A LAS BARRICADAS: il fronte repubblicano spagnolo come esperimento della ‘Rivoluzione democratica’

Sulle particolarità della rivoluzione spagnuola di Palmiro Togliatti.

A LAS BARRICADAS: il fronte repubblicano spagnolo come esperimento della ‘Rivoluzione democratica’
ph Resistenze internazionali

Ciò che noi facciamo e, nelle condizioni di guerra, di catastrofe nazionale e di pericolo di rinascita fascista, un'applicazione originale e nostra di quella proposta di creare dei governi di fronte nazionale antifascista che venne avanzata nelle file del movimento comunista fin dal 1935 e che trovò la prima realizzazione nel corso della guerra di Spagna, dove servì ad assicurare in condizioni difficilissime la eroica resistenza del popolo spagnolo per quasi tre anni al tentativo fascista di distruggere la libertà.
P. Togliatti, ‘Classe operaia e partecipazione al governo’, La Rinascita, 1 giugno 1944

Per un contesto di partenza: Mosca, 1935-37
La politica del PCd'I, come anche del PCUS, nel 1935 assiste ad un radicale cambio di rotta dovuto al consolidamento dei Fascismi e dall'inizio dei disordini in Spagna: soprattutto in Italia il PCd'I, che aveva adottato la linea Komintern della lotta ai «socialfascismi», si trova nel 1935 a dover ritrattare l'avversione alle forze borghesi e al PSI, assistendo impotente alla ‘fascistizzazione’ progressiva del Paese e, al contempo, al depositarsi sotto la cenere un'avversione sempre crescente al regime delle altre forze politiche italiane e anche internamente allo stesso PNF.

In questo contesto, Togliatti ritiene – o quanto meno l'Ufficio Politico con il placet del Komintern – di doversi aprire alle altre forze politiche antifasciste ed anche ai dissidenti fascisti, ponendo la questione del Fascismo come forza aggressiva, come distruttore (1), ispirato alle politiche di apertura del Partito francese. Dopo però questa apertura, giudicata un tradimento per aver ammesso i fascisti a questo appeasement, il 17 luglio 1936 inizia la Guerra civile spagnola e sia Stalin – e con esso il Komintern – sia Togliatti capiscono che è ancor più necessaria la politica adottata nel VII Congresso PCUS: politica strettamente antifascista nei luoghi fascisti o in pericolo di Fascismo come la Spagna, d'unità di tutte le forze capaci di fronteggiare direttamente il Fascismo e proporre poi, se non tradurre, come poi farà effettivamente Togliatti, questa unità in un governo democratico: i Fronti popolari.

Soprattutto nei tre terribili anni di Guerra civile spagnola vediamo esperita (e fallita) questa idea di coesione trans-partitica e specialmente nel ‘fronte rosso’. Togliatti maturerà molto politicamente dopo questa esperienza, vissuta direttamente quale inviato dell'Internazionale e personalmente da Stalin a supervisionare la questione spagnola. Il testo esaminato qui di seguito (novembre 1936 (2)) è la relazione dei primi entusiastici momenti di guerra del fronte popolare spagnolo pro Repubblica.

Si tenga conto che nell'agosto 1936 iniziano i cosiddetti processi di Mosca e per i due anni successivi ci saranno le Grandi Purghe staliniane; la Guerra di Spagna e le azioni di Togliatti si ascrivono proprio in questi anni di Terrore – la guerra civile terminerà il 1 aprile 1939, ma il biennio di purghe staliniane coincide anche con purghe all'interno del Fronte popolare, soprattutto verso i trotskisti e gli anarchici del PUOM da parte del fronte comunista (3) (PCE-Brigata internazionale).

La Guerra civile spagnola come rivoluzione: l'intervento comunista e la relazione di Togliatti Sulle particolarità della rivoluzione spagnuola 

L'incipit della relazione di Togliatti di sicuro rispecchia l'entusiasmo del Fronte repubblicano all'inizio della guerra civile, periodo di vittorie relativamente breve (luglio-dic.1936) fino al triste epilogo iniziato con la Battaglia di Madrid (nov.1936- marzo 1937) (4). Ergo, Sulle particolarità della rivoluzione spagnuola è stata scritta prima dell'intervento massiccio nazi-fascista a favore di Franco:

La lotta eroica del popolo spagnolo commuove profondamente il mondo intiero. 
Dopo la rivoluzione socialista dell'ottobre 1917, essa è il più grande avvenimento
nella storia delle lotte per la liberazione delle masse popolari dei paesi capitalistici.
[…]
La lotta del popolo spagnolo per la sua libertà ha le caratteristiche di una guerra
nazionale rivoluzionaria. Essa è, in realtà, una guerra per la liberazione del popolo e
del paese dall'asservimento allo straniero, poiché nessuno può mettere in dubbio che
la vittoria dei ribelli significherebbe la degenerazione economica, politica e culturale
della Spagna, la sua disgregazione come Stato indipendente, l'asservimento dei
popoli che abitano la Spagna al fascismo tedesco e al fascismo italiano. La lotta del
popolo spagnolo è, inoltre, una lotta nazionale rivoluzionaria, perché essa deve
portare alla liberazione dei catalani, dei baschi, dei galiziani dall'oppressione della
nobiltà castigliana (5). 

