenimento, modificando i valori sulla base degli indici ISTAT rilevati dall’anno 2003 all’anno 2019, differenziandone l’applicazione sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare”, la Commissione Centrale del Viminale deliberava di aggiornare “gli importi degli assegni di mantenimento corrisposti ai collaboratori della giustizia e familiari che svolgono attività lavorativa, prevedendo l’applicazione di tali parametri anche ai testimoni di giustizia e agli altri protetti, secondo i criteri di cui in premessa, a partire dal 1° agosto 2020”, delegando l’esecuzione del provvedimento al Servizio Centrale di Protezione.

 

Ma, dall’agosto del 2020, Angelo Niceta e la sua famiglia ricevevano un assegno di mantenimento rivalutato solo del 8% e non del 25%-30% come precedentemente comunicato dal Presidente Vito Crimi in assemblea. Quando Angelo Niceta chiedeva spiegazioni, gli veniva consegnato dagli uomini del Servizio Centrale di Protezione un secondo documento (DOCUMENTO B), sempre intitolato “stralcio del verbale di riunione del 24 giugno 2020” della Commissione Centrale del Ministero dell’Interno, in cui si prevedeva, in palese contraddizione logica con il DOCUMENTO A, una rivalutazione dell’assegno di mantenimento per i collaboratori e testimoni di giustizia a decorrere SOLO DALL’ANNO 2009 E NON DAL 2003. E ad Angelo Niceta veniva spiegato che il suo mensile era stato rivalutato solo dal 2009 al 2019.

 

Visto che i documenti sono in evidente contrasto, dei due documenti è attendibile, il DOCUMENTO A o il DOCUMENTO B?

 

In data 22/07/2021 Angelo Niceta inviava alla Commissione Centrale del Ministero dell’Interno presieduta dall’allora Viceministro all’Interno Vito Crimi un atto formale di “invito e diffida” in cui rilevava la discrasia tra quanto comunicatogli e quanto messo in atto effettivamente dal Servizio Centrale, inviando la commissione “a voler provvedere alla rivalutazione - e conseguentemente all’adeguamento - dell’assegno mensile di mantenimento percepito dallo scrivente ex art. 6 della Legge n. 6/2018, sulla base degli indici ISTAT rilevati dall’anno 2003 all’anno 2019, come previsto dalla stessa Commissione Centrale ex art. 10 della L. n. 82/1991 nella riunione del 24.06.2020”.

Questo atto, pur essendo documentalmente dimostrabile che è stato inviato da Angelo Niceta alla Commissione Centrale, è rimasto ad oggi privo di risposta o riscontro di alcun tipo.

 

Non solo. Sebbene la Legge preveda la rivalutazione automatica del mensile dei Testimoni e Collaboratori di Giustizia sulla base dei parametri annuali Istat, il mensile di Angelo Niceta dal 2019 ad oggi non è stato mai più neppure rivalutato rispetto alle più recenti annualità. Angelo Niceta non sarebbe stato neppure obbligato a inoltrare formale istanza anche per chiedere questa ulteriore rivalutazione, ma sebbene l’abbia inoltrata, ad oggi il mensile non è stato adeguato.

 

Nessuno degli altri problemi sollevati dal Testimone di Giustizia è stato risolto, neppure quello delle bollette improvvisamente più che triplicate a causa della stipula di un nuovo contratto al posto del precedente ancora in vigore, di cui il Testimone non è stato neppure preventivamente informato, relativamente al quale gli è stato formalmente comunicato dal Servizio Centrale di Protezione che, essendo l’appartamento in uso al Testimone e alla sua famiglia in affitto al Servizio di Protezione, “[…]la scelta del gestore è demandata alla parte locatrice. Nel merito né il Testimone, tantomeno il Servizio, possono ingerirsi in tale determinazione”. Parte locatrice di cui il Testimone non conosce neppure l’identità formale e con cui non potrebbe in ogni caso rapportarsi. Affermazione, quella del Servizio Centrale di Protezione, oltretutto non rispondente al vero, in quanto in passato Angelo Niceta in più occasioni ha chiesto al Nop la rettifica/modifica di contratti relativi alle udienze domestiche e il Servizio Centrale aveva provveduto ad effettuare le modifiche richieste dal Testimone di Giustizia.

 

Finora nessuno ha risposto ai più che legittimi interrogativi di Angelo Niceta. È forse questo uno dei motivi per cui il Ministro dell’Interno Piantedosi non risponde all’interrogazione presentata e lo sciopero della fame messo in atto da Angelo, più che motivato, è stato ignorato dalle Istituzioni, dalle forze politiche e dai mezzi di informazione?

 

 

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