Programmare e non farsi trovare impreparati al tempo del coronavirus

Vittorio Palombo. «Non sono fiducioso! La situazione economica è molto traballante, l’estero, per la legge dei grandi numeri, per il potenziale economico, sicuramente avrà una ripartenza molto più rapida. Noi siamo legati troppo alla burocrazia che, invece, troppo spesso, all’estero è più flessibile e meno ingarbugliata».

Programmare e non farsi trovare impreparati al tempo del coronavirus

Oggi il nostro viaggio si sposta a Castropignano e, più precisamente, a Casa Molisana dove ad attenderci, virtualmente, c’è il padrone di casa Vittorio Palombo.

Vittorio ha creato la sua realtà imprenditoriale cercando di rimanere legato ad una terra che è piena di Tartufo e ha creato i suoi canali sia in Italia che all’estero unendo due cose: la qualità e la passione.

Caro Vittorio, credi che questo periodo di quarantena sia servito per migliorare qualcosa nel tuo settore? Riprogrammare qualcosa?

«Onestamente miglioramenti nel settore non ne ho percepiti, a livello aziendale, sicuramente, questo periodo di fermo mi ha dato lo stimolo per spostare i miei interessi commerciali anche in settori trascurati fino a questo momento. Quindi, insieme ad una squadra davvero eccellente, abbiamo programmato e studiato nuove strategie per non avere difficoltà nel breve e nel lungo periodo».

Gli eventi disdetti fino ad oggi hanno influito molto nel tuo lavoro?

«Avendo impostato il lavoro aziendale prevalentemente sul mercato estero non abbiamo risentito di cali nelle vendite. Il mondo del tartufo e dei prodotti alimentari in generale, ha avuto comunque una linea preferenziale in questo periodo e, come detto prima, le nostre energie si sono concentrate proprio nell’affrontare la situazione, analizzarla e affrontarla con le armi che abbiamo in mano: il prodotto di qualità».

Cosa c'è attorno al tuo mondo lavorativo? 

«Il mio mondo lavorativo è formato da distributori alimentari che a loro volta forniscono il settore HORECA e RETAIL. Naturalmente con la chiusura obbligatoria di tanti esercizi, la nostra proposta commerciale è andata a chi, invece, è rimasto aperto oppure ha fatto la scelta dell’asporto. Anche loro sono stati coraggiosi, hanno cambiato le loro abitudini adattandosi al momento e riuscendo a fare dei discreti numeri in un momento davvero particolare».

Sei fiducioso per il futuro?

«Sinceramente, conoscendo la situazione italiana nello specifico NO! Non sono fiducioso! La situazione economica è molto traballante, l’estero, per la legge dei grandi numeri, per il potenziale economico, sicuramente avrà una ripartenza molto più rapida. Noi siamo legati troppo alla burocrazia che, invece, troppo spesso, all’estero è più flessibile e meno ingarbugliata».

Hai già speso dei soldi per l'imminente riapertura, come credi che sarà?

«Si, sto adeguando il bar, il punto vendita ed il ristorante. Tutto deve essere perfetto e preciso per quando riusciremo ad aprire. I lavori non sono ancora finiti, quando cerco di fare delle scelte, queste devono essere assolutamente di mio gradimento e devono essere fatte sempre ad opera d’arte. Quando un clinete, un amico, una persona di passaggio entra da noi, deve rimanere a bocca aperta per tre motivi: il posto accogliente, il servizio dello staff gentile ed impeccabile (e lo è, fidatevi) e il nostro cibo, frutto di ricerca sul nostro meraviglioso territorio molisano (non a caso il nostro ristorante si chiama Casa Molisana). Per quanto riguarda il laboratorio e la cellula produttiva, acquisti legati a mascherine guanti camici cuffie e monouso erano già di protocollo prima, ma comunque, a dirla tutta, fino ad oggi siamo a circa 15.000€ investiti per migliorare e tenere al sicuro i nostri ospiti che verranno».

Ultima domanda, un po’ pepata, ma d’obbligo: cosa ti aspetti dallo Stato?

«Caro Antonio, tocchi un tasto molto dolente. Sono molto deluso e sfiduciato. In questi mesi, non una settimana, ma mesi, abbiamo visto uno Stato immobile e latitante, una classe politica di cantastorie che non trovano riscontro nella realtà. Onestamente mi sarei aspettato chiarezza e fattività nella misure di aiuti di linee guida, di sensibilità verso le classi più deboli, di aiuti concreti e, soprattutto, immediati, di verità fin dall’inizio… ma potrei stare qui per ore a parlarti di cose che sono sotto gli occhi di tutti. Finisco con dirti che oggi non mi aspetto nulla, se non ulteriori delusioni.

Come si è capito il 18 maggio, nemmeno Casa Molisana riaprirà i battenti, non solo per i lavori in corso, ma anche per l’incertezza che regna sovrana in questo momento così delicato in Italia, dove 450 “esperti” hanno stilato un decreto di quasi 500 pagine, protocolli per tante categorie di attività, ma che di aiuti concreti ancora non riesce a darne: dai 600 euro per una partita Iva alla cassa integrazione che ancora non arriva.

Non è la storia di Pinocchio con il Gatto e la Volpe, questa è vita vera, di gente vera!