“Cattivi” odori a Vasto, chi sono e donde vengono? C’è chi deve far chiarezza

Domani pomeriggio il sit sotto la sede municipale. Gli “odori molesti” sono avvertiti sempre più anche nel cuore della città. La vicenda (ormai maggiorenne) non può esser trascinata per sempre.

“Cattivi” odori a Vasto, chi sono e donde vengono? C’è chi deve far chiarezza

Ore 17.30 in piazza Barbacani, di fronte la sede municipale.

È l’appuntamento per il sit in a Vasto per chiedere chiarezza e identificazione di quel che abbiamo definito varie volte Ufo 2.0. I primi ufo sono gli oggetti volanti non identificati, a Vasto da ormai diciotto anni abbiamo gli odori non identificati. Percepiti, come abbiamo sottolineato anche nei giorni scorsi, fin nel centro della città.

In questi anni ben poche parole chiare e ancor meno risposte sono arrivate. Sicuramente non dalla massima autorità sanitaria (ovvero il pro tempore che rappresenta il gruppo politico che governa la città dal 2007). L’unico pezzo dello Stato che ha messo nero su bianco cause di odori sono state le forze dell’ordine pugliesi. Situazione interrotta nel 2018 quando fu stroncato il traffico di rifiuti tra Campania, Puglia e Abruzzo.

Perché questi odori vengono percepiti sempre più nel cuore di Vasto? Perché negli ultimi anni sembrano essere sempre più forti? Domenica scorsa, intervistato dalla giornalista Anna Bontempo, su Il Centro è stata pubblicata un’intervista in cui il responsabile dell’associazione degli industriali della zona – ha dichiarato che sono pochi episodi sporadici e potrebbero essere causati dal depuratore consortile. Ovvero quel che fu al centro delle lettere ufficiali che abbiamo ripubblicato lunedì.

Datate oltre dieci anni fa. E già questo dovrebbe far riflettere e fa capire quanto gli anni stanno passando invano da parte di chi dovrebbe intervenire.

L’anno scorso, come abbiamo riportato in vari articoli, altro rappresentante dell’associazione disse in un’intervista ad un magazine online bolognese «le industrie della zona che lavorano con i materiali organici ogni tanto possono incontrare problemi come un filtro tappato che non riesce ad amalgamare bene la materia prima. Però sono problemi risolvibili in un’ora, il tempo di aggiustare l’impianto».

Dopo la notizia del sit in l’associazione ha diffidato a chiamare in cause le aziende che rappresenta senza un preventivo confronto con loro. Ad oggi nessuno può chiamare in causa nessuno. Esiste una massima autorità sanitaria, esistono entri pubblici preposti. Che nulla hanno messo nero su bianco negli anni, nulla hanno identificato e documentato. Quindi, ad oggi, non si conosce la fonte di quel che viene segnalato da cittadini nelle ultime settimane anche in centro città.

E, come sottolineato, quando dichiarato dal responsabile dell’associazione potrebbe non avere nulla a che vedere con quanto segnalato in città. L’unico confronto ad oggi, e lo stesso responsabile dell’associazione alla giornalista Anna Bontempo ha dichiarato «è bene che si faccia chiarezza», può e deve essere solo con le istituzioni. A loro spetta il compito di identificare, chiarire, documentare, tutelare tutti i cittadini, l’ambiente, il territorio e la salute pubblica. E per questo il sit in si terrà domani di fronte la Casa comunale.

Una settimana fa è stato inviato un comunicato dal Partito Democratico locale, questo il testo integrale:

 Ciclicamente si ripropone a Vasto il problema della presenza di cattivi odori nell’area industriale di Punta Penna.

Tale fenomeno, da qualche tempo, viene avvertito anche in alcune aree del centro abitato della città, creando allarmismo tra la popolazione residente.

Il Partito Democratico, nel ricordare le iniziative prese in diverse circostanze dalla Amministrazione Comunale di centro sinistra che portarono all’intervento dell’ARTA Abruzzo (Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente) sul territorio, in questa circostanza, tiene a ribadire la propria posizione.

L’ente preposto alla tutela dell’ambiente è proprio l’Agenzia regionale che è tenuta ad intervenire con propri tecnici e con adeguati e moderni strumenti, al fine di individuare le fonti che emettono miasmi particolarmente sgradevoli per i cittadini.

In passato i rilievi effettuati con obsolete attrezzature non hanno portato ad alcun rilievo concreto.

Con l’approssimarsi della stagione estiva, riteniamo sia necessario effettuare un monitoraggio prolungato all’interno dell’area industriale di Punta Penna.

Sollecitiamo il Sindaco e l’Amministrazione Comunale tutta, a rendersi parte attiva nei confronti dell’Arta e della Regione Abruzzo per trovare le giuste soluzioni e per tranquillizzare tutti.

Sia le imprese della nostra area industriale che i cittadini e i turisti presenti a Vasto.

Non vogliamo in alcun modo creare allarmismo ma la chiarezza serve all’economia del nostro territorio e soprattutto a tutelare la salute dei nostri cittadini.

Si cita all’inizio del comunicato l’approssimarsi della stagione estiva, e quindi dell’arrivo dei turisti, per ritenere necessario effettuare monitoraggi prolungati. Premesso che essendo loro al governo della città probabilmente chiedono anche a stessi, la sottolineatura dell’avvicinarsi della stagione turistica pone alcuni interrogativi: e il resto dell’anno?

Oltre il turismo non ci sono per loro altre esigenze e necessità relative alla popolazione, ai cittadini e alle attività economiche e sociali?

Fanno riferimento poi ad «allarmismo tra la popolazione residente». Le parole hanno un senso e far riferimento ad allarmismo non è la stessa cosa di allarme, come altri (noi compresi) abbiamo fatto in questi anni.

Si citano passate rilevazioni senza aggiungere altro. Il riferimento dovrebbe essere a febbraio 2012 su richiesta dell’Amministrazione Comunale.

Che allora come oggi guidano loro. Si chiede a Regione ed Arta ma non leggiamo nulla sulle istanze delle associazioni di questi anni così come sul sit in. Notizia precedente all’invio del comunicato.

Associazioni da anni chiedono moratorie e riflessioni sul mantenimento previsto dal piano regionale qualità dell’aria. Su questo la massima autorità sanitaria, mai citata nel comunicato in questo ruolo, ha possibilità di agire ed intervenire. Gli anni passano, i cittadini son preoccupati, associazioni hanno prodotto dossier ed esposti. Del tavolo tecnico con l’Arta e della possibile collaborazione con l’Università di Chieti, di cui parlò anni fa l’allora assessore all’ambiente Paola Cianci, non ci son giunte più notizie. Se ci son state e ci son sfuggite chiediamo venìa.

La massima autorità sanitaria, la stessa che ha ampi poteri urbanistici e di tutela ambientale, è espressione della stessa area politica dal 2007. Sono passati sedici anni. L’attuale segretario di quell’area politica c’era già nelle due precedenti esperienze amministrative almeno. Quindi da almeno dodici anni. Su diciotto di segnalazioni e preoccupazioni dei cittadini. La Regione e l’Arta avrebbero, anzi hanno, ben precise responsabilità. Ma non sono i soli.

«Questa è la storia di 4 persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno. C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece, Qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di Ognuno. Ognuno pensò che Ciascuno potesse farlo, ma Nessuno capì che Ognuno l’avrebbe fatto. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare» (aneddoto della cultura popolare)