15 febbraio 1944: chiude il campo di Borgo San Dalmazzo (CN)

Il campo di concentramento e transito di Borgo San Dalmazzo fu istituito il 18 settembre ’43 presso la ex caserma degli Alpini. L’edificio fu scelto soprattutto per la sua vicinanza alla stazione ferroviaria e alla strada che conduceva nel capoluogo, rendendo dunque facile effettuare i trasporti verso le successive tristi tappe che attendevano gli incarcerati.

15 febbraio 1944: chiude il campo di Borgo San Dalmazzo (CN)

Riservato principalmente alla raccolta degli stranieri presenti sul territorio provinciale e al concentramento dei cittadini ebrei che la Germania nazista e la Repubblica di Salò volevano avviare verso la famigerata ‘soluzione finale’, la breve vita del campo può essere suddivisa in due parti: la prima si apre con il bando delle SS che obbligava tutti i cittadini ebrei stranieri presenti sul territorio (molti dei quali provenienti dalla Francia) a presentarsi presso l’ex caserma degli Alpini.

Al netto di alcuni tentativi di fuga, furono 349 le persone registrate al campo di Borgo San Dalmazzo in questa fase (119 dei quali polacchi, il gruppo più numeroso), tutti deportati la mattina del 21 novembre ad Auschwitz via Francia. Solo nove di loro sarebbero sopravvissuti.

La seconda fase della storia del campo inizia due settimane più tardi, quando, a seguito della ‘carta di Verona’ (WikiANED 14 novembre) e delle disposizioni anti-ebraiche della RSI, esso fu destinato al concentramento dei (pochi) ebrei rimasti sul territorio cuneese. In questo periodo, che va da inizio dicembre al 15 febbraio, il numero di internati si aggira sempre intorno alla decina, raggiungendo la cifra di ventisei solamente pochi giorni prima della dismissione definitiva. I prigionieri di Borgo San Dalmazzo sono tutti trasferiti a Fossoli e, da lì, deportati ad Auschwitz.

Vittima dell’incuria, la struttura ove sorgeva il campo è oggi quasi del tutto scomparsa, sostituita da una scuola media. Alla stazione di Borgo San Dalmazzo, intatta e tuttora attiva, è stato realizzato il memoriale della deportazione visibile in foto.



Per approfondire:

A. Cavaglion
, Nella notte straniera. Gli ebrei di St. Martin Vésubie, L’Arciere, Cuneo, 1981.

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti