Sanità pubblica in Molise: «Prendiamo come esempio la Val d'Aosta»

FORUM PER LA DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA DI QUALITA’. «Conta dunque la volontà politica di non accrescere il debito e di investire le risorse necessarie nella sanità davvero pubblica.»

Sanità pubblica in Molise: «Prendiamo come esempio la Val d'Aosta»

Apprendiamo che nell’incontro avuto dal Presidente Toma, e l’intera struttura commissariale, con il Comitato pro Cardarelli si è parlato di integrazione funzionale con i privati, Neuromed e Gemelli, per la neurochirurgia, o comunque per tutte le patologie (le più frequenti come causa di morte), che presuppongono un Ospedale di secondo livello, che in Molise manca.

A rendere necessaria l’integrazione funzionale con i grandi privati, sarebbe il Decreto Balduzzi che, se non modificato, impedisce alla sanità davvero pubblica in Molise di avere al suo interno un reparto di neurochirurgia, di radioterapia oncologica ecc. e l’elenco potrebbe continuare.

Il Forum sostiene, al contrario, che si tratta di scelte dettate dalla volontà politica di chi ha gestito o gestisce la Sanità Regionale, supportata da Governi Centrali che non si vergognano a mantenere nel debito sanitario questa piccola regione da circa quindici anni. Il debito sanitario è lo strumento grazie al quale il Consiglio Regionale è totalmente tagliato fuori, escluso dalla politica sanitaria che si attua in Regione.

È sempre il debito sanitario lo strumento utilizzato per avanzare nel processo di privatizzazione, attuato da Commissari prestanome e stabilito dai funzionari ministeriali compiacenti dei tavoli romani.

La smentita è supportata da quanto avviene in Val d’Aosta, regione che ha meno della metà degli abitanti del Molise, ma che non ha il debito sanitario e i conseguenti Commissari per il rientro dal debito. Più si affidano servizi ai privati, notoriamente più costosi per analoghe terapie nel pubblico, più il debito aumenta e le strutture pubbliche collassano .

L’Ospedale Regionale Umberto Parini di Aosta ha tutta una serie di servizi di secondo livello, compresa la chirurgia maxillofacciale per 125.000 residenti.

Il Balduzzi non detta legge, essendo un Decreto ordinativo e non prescrittivo, come dimostra la permanenza della chirurgia vascolare in Molise.

Conta dunque la volontà politica di non accrescere il debito e di investire le risorse necessarie nella sanità davvero pubblica.

Il dato certo, secondo le notizie di stampa, è che al Commissario Toma è stato chiesto di chiudere il Punto nascita del S. Timoteo, al momento aperto per sentenza del TAR Molise. La notizia è allarmante perché in Campania il Loreto Mare è stato di recente trasformato, con atto aziendale, in Ospedale di Comunità.

E in Molise ne sono previsti sei!

 

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