Emerge subito, dunque, la particolarità principale della vicenda spagnola: è una rivoluzione-guerra nazionale per la liberazione delle masse popolari. È «parte integrante della lotta antifascista che si sviluppa su scala mondiale – che possiede la più larga base sociale. È una rivoluzione popolare e nazionale. È una rivoluzione antifascista». Ha oltre al carattere nazionale una portata mondiale, dal momento che la lotta contro il Fascismo non è un problema solo spagnolo, anzi la questione spagnola è il campo di prova della tattica
antifascista, quella dei Fronti popolari, che ha come compito immediato quello di sconfiggere il Fascismo, come teleologico quello di creare un cambiamento politico e sociale attraverso l'instaurazione di una rivoluzione democratico borghese, che tenga conto delle particolarità della lotta di classe spagnola e
delle necessità del popolo spagnolo:

I compiti che stanno davanti al popolo spagnolo sono i compiti di una rivoluzione democratico-borghese. Le caste reazionarie, di cui i ribelli fascisti vorrebbero restaurare il
potere, avevano governato la Spagna in modo tale da fare di essa il paese più arretrato e più povero di tutta l'Europa. Tutto ciò che vi è nella Spagna di sano, di produttivo, di vitale, in tutti gli strati della popolazione spagnola, soffriva e soffre del giogo soffocante di un passato irrimediabilmente condannato a sparire. Tutto ciò che vi è nella Spagna di sano, di produttivo, di vitale attende dalla soluzione dei compiti della rivoluzione democraticoborghese un miglioramento radicale della propria situazione.

Ciò vuol dire che è necessario, nell'interesse dello sviluppo economico e politico del paese, risolvere la questione agraria, distruggendo i rapporti feudali predominanti nelle campagne. Ciò vuol dire che è necessario liberare i contadini, gli operai e tutta la popolazione lavoratrice dal peso insopportabile di un sistema economico ed amministrativo oramai decrepito. Ciò vuol dire che è necessario sopprimere i privilegi della nobiltà, della Chiesa, degli ordini religiosi, spezzare il potere incontrollato delle caste reazionarie (6).


Si coglie subito l'allusione diretta di Togliatti a dei compiti immediati e compiti in lunga durata della lotta antifascista: la lotta armata, la sconfitta del Fascismo e l'instaurazione della democrazia, risoluzioni immediate che attuerà, tendendo conto delle particolarità della situazione italiana, a Salerno nell'aprile 1944.
Per quanto riguarda la Spagna come luogo di lotta di classe storica e azione del PCE, il Migliore fa una lunga disamina (pp.259-265 ed.1974) della situazione operaia e contadina, di quella indipendentista della Catalogna e dell'azione del Partito Comunista locale come « partito di massa»; aspetto che Togliatti darà anche al Partito Nuovo – il PCI dal 1948– influenzato come si è detto dalla apertura del PC francese e la vicenda spagnola. 

Ritornando al modus operandi del Fronte, viene stilato da Togliatti un programma d'azione strettamente aderente ai Principi del Leninismo di Stalin, di cui tesse una lode come guida della nuova tattica, cioè quella della "rivoluzione in un unico Paese", inaugurata dal PCUS nel 1927: 

«Intendo parlare dei seguenti principi tattici del leninismo: a) del principio secondo il quale è necessario tener conto delle particolarità e delle caratteristiche nazionali di ogni singolo paese; b) del principio secondo il quale è necessario che i partiti comunisti di ogni paese utilizzino anche la minima possibilità di assicurare al proletariato un alleato di massa, sia pure temporaneo, esitante, non fermo e precario; c) del principio secondo il quale è necessario tener conto che per l'educazione politica di masse di milioni la sola propaganda e agitazione non bastano, che per questo è necessaria l'esperienza politica delle masse stesse». 

Guidato da questi principi, il partito comunista della Spagna ha lottato non solo per la realizzazione dell'unità d'azione della classe operaia, ma per la creazione di un largo Fronte popolare antifascista. Il Fronte popolare antifascista è la forma originale di sviluppo della rivoluzione spagnola nella sua tappa attuale (7). 

Il fronte popolare antifascista spagnolo, come forma specifica dell'unione di classi diverse davanti al pericolo fascista, si distingue, per esempio, dal Fronte popolare francese. Il Fronte popolare spagnolo agisce e lotta in una situazione rivoluzionaria, risolve con un metodo democratico conseguente i compiti della rivoluzione democratico-borghese, agisce ed opera in una situazione di guerra civile, cioè in una situazione che richiede delle misure straordinarie per garantire la vittoria del popolo.


In conclusione Togliatti afferma che l'aiuto fascista non è altro che imperialismo e che il popolo spagnolo e le Brigate internazionali stanno combattendo per la libertà anche contro la Legione straniera, che vede: 

i fascisti tedeschi e italiani perseguono pure degli scopi di conquista imperialista. Essi vogliono schiacciare la rivoluzione spagnola per impadronirsi di una parte delle colonie spagnole, per occupare una parte del territorio della Spagna e trasformarlo in base militare degli ulteriori attacchi contro i popoli dell'Europa.

La lotta del popolo contro i generali fascisti ribelli ha nella Spagna il carattere di lotta nazionale, in difesa del paese dall'asservimento allo straniero, il che allarga ancora di più la base della rivoluzione. Il fronte popolare non è soltanto il continuatore delle tradizioni rivoluzionarie del popolo spagnolo, esso continua pure le tradizioni delle lotte eroiche combattute dal popolo della Spagna per liberare il paese dall'oppressione e dalla barbarie straniera. (p.267) 

E, dopo aver richiamato all'azione guida del PCE secondo i dettami del VII Congresso del PCUS e secondo la disciplina – cose che richiamano chiaramente al clima di terrore nel PCUS e nell'IC di conseguenza, ma anche preludono ai successivi avvenimenti interni al Fronte – Togliatti lancia all'entusiasmo i patrioti spagnoli e della Brigata internazionale, illudendosi che:

La vittoria del popolo spagnolo colpirà a morte il fascismo spagnolo, distruggerà le sue basi materiali, farà passare nelle mani del popolo i latifondi e le aziende industriali dei ribelli fascisti, creerà le premesse per l'ulteriore vittorioso sviluppo della lotta delle masse lavoratrici spagnole, per la loro emancipazione sociale.
La vittoria del Fronte popolare nella Spagna consoliderà il fronte della lotta per la pace in tutta l'Europa, impedendo agli istigatori di guerra, innanzi a tutto, di trasformare la Spagna in un punto di appoggio per l'accerchiamento militare e l'attacco alla Francia (8).


Questa sarà una pura illusione di cui Togliatti si accorgerà negli altri due anni di guerra; guerra terribile per cui la flora màs rocha del popolo spagnolo periscono, in cui si esacerbano contrasti d'ideologie interni, dove molti giovani eroi muiono. Una scia di sangue che porta la potere Francisco Franco per quarant'anni e che il
poeta Pablo Neruda esprime così:

Città a lutto, scavata, ferita,
rotta, battuta, bucherellata, piena
di sangue e vetri rotti, città senza notte, tutta
notte e silenzio, e scoppi ed eroi,
ora un nuovo inverno più nudo e più solo,
ora senza farina, senza passi, con la tua luna
di soldati (9).

Giulia Zinedine Fuschino

 

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Bibliografia di riferimento:
- A.Elorza, S.Chiaretti, ‘Ercoli e la definizione del fronte popolare in Spagna’, Studi Storici(36) , aprile-giugno 1995, 353-362;
- C. Natoli, ‘Togliatti nella storia del Novecento’,Studi Storici (38,4),1997, 1179-1193;
- P. Spriano, ‘Togliatti nel 1937 e la rivoluzione democratica’, Studi Storici(20), 1979, 37-57.

Per un profilo di Togliatti:
- A. Agosti, Palmiro Togliatti, Torino 1996;
- A. Agosti (a cura di), Togliatti negli anni del Comintern (1926-1943). Documenti inediti dagli archivi russi, Roma 2000.

 

NOTE: 

1 Sul Manifesto dei Comunisti italiani e le sue vicissitudini vd. Spriano 1979 ed Elorza 1995.

2 Pubblicato su Lo Stato operaio, a X n.11, novembre 1936, 759-771 [ in P.Togliatti, Opere scelte,
Gianpasquale Santomassimo (a cura di), Rona 1974, 255-268].
3 Sul ruolo di Togliatti in queste vicende e sul suo atteggiamento durante le Purghe vd. Natoli 1997, 1191.
4 Per una storia del conflitto vd. Hugh Thomas, Storia della guerra civile spagnola, Torino 1963.
5 P.Togliatti, Sulle particolarità della rivoluzione spagnuola, 255.

6 Togliatti, op.cit, 256. Su cosa Togliatti intenda per Stato democratico vd. ibid. 266.

7 Op. cit. 265. Il testo citato da Togliatti è tratto da I. Stalin, Principi del Leninismo, Mosca 1927.

8 Op. cit. 256.
9 P. Neruda, Madrid (1937), in ‘La Spagna nel cuore’ 1937. Ed.italiana a cura di G. Bellini, Firenze 2006.