UN SILENZIO ASSORDANTE

VERTENZA SATA. Pubblichiamo integralmente l'intervento del sindacalista venafrano Leopoldo Di Filippo (RSU Fiom Cgil).

UN SILENZIO ASSORDANTE

“SATA è presente nel panorama delle lavorazioni meccaniche fin dagli inizi del XX secolo, nata come MARTINELLI e localizzata esclusivamente nel nord-ovest italiano. Il know-how tecnico e la continua spinta verso l’innovazione hanno permesso a SATA di crescere seguendo l’evoluzione dei mercati, garantendo ai propri clienti una presenza nei principali mercati mondiali. È così che a partire dall’ormai lontano 1993, seguendo le necessità del principale cliente, SATA ha iniziato la propria espansione con lo stabilimento di POZZILLI in centro Italia. Alla fine degli anni 90, la crescita dei mercati sudamericani ha portato alla realizzazione del suo primo stabilimento estero, in Argentina. Due anni più tardi vengono avviate le attività produttive in Brasile. Seguendo una politica di differenziazione dei prodotti, nel 2005 SATA acquisisce lo stabilimento di Castelnuovo Valsugana (Trento)”.

Questo è quanto si legge sul sito internet del gruppo SATA. Da notare il passaggio in cui si afferma che l’espansione del gruppo è iniziata nel 1993 con il nostro stabilimento di Pozzilli, che ha rappresentato il trampolino di lancio per lo sviluppo dell’intero gruppo. Peccato, però, che l’azienda si sia dimenticata del nostro sito. Obbedendo alle logiche del profitto e del mercato, non ha effettuato più investimenti nel nostro sito con la conseguente riduzione negli anni di più della metà della sua forza lavoro.

 

Gli altri due stabilimenti italiani del gruppo non hanno problemi di lavoro, tanto che periodicamente lavoratori di Pozzilli vi si recano in trasferta, non contando quelli che vi si sono definitivamente trasferiti ora, se è vero che tra le sue mission c’è quella della valorizzazione del territorio, intesa come “portare crescita alle comunità in cui si opera, trasmettendo la propria cultura aziendale e contribuendo allo sviluppo economico e sociale del territorio”, sinceramente si fa fatica a comprendere come si possa continuare a tenere uno stabilimento come il nostro in una sorta di limbo, facendo un massiccio uso di ammortizzatori sociali e non creando una prospettiva concreta per il futuro ma “vivendo alla giornata”.

 

Sicuramente la regione Molise non favorisce in alcun modo le industrie che vogliono operare nel nostro territorio: infrastrutture assenti, mancanza di una seria politica industriale e assenza di una visione strategica sugli obiettivi a cui puntare per lo sviluppo del territorio. Ma l’impresa ha un ruolo fondamentale all'interno del sistema sociale. Il sistema impresa può essere considerato come uno strumento per il soddisfacimento dei bisogni della collettività.

 

Il mancato soddisfacimento dei bisogni della collettività snaturerebbe il ruolo dell'impresa stessa all'interno del sistema sociale. Ebbene, in questo momento, a Pozzilli, sta accadendo questo… tra il colpevole silenzio dei lavoratori, sicuramente sfiduciati e rassegnati, il silenzio assordante della politica regionale, che non ha giustificazioni e l’incapacità dell’azienda a creare alternative valide per la tutela dei livelli occupazionali, che probabilmente nasconde una precisa volontà.

 

Leopoldo Di Filippo RSU FIOM CGIL SATA POZZILLI