40 anni fa moriva Rocco Chinnici

Il 29 luglio 1983, in via Pipitone Federico, venivano uccisi per mano mafiosa, con un'autobomba, il magistrato Rocco Chinnici, i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile in cui viveva Chinnici, Stefano Li Sacchi. Resta vivo l'autista Giovanni Paparcuri

40 anni fa moriva Rocco Chinnici

Rocco Chinnici un grande magistrato ed il padre del pool antimafia, che diede una svolta decisiva alla lotta alla mafia. E' stato lui ad avere l'idea di unire tutti i fascicoli di reati di mafia e a creare un gruppo di lavoro che si occupasse solo di queste indagini, e per questo è stato ucciso.

Chinnici diceva:

“Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai”

Queste sono bellissime parole di un uomo che ci credeva realmente alla lotta alle mafie e credeva molto nei giovani e nelle nuove coscienze da creare. Ma pensando a lui e vedendo chi c'era ieri a ricordarlo a Palermo, una domanda sorge spontanea: Dove siamo finiti? Davvero le sue parole qualcuno se li ricorda adesso?

Ancora, almeno io, non riesco a darmi una risposta.

In tutta fanfara ieri potevamo vedere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si il fratello di Piersanti Mattarella ma pure lo stesso Presidente che andò in Parlamento a battere le mani e ad incitare i parlamentari a votare a favore della cosiddetta “riforma Cartabia”, entrata in vigore il primo gennaio di quest'anno e che ha affossato una parte del lavoro fatto da Falcone e Borsellino.

Poi troviamo il grandissimo Presidente della Regione Renato Schifani, eletto a questa carica con l'appoggio dei voti di Cuffaro e di Dell'Utri, sotto processo per violazione di segreto nel processo Montante e lo stesso che aveva legami con alcuni esponenti di cosa nostra, nel 2014 il processo per concorso esterno a Cosa nostra è stato archiviato nonostante fossero “emerse talune relazioni con personaggi inseriti nell'ambiente mafioso o vicini a detto ambiente” ma per il giudice non bastavano per portarlo a giudizio. Poi era presente l'ex magnifico rettore e attuale sindaco di Palermo Roberto Lagalla, anche lui eletto con il pubblico appoggio di Cuffaro e Dell'Utri.

Poi, come è giusto che sia, c'era pure la figlia del magistrato, Caterina Chinnici. Figlia che ha deciso di lasciare il Pd in Sicilia, dopo il clamoroso 16% alle elezioni regionali, per passare tra le file di Forza Italia. Bellissima scelta, senonché il partito è stato fondato da Silvio Berlusconi, lo stesso che pagò cosa nostra con sentenza in cassazione. La motivazione della scelta è stata perché la Schlein, nuova segretaria del Pd, è troppo a sinistra. Poi scopriamo che già erano state avviate le trattative, per portarla tra le fila di FI già mesi prima delle regionali in Sicilia, dal Ministro degli Esteri Tajani, che era presente alla commemorazione di Chinnici, e, nientepopodimeno che, da Rita Dalla Chiesa, figlia del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ed altra figura alquanto controversa. Forse adesso si capisce il tono pacato nella campagna elettorale della Chinnici.

L'unica nota positiva della giornata è stato sentire il ricordo nella voce di Giovanni Paparcuri. E' sempre un piacere ascoltare il suo ricordo.

Per il resto, si può essere ripetitivi, ma sono fatti che si tendono a normalizzare e dimenticare. Io non lo faccio e spero che molti altri seguano questo filo.