Trattativa Stato-mafia: slitta al 24 maggio la requisitoria

Slitta al 24 maggio l'inizio della fase dibattimentale del processo d'Appello sulla Trattativa Stato-mafia. Il 17, la Corte e le difese dovranno pronunciarsi sulla richiesta di integrazioni di ulteriore documentazione avanzata dalla Procura. Nell'udienza del 10 maggio è stato ascoltato come testimone l'ex capitano della sezione anticrimine di Palermo, Michele Sini, che ha risposto alle domande relative alla questione dell'arresto di Giovanni Napoli e al rinvenimento di materiale poi restituito alla moglie dell'arrestato.

Trattativa Stato-mafia: slitta al 24 maggio la requisitoria

Ultimi stralci della fase istruttoria al processo d'Appello sulla Trattativa Stato-mafia, quello che ha già visto condannati con una sentenza di primo grado boss mafiosi e uomini delle Istituzioni per minaccia a corpo politico dello Stato.
Nell'udienza di lunedì 10 maggio, è stato ascoltato come testimone il colonnello Michele Sini relativamente alla vicenda dell'arresto di Giovanni Napoli, fedelissimo del boss Bernardo Provenzano, e alla restituzione di una parte del materiale rinvenuto in casa dell'arrestato alla moglie dello stesso. All'epoca, il colonnello Sini aveva il grado di capitano e comandava la sezione Anticrimine di Palermo.

Al suo arrivo, l'operazione per l'arresto di Napoli era già stata predisposta e ad occuparsene in prima persona era l'allora capitano Ierfone. Sini ha chiarito alla Corte di non essersi mai personalmente occupato di Giovanni Napoli, se non nell'ambito dell'attività di coordinamento che gli spettava nel ruolo di comandante di sezione. Del ruolo di Napoli nelle consorterie mafiose, Sini si era informato tramite la lettura degli atti e i racconti dei colleghi.

L'avvocato Milio, difensore del generale Mario Mori, ha sottoposto al teste la nota datata 11 novembre 1998 e depositata alla Procura due giorni dopo, il 13 novembre. La stessa nota che, nell'udienza precedente, è stata visionata dalla dottoressa Maria Teresa Principato e che contiene traccia del rinvenimento dei tre telefoni cellulari e del rilevatore di microspie che sarebbero poi stati restituiti alla moglie dell'arrestato. Sini, che avrebbe dovuto testimoniare insieme alla Principato nella scorsa udienza, aveva già anticipato di non ricordare nel dettaglio quell'operazione e di non poter offrire un contributo maggiore rispetto ai testimoni già auditi. E infatti, ha riconosciuto la sua firma sulla nota, ma non è stato in grado di rispondere alle domande del Procuratore Fici su chi avesse dato l'ordine di non sequestrare quel materiale, se ci sia una particolare ragione di carattere operativo che possa spiegare come mai il sequestro non fosse avvenuto e neppure chi avesse dato l'ordine di restituire il rilevatore di microspie né perché l'estrazione dei dati fosse stata effettuata solo su un cellulare.“L'aspetto prettamente operativo lo seguiva Ierfone”.

Sini ha detto di non ricordare nulla né di rilevatori di microspie e nemmeno del computer successivamente sequestrato a Giovanni Napoli. Il teste ha escluso anche che vi siano stati dei rimproveri o dei rilievi sull'operazione e sulla perquisizione - “assolutamente no” - da parte della Procura, come aveva invece supposto la dottoressa Principato nell'ultima udienza.

Michele Sini è stato l'ultimo testimone ad essere ascoltato prima della discussione che, però, ha subito uno slittamento. Non partirà più il 17 maggio, come da programma, ma sarà rinviata al 24. Prima ci sono da esaminare le richieste di ulteriori acquisizioni documentali da parte della Procura.
Tra il materiale che il Procuratore Fici ha chiesto di prendere in esame, c'è ulteriore documentazione su Vincenzo Ferrara, relativa al periodo della sua detenzione, e su Pietro Riggio, nonché una nota trasmessa dalla DIA di Reggio Calabria in cui si fa riferimento alla collaborazione tra Antonio Mazzei, il famoso “zio Tony” dei Servizi di cui aveva parlato Riggio, e il generale Pellegrini, ascoltato già come testimone nelle udienze precedenti.

Lunedì 17 maggio, la Corte e le difese si pronunceranno sulle richieste della Procura e il 24, salvo ulteriori rinvii, prenderà il via la fase dibattimentale con la requisitoria del Procuratore.

 

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