Caselli: «È evidente che si vogliono intimidire i magistrati»

INTERVISTA all'ex magistrato Gian Carlo Caselli sulla riforma della giustizia approvata in Consiglio Dei Ministri.

Caselli: «È evidente che si vogliono intimidire i magistrati»
Giancarlo Caselli (ph profilo fb)


 

Il 29 maggio è stata approvata in CDM la riforma della giustizia. Quali sono i punti cardini?

Per ora abbiamo solo una bozza che sembra prevedere non più le stesse regole per Pm e giudici come stabilisce la Costituzione, ma regole diverse; sostanzialmente due concorsi invece di uno; due csm sia pure "coabitanti" e fra loro autonomi in un solo organismo spaccato a metà come fosse una mela, e ciascuno di questi diversi csm "coabitanti" si darà le proprie regole per le nomine e le promozioni; estrazione a sorte di tutti i membri dei due csm; la funzione disciplinare sottratta ai due csm e assegnata a un'alta Corte di nuova istituzione; senza poter escludere che in itinere saltino fuori altre brillanti trovate.

La ritiene giusta?

No! E' evidente che si vogliono intimidire i magistrati ( soprattutto i Pm, primo anello del sistema penale) costringendoli a restarsene buoni buoni in un angolo senza disturbare il manovratore di turno. Non giusta e anche ipocrita, perché non si può contrabbandare come riforma epocale della giustizia un provvedimento che dei veri problemi della giustizia (in particolare la vergogna della incivile durata interminabile dei processi) non si fa nessun carico, quasi non esistessero. Ridicolo!

Con la separazione dei pubblici ministeri dai magistrati giudicanti, c'è il pericolo concreto che il pm sarà asservito all'esecutivo?

Certamente - Perché un corpo separato di pubblici ministeri è destinato inevitabilmente a perdere l'indipendenza dal potere esecutivo: non esiste, infatti, un tertium dotato di autonomia tra ordine giudiziario ed esecutivo e non è democraticamente ammissibile l'irresponsabilità politica di un apparato di funzionari pubblici numericamente ridotto (cicra 2.500 unità), altamente specializzato, con ampie garanzie di status, preposto in via esclusiva all'esercizio dell'azione penale. Questo potere, o è compensato dall’ancoraggio dei suoi titolari alla giurisdizione, oppure viene inesorabilmente risucchiato nella sfera della responsabilità politica finendo per essere subordinato al potere esecutivo. In altre parole, da un pm-giudice ancorato alla cultura della giurisdizione (elemento di garanzia per tutti), si passerebbe a un pm-superpoliziotto con una cultura diversa. E di fronte ai misteri dei servizi deviati o ai casi di maltrattamento ad opera di forze di polizia, ad esempio, avere un pubblico ministero-giudice o un pubblico ministero-superpoliziotto potrebbe cambiare di molto le prospettive di indagine.

Ma è davvero urgente questa separazione delle carriere? Con questa riforma si può dire che è in atto un atteggiamento di rivalsa della politica sulla magistratura?

E’ urgente solo per chi si sente erede di Gelli o di Craxi o di Berlusconi ( che dalla separazione erano ossessionati…) e ancor più da chi usa la separazione come arma di propaganda per le prossime Europee. E’ appunto un atteggiamento di rivalsa e come tutte le vendette è un piatto che si consuma freddo.

I sostenitori della riforma dicono che sarà la fine della mala magistratura e della degenerazione delle correnti, valorizzando i giudici bravi e indipendenti (grazie anche al sorteggio). È così?

Il sorteggio riempirà i due csm di magistrati burocrati, non animati dall’etica della responsabilità; esattamente quel che occorre perché continui la degenerazione delle correnti, invece di recuperarle come centro di discussione, dibattito e orientamento per quanto riguarda le politiche i criteri di organizzazione in materia di giustizia.

Non c'è il pericolo di indebolire il Csm e di aumentare notevolemente i costi visto che ne servirebbero due e sarà presente pure l'Alta Corte?

Con due csm invece di uno e con una nuova Corte invece della vecchia sezione disciplinare del csm aumenterà tutto: numero dei componenti e relativi stipendi, del personale amministrativo di sostegno e relativi stipendi, dei locali, dei mezzi e di quant’altro occorre per funzionare. Costi come minimo raddoppiati e sarà difficile trovare i soldi, senza che si possa recitare la solita litania che la colpa è di chi c’era pima..

Nel discorso del guardiasigilli Nordio e, successivamente, della Premier Meloni hanno citato il giudice Giovani Falcone. Lo ritiene corretto?

Mi sembra uno strano esercizio evocare i morti (quasi fossimo a un seduta spiritica…) senza ricordare che parlavano in un contesto tutt’affatto diverso da quello di oggi. Col pericolo di mancare loro di rispetto, piegando le loro parole ai nostri gretti interessi.

L'Anm è pronto allo sciopero. È giusto?

Deciderà l’ANM, per parte mia dico solo che in passato si è scioperato anche per meno

C'è la possibilità di andare al Referendum o si raggiungeranno i due terzi in Parlamento?

Non sono un indovino, scusate..

Qual è lo stato attuale della Magistratura dopo questa riforma e la precedente riforma Cartabia?

Detto in estrema brutale sintesi: la magistratura sta già attraversando un difficile momento; questa pseudo riforma rischia di essere il colpo finale.

A conti fatti chi pagherà di più da questa riforma se dovesse venire approvata: la magistratura o i cittadini?

Di sicuro i cittadini: la pseudo o contro riforma incide sull’indipendenza della magistratura. Che non è un patrimonio della casta dei magistrati. Figuriamoci! E’ invece un prezioso patrimonio dei cittadini. Nel senso che senza una magistratura indipendente, ci sarà sempre (e ciò avviene con la separazione delle carriere, ovunque sia stata realizzata) qualcuno che in un modo o nell’altro potrà per legge dire al Pm a chi fare la faccia feroce e a chi invece gli occhi dolci. Un pietra tombale, la fine anche solo della speranza di poter avere una giustizia almeno tendenzialmente uguale per tutti e non attenta soprattutto alle “esigenze” di chi può e conta ed è in sintonia col potere politico contingente, non importa ovviamente di che colore. E se nel nostro Paese pezzi della politica ( senza generalizzare, pezzi: ma pezzi talora consistenti) risultano implicati in casi di corruzione o di malaffare fino alla mafia, lasciare che la politica, con queste presenze, possa influire sull’esercizio della giurisdizione sarebbe un po’ come introdurre la volpe in un pollaio. A dir poco pericoloso.

 

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