«A Catania esiste, da tempo, una grave crisi della legalità»
Invito tutti, credenti e laici, a leggere la nota della Commissione Episcopale Italiana del 1991, dal titolo "Educare alla legalità". Credo che contenga una lucida analisi e condivisibili proposte per venir fuori dalle stagnanti acque delle pratiche illegali. Ritengo che vada ripreso e rilanciato un dibattito pubblico su questi temi.

Ripenso ai tanti episodi che hanno inciso negativamente sul tessuto sociale e istituzionale di Catania negli ultimi anni. L'azione incessante della Magistratura li ha fatti emergere in modo impietoso.
Le varie cosche criminali; i concorsi truccati all'Università; l'ultima giunta dell'ex sindaco Bianco, e lui stesso, con richiesta di rinvio a giudizio per falso in bilancio; l'attuale sindaco Pogliese condannato per peculato e sospeso dalla carica; alcuni liberi professionisti condannati o rinviati a giudizio per reati di vario tipo; pubblici funzionari corrotti e infedeli.
Potrei continuare, ma mi fermo qui.
Il dato rilevante è uno: a Catania esiste, da tempo, una grave crisi della legalità.
È assente una bussola etica nei comportamenti individuali e collettivi. Appare obsoleto il principio secondo il quale i diritti fondamentali della persona costituiscono il criterio fondamentale per ogni scelta.
Diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione, ma spesso dimenticati o, in alcuni casi, oltraggiati.
Invito tutti, credenti e laici, a leggere la nota della Commissione Episcopale Italiana del 1991, dal titolo "Educare alla legalità". Credo che contenga una lucida analisi e condivisibili proposte per venir fuori dalle stagnanti acque delle pratiche illegali.
Ritengo che vada ripreso e rilanciato un dibattito pubblico su questi temi.
Occorre costruire percorsi di conoscenza diffusa e di dialogo tra i cittadini. Bisogna ridare significato e spessore alla parola democrazia. A partire dal prossimo mese di settembre intendo provarci. Non so se riuscirò nell'intento. Ma avverto il dovere morale e civile per farlo.
L'ignavia non mi appartiene.