Civeta, nulla di nuovo sul fronte giudiziario

PRIMA PARTE. Un recente comunicato della consigliera comunale di Vasto Dina Carinci del Movimento 5 Stelle, candidata a sindaca alle prossime elezioni comunali, riaccende i riflettori sulla discarica del Civeta. Oltre due anni dopo l’inizio dell’inchiesta della magistratura la situazione è ancora, nel disinteresse quasi generale, tra coloro che son sospesi.

Civeta, nulla di nuovo sul fronte giudiziario
Procura della Repubblica di Vasto. (ph procuravasto.it)

«Nulla di nuovo sul fronte CIVETA» ha dichiarato alla stampa lo scorso 26 maggio Dina Carinci, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle a Vasto e candidata sindaca alle elezioni comunali dei prossimi mesi. L’occasione per tornare sulle vicende del Consorzio dei rifiuti del Vastese è stato l’annuncio di un finanziamento di 17 milioni di euro concesso alla Ecolan di Lanciano, «certamente una buona notizia per i comuni di Lanciano e del territorio limitrofo alla città frentana» sottolinea Dina Carinci. Nessuna notizia da tempo, troppo tempo, invece per quanto riguarda il Consorzio del vastese che, sottolinea, «nel silenzio colpevole di sindaci ed amministratori di destra e di sinistra, di tanto in tanto torna alla ribalta della cronaca per incendi e vicende giudiziarie».

La vicenda giudiziaria che ha interessato l’impianto di Valle Cena, nel Comune di Cupello, è iniziata nel marzo 2019. Ormai oltre due anni fa. In quel periodo era già forte la mobilitazione ambientalista e cittadina, sorta sull’opposizione alla paventata possibilità che il gestore costruisse un nuovo invaso. Definito impropriamente «quarta vasca» del Civeta ma, in realtà, prima che sarebbe stata di totale proprietà privata della Cupello Ambiente. Società privata che gestiva, e gestisce ancora oggi, la «terza vasca» del Civeta. Impianto che in quelle settimane fu posto sotto sequestro della magistratura e che, prima di quel sequestro e successivamente fu colpita da alcuni incendi.

Il dissequestro della «vasca» fu disposto dal gip di Vasto Italo Radoccia a febbraio dell’anno scorso, nonostante il parere contrario della Procura, in quanto erano «venute meno le esigenze cautelari» per «l’avvenuta esecuzione di opere riparatorie», «non sussiste più il pericolo di inquinamento probatorio» e non ci sarebbero il pericolo di «aggravare o protrarre le conseguenze del reato ovvero agevolare la commissione di altri reati».  Nei giorni successivi il Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo sospese i conferimenti nella vasca dissequestrata sussistendo, secondo i dirigenti del settore regionale, i «presupposti per l’applicazione della diffida e la contestuale sospensione della annunciata ripresa delle attività gestionali» della terza discarica del Civeta «in presenza del permanere delle violazioni alle prescrizioni dell’AIA di riferimento». Il provvedimento del GIP di Vasto sollevò immediate contestazioni da parte del Comitato Difesa Comprensorio Vastese e del Forum H2O (da cui sono partiti gli esposti di Augusto De Sanctis sulla gestione della discarica).

«Tanti aspetti aspettano ancora chiarezza e molti interrogativi potrebbero essere vicini a soluzione nei palazzi giudiziari ma, ad oggi, ufficialmente non li hanno ancora. Il Gip scrive che gli «accertamenti tecnici» e le «indagini tecniche svolte dai consulenti della Procura» sarebbero stati già ultimati. L’inchiesta della Procura è partita dal conferimento di rifiuti extra consortili e sulla qualità dei rifiuti depositati nella terza vasca disponendo nei mesi scorsi di incaricare un perito tecnico – abbiamo sottolineato nel nostro articolo sul dissequestro del 22 febbraio dell’anno scorso - Alla luce di quanto scrive il Gip questo perito avrebbe concluso il suo lavoro depositandolo in Procura, così come il Nucleo Operativo Ecologico avrebbe concluso le indagini di competenza».

«Quali rifiuti sono arrivati a Valle Cena? Cosa c’è sui terreni e negli stessi all’interno della terza vasca?» erano alcune delle domande riportate nell’articolo che, oltre 15 mesi non hanno ancora avuto risposta. Ad oggi, per quanto a nostra conoscenza e riscontri tentati, la situazione della terza vasca non è ancora definita ed operativa. Nel silenzio generale o quasi delle amministrazioni comunali del territorio che, da ben prima dell’esplodere dell’emergenza sanitaria, da tempo sembravano girare al largo da questa vicenda e cercare di esprimersi il meno possibile e solo su aspetti più o meno marginali. Il comunicato di Dina Carinci in quasi due anni è stato l’unico a livello politico che ha ricordato e sottolineato che sono esistite, ed esisterebbero ancora, vicende giudiziarie.

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