UNDICI ANNI DOPO

Campobasso, 5 maggio 2009. Lea Garofalo subisce un tentativo di sequestro nel capoluogo molisano. La 'ndangheta tenta di mettere le mani sulla donna ribelle calabrese.

UNDICI ANNI DOPO
Campobasso, via Sant'Antonio Abate 58

Per i magistrati di Campobasso, il sequestro di persona è finalizzato ad accertare il reale contenuto delle dichiarazioni fatte dalla donna durante il programma di protezione. Il mandante del sequestro, Carlo Cosco, durante l’azione di Sabatino si trova in Calabria, davanti alla scuola che frequenta la figlia di Marisa, la sorella di Lea.

Cosco si preoccupa e fa bene. Lea è una donna non adatta a lui. È una donna e una madre coraggio. Non ha paura e dichiara ai carabinieri: «…ritengo che l’individuo (Massimo Sabatino, nda) che si era presentato questa mattina qualificandosi come tecnico era certamente un sicario mandato senza ombra di dubbio da Cosco Carlo, il quale ha interesse di farmi ammazzare, perché in questo periodo è venuto a conoscenza che io sono al corrente del fatto che certamente lui ha preso parte all’omicidio di mio fratello Garofalo Floriano, avvenuto nel comune di Petilia Policastro, frazione di Pagliarelle, in data 7 giugno 2005. Considerato che sono stata sotto il programma di protezione per aver rivelato particolari utili ad attività di indagini probabilmente teme che io possa riferire fatti ritenuti utili alle competenti autorità giudiziarie. Mi riservo di riferire particolari utili circa la morte di mio fratello Floriano”.