Potature alberi ornamentali

LA SEGNALAZIONE. Viale dei tigli, tratto di competenza provinciale, a Casalbordino. «Non è assolutamente vero che più si taglia e si riduce la chioma e più la potatura è ben fatta»

Potature alberi ornamentali
segnalazioni dei lettori

Ci sono giunte in queste settimane varie segnalazioni e foto degli interventi sugli alberi di Viale dei Tigli a Casalbordino. Il tratto di strada interessato è di competenza provinciale. La cura degli alberi e ripetuti tagli, durante il 2020, sono stati al centro dell’attenzione e della mobilitazione cittadina soprattutto a Vasto. Portando al sorgere di un comitato spontaneo.

Abbiamo chiesto a Luigi Cinquina, dottore in agraria, fitopatologo e tra gli attivisti di questo comitato, un parere sulle potature che vengono effettuate ripetutamente e diffusamente, soprattutto all’interno delle città.

«In natura, nei boschi così come nei grandi parchi, gli alberi non vengono potati e allo stesso modo  la loro potatura in ambito urbano ha carattere di straordinarietà, avendo tra gli obiettivi prioritari quello di correggere o riparare danni, riequilibrare la chioma, direzionare o controllare la crescita – ci premette nel suo intervento - la qualità della potatura degli alberi ornamentali non è proporzionale alla quantità di legno asportato, nel senso che non è assolutamente vero che più si taglia e si riduce la chioma e più la potatura è ben fatta: anzi, esattamente il contrario perché la vegetazione è regolamentata nella sua crescita e distribuzione spaziale da sostanze prodotte dalle stesse piante, ormoni vegetali appartenenti alla categoria delle auxine, che sono responsabili di quel fenomeno che in botanica si chiama “dominanza apicale” e che gestisce una crescita regolare dei singoli rami e dell’albero nel suo insieme».

«Esistono tecniche di taglio che consentono di asportare, se necessario, anche notevoli porzioni di rami pur conservando questi principi basilari per la crescita regolare delle ramificazioni senza creare grandi stravolgimenti, che invece si verificano quando si assiste a tagli energici senza alcuna logica, necessità, conoscenza dei principi base della potatura – sottolinea Cinquina - stroncare i rami così come avviene invece quasi sempre nelle nostre città, quando squadre di operai senza alcuna formazione né competenza sono chiamate a tagliare nel più breve tempo quanto più possibile, crea danni estetici ma soprattutto come detto squilibri alla futura vegetazione, non più regolamentata nella crescita da quello che è appunto il ruolo “dominante” di un apice vegetativo».

«La risposta vegetativa ai tagli energici è il proliferare di rami sottili, verticali, deboli, inseriti con angolazioni strette, che originano branche che si possono spezzare con eventi meteo non necessariamente estremi ed inoltre, con sezioni di taglio dei rami abbastanza esposte e non protette adeguatamente da mastici protettivi, è molto facile creare vie di penetrazione per spore di funghi agenti di malattie da ferita, la carie del legno, dove i responsabili dei marciumi del legno avanzano internamente nel tessuto legnoso e, dopo un certo tempo, è molto facile che la singola branca, se non addirittura l’intero albero, possano spezzarsi e cadere» conclude l’esperto botanico ponendo l’attenzione sulla necessità che le amministrazioni provvedano ad una formazione specifica del personale e pianifichino «gli interventi a carico del verde cittadino secondo un calendario e soprattutto in funzione di reali necessità, ottimizzando gli interventi a quelli strettamente necessari per continuare a conservare il valore estetico degli alberi, piuttosto che creare brutture di nessun valore ornamentale ed anche potenzialmente pericolose per la pubblica incolumità».

